Messe e sopratutto indulgenze. Ecco come fare per ottenerle
In che modo si possono aiutare le anime del Purgatorio? Gianandrea de Antonellis e Marcello Stanzione in “100 domande sul Purgatorio” (Gribaudi edizioni) rispondono in modo molto chiaro: l’aiuto alle anime arriva con le preghiere, le messe e lucrando le indulgenze. Il Catechismo ricorda che la Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti (n. 1032).
Trent’anni prima, nel 1968, subito dopo il Concilio Vaticano II, la Penitenziera Apostolica aveva emanato l’Enchiridium Indulgentiarum (“Manuale delle indulgenze”), tuttora valido.
È il documento ufficiale per conoscere i casi in cui sono applicabili le indulgenze per i nostri defunti e che possono essere parziali o plenarie, giornaliere o annuali.
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La disposizione d’animo
Quali che siano le caratteristiche delle singole indulgenze, un elemento deve essere necessariamente presente: la disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale.
Non si può, in altre parole, lucrare un’indulgenza pensando di cancellare il passato per mettersi a peccare in futuro, magari per qualche anno, fino alla prossima indulgenza plenaria: sarebbe come confessarsi senza pentimento! Bisogna invece impegnarsi a respingere ogni tentazione per avvicinarsi sempre più allo stato di vita evangelico.
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Parziale e plenaria
L’indulgenza si dice parziale o plenaria secondo che liberi in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati. L’indulgenza plenaria può essere acquisita una sola volta al giorno. Le indulgenze “parziali”, invece, sono molte ed ordinariamente unite alla recita di una determinata preghiera o giaculatoria.
Tre condizioni
Ci sono indulgenze annuali o occasionali, legate a santuari, alla frequenza degli esercizi spirituali, all’ascolto – anche per radio o televisione – della Benedizione “Urbi et Orbi”, ai giubilei (particolarmente importanti, queste ultime).