Breve storia della vocazione di uno tra i più noti esorcisti al mondoÈ una grazia di Dio che io sia un sacerdote paolino. È tutto merito della Madonna, che mi ha preso servendosi, come mezzo straordinario, di don Alberione.
Ero studente, avevo diciassette anni e frequentavo il liceo classico; non sapevo in quale istituto religioso andare, ma ero convinto della mia scelta. Parlo con il primo maestro e lui mi dice: «Domani dirò la messa per te».
Il mattino dopo vado in chiesa alle quattro del mattino e quando mi vede esclama: «Ah, sei qui!». Alla fine gli chiedo: «Che cosa mi consiglia?». E lui: «Entra in San Paolo».
Poi sono stato assalito dai dubbi: pensavo che me l’avesse detto perché quella era la sua congregazione e voleva che ne facessi parte anch’io.
Allora l’ho messo alla prova. Lui aveva fatto un voto: se la Madonna avesse salvato la vita della sua gente avrebbe costruito il santuario alla Regina degli Apostoli. Sapevo di questa promessa e gli ho detto: «Siamo in cinque fratelli maschi, tutti in età da militare. Metta anche noi sotto la protezione della Vergine!». Ci ha pensato un po’ e poi ha risposto, semplicemente: «Va bene».
Passarono molti anni. Finita la guerra avevo rimandato la mia decisione perché avevo fatto l’università, avevo combattuto ed ero anche stato premiato con una medaglia al valore militare.
Dopo il conflitto sono entrato nella Democrazia Cristiana, ero il vice di Andreotti. Era l’epoca di De Gasperi, lavoravo ed ero in primissimo piano. Tuttavia ero sempre in contatto con il primo maestro.
Quando Andreotti è entrato a far parte del governo, ho pensato che avrei potuto subentrargli, ma non ho voluto. Mi sono detto: «Se mi metto in politica non ne esco più».
Subito dopo l’ordinazione sacerdotale era consuetudine che ogni gruppo familiare, uno per volta, si recasse nell’ufficio di don Alberione per salutarlo. Con i miei quattro fratelli e mia madre (mio padre era morto da tempo) siamo andati da lui.
Ci ha guardato e ha chiesto: «Come ve la siete passata durante la guerra?». Nessuno di noi ci pensava più, dato che erano già passati alcuni anni. «Vedo che vi siete salvati. La Madonna vi ha protetto!». Ricordava tutto perfettamente: il voto e la promessa che mi aveva fatto.
Questa per me è stata una conferma. Era stato lui a invitarmi a entrare in San Paolo e quella poteva essere una sua idea, ma se di mezzo c’era il voto della Madonna…
Lei si è davvero presa cura di noi. Tutti e cinque avevamo avuto avventure terribili, io ero anche stato condannato a morte, eppure eravamo tutti salvi!
Credo che questa sia stata la prova decisiva: ho scelto San Paolo e non mi sono mai pentito, mai.
(Tratto da “Ho incontrato Satana” di don padre Gabriele Amorth, Piemme)
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