43 anni, Vania Giglio viveva a Rho con marito e figli. Lo scorso sabato è stata travolta da un'auto mentre stava prestando soccorso alla vittima di un tamponamento nella tangenziale Est di Milano.
Un presente fatto di niente?
Con mia sorpresa, ieri sera a cena il figlio adolescente ha tirato fuori una domanda spiazzante: “Mamma, come si fa a vivere il presente? Sembra fatto di niente, invece i miei pensieri per il futuro sono enormi”.
Ci sei, qui e ora. Eppure questa coscienza sembra fatta di niente, rispetto a certi rimpianti del passato o a certe attese (o paure) per il futuro. Allora a cena abbiamo parlato del presente, l’asso tirato fuori dalla manica del ‘mio giovanotto’ che evidentemente non è solo Iphone e motocicletta. Per tutto il giorno avevo pensato alla tragica vicenda di Vania Giglio, e siamo partiti da lì a pensare all’occasione misteriosa che è essere presenti a ciò che si vive.
A dire il vero, che si chiamasse Vania l’ho scoperto stamattina. Ieri la pensavo come ‘la donna della tangenziale Est di Milano’. Avevo anche appreso che abitava a Rho e questo me la rendeva più vicina, visto che i nostri parenti abitano lì. Nel mezzo del cammin di sua vita, lo scorso sabato sera verso mezzanotte, Vania ha deciso di fermarsi mentre viaggiava sulla tangenziale: accortasi di un incidente, ha voluto prestare soccorso. E quel gesto di vera presenza l’ha portata al sacrificio della vita. Quale vertigine di senso ci spalanca il presente, l’unico tempo in cui la libertà può prendere decisioni che valgono un intero destino?