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Come aspettare e prepararsi al Natale con i nostri bambini

NATALE

Di kipgodi|Shutterstock

Aleteia - pubblicato il 15/12/21

Attendere è un esercizio importante e formativo per i nostri figli e per noi insieme con loro. Non c'è occasione migliore del tempo d'Avvento per impararne il valore e approfondire il senso dell'evento che ha cambiato la storia e di cui facciamo grata memoria.

Di Zelia Pastore

Quando si pensa al Natale ciascuno di noi viene rimandato ad una serie di significati e ricordi che rendono questo giorno speciale. “Quando arriva dicembre ecco che allora scatta il timer! Cosa significa realmente prepararsi al Natale, soprattutto con i bambini?” esordisce Simona Fico, pedagogista e autrice del libro “Ale e Sofi: amici, uguali e diversi ma gentili”. Come far diventare concreti e tangibili quei significati che stanno dietro all’attesa di una festa, che in realtà è un ricordo di qualcosa avvenuto molto tempo fa? 

“Non è mai facile calare nella quotidianità pensieri, sentimenti, significati e ricordi. Per i bambini gli spunti sempre validi sono correlati al “fare” e al “veder fare”. Spesso ci dimentichiamo che sono principalmente “corpo”, mentre noi adulti tendiamo a mentalizzare tutto, salvo poi le ricadute psicosomatiche che ci riportano alla realtà. Tutto sta nel trovare un equilibrio tra quello che diciamo, magari diminuendo il volume, e quello che concretamente facciamo insieme ai nostri bambini, concentrandoci su di loro evitando distrazioni (telefono, TV, tablet. La musica invece può aiutare)”.

Come vivere l’attesa con i bambini?

Simona, come ci prepariamo al Natale?

ASPETTARE. “Proviamo davvero a vivere l’Avvento come tempo di preparazione. La preparazione presuppone attesa e desiderio.

Attesa è il tempo per fare spazio a qualcosa o qualcuno che sta per arrivare (non per niente quando ci si riferisce alle mamme in gravidanza si parla di “dolce attesa”). Il desiderio è uno spazio di manovra che ti spinge a fare del tuo meglio perché questo evento o persona arrivi nel migliore dei modi.

Dobbiamo avere chiaro cosa vogliamo trasmettere ai nostri bimbi, quindi che significato ha il Natale per noi perché possano partecipare a questo desiderio e lavorare bene sull’attesa.

In fondo, si sa, aspettare costa una gran fatica e per i bambini che vivono calati nel presente può essere davvero difficile, ma anche molto accattivante se li accompagniamo”. 

TRADIZIONI DI FAMIGLIA.

 “In questo tempo sarebbe bello creare delle tradizioni familiari che siano solo vostre. Magari un sunto tra quelle della vostra famiglie e della famiglia del marito. Può essere utile istituire il giorno in cui si fa l’albero e il presepe, poi potrebbe rimanere sempre lo stesso negli anni, preparare i biscotti da lasciare a Gesù bambino o Babbo Natale, scrivere e disegnare i bigliettini per i parenti, leggere insieme i libri sul Natale, vedere uno spettacolo di teatro o andare al cinema, e tanti altri modi per passare del tempo insieme.

Tempo dedicato

Poco importa l’attività in sé, basta che sia una parentesi con il vostro bimbo e che parli di Natale non solo come evento di marketing. Per esempio a casa mia si parte con la preparazione del cartellone “Caro Gesù bambino vorrei…”: oramai siamo tutte sposate con figli ma CI fa sempre sorridere perché ricorda momenti preziosi.

Poi almeno un mese prima si parte con la preparazione del limoncello e riunione per il menù di Natale, preparazione dell’albero e presepe: siamo sempre state coinvolte in queste grandi manovre anche da piccole, a discapito dell’estetica della casa o della confusione in cucina.

Alla sera dopo cena c’era l’apertura del calendario dell’avvento con cioccolatino: tutt’ora lo facciamo con generi e nipoti. Alcuni di questi momenti sono trasformati e rigenerati insieme ai nostri mariti. Ad esempio, ogni anno manteniamo la preparazione di qualcosa da regalare, che sia limoncello, digestivi o marmellata di cipolle”.

Il calendario per visualizzare l’attesa

A cosa serve davvero il calendario dell’Avvento?

“Per aiutarci a scandire questo tempo. In commercio se ne trovano di tutti i tipi, ma potete autoprodurre o comprare solo la base e poi riempirlo voi. Come? Con cioccolatini, ma soprattutto piccoli compiti quotidiani e gesti di bontà.

Per esempio aiutare la sorellina a vestirsi, apparecchiare la tavola, fare i compiti senza lamentarsi oppure dare un bacio al papà quando torna dal lavoro, dire grazie alla mamma quando cucina, fare una carezza ai propri fratelli prima di uscire di casa.

Gesti alla loro portata che li aiutino a sviluppare senso di responsabilità ma anche senso del dono di sé. Per fare l’oggetto calendario ci sono molte possibilità: dal comprare la base con già le tasche al produrla voi.

Come? Si può fare insieme ai bimbi, si può cucire, si possono fare sacchettini da appendere, ma anche usare oggetti di riciclo come le calze bucate o spaiate, cartone grosso a cui attaccare le tasche: se sbirciate su internet sono sicura che una soluzione che fa al caso vostro la trovate”.

LA DIFFERENZA TRA REGALO E DONO 

Come spiegare che Natale non è solo scartare i regali? 

“Il dono è un altro nodo cruciale del Natale. Sfruttiamolo! Ma non solo nel senso di fare regali belli e appaganti, che spesso dopo due giorni non bastano già più: proviamo ad avvicinare i nostri bimbi alla dimensione del dono come qualcosa che si può ricevere ma si può anche dare. Scriviamo insieme la famosa letterina, ma chiediamo ai nostri piccoli anche di fare una selezione di giochi e vestiti che non usano più da dare ai più poveri.

Chiediamo anche di regalare del tempo a qualcuno, che siano i fratellini o qualche compagno di scuola non proprio popolare. Si possono preparare dei dolcetti insieme ai bigliettini da dare ai parenti: abituiamo questi bambini ad essere attenti agli altri e non solo pretenziosi”.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DAL BLOG EDUCARE CON BUON SENSO

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