La luce divina discende dal cielo in terra attraverso tre ordini angelici, divisi ciascuno in tre gradi: pertanto nove in totale
Il pensiero di Dionigi l’Areopagita, che fu discepolo di san Paolo e primo vescovo di Atene, ha dato luogo a laboriose discussioni fin dalla sua primitiva esposizione. Afferma l’Areopagita di ritenere che «lo sappia con esattezza solo il loro divino Principio iniziatore. […] Noi non diremo nulla che venga solo da noi, ma esporremo, secondo le nostre capacità, quelle visioni celesti che furono contemplate dai santi conoscitori del Divino e a cui anche noi siamo iniziati».
Per Dionigi, i ministeri della Chiesa sono ordinati come su una scala di tre gradini: l’episcopato, il presbiterato, il diaconato.
Allo stesso modo la luce divina discende dal cielo in terra attraverso tre ordini angelici, divisi ciascuno in tre gradi: pertanto nove in totale. Il più alto riceve la luce direttamente da Dio, mentre gli altri due dall’ordine immediatamente superiore.
I 9 ordini delle schiere di angeli
Per ordine discendente troviamo: Serafini, Cherubini e Troni; Dominazioni, Virtù e Potestà; Principati, Arcangeli e Angeli. Questa costruzione angelica descritta in lingua greca da Dionigi, una volta portata in Europa da Gregorio Magno fu tradotta in latino da Scoto Eriugena, per essere quindi accettata dalla Scolastica e adottata infine nella liturgia comune della Chiesa.
Dunque nove sono gli ordini delle entità celesti, a loro volta suddivisi in tre ordini maggiori: il primo è quello che rimane sempre presso Dio e comprende i santiTroni e le loro coorti “dai molti occhi e dalle molte ali”, cioè i Cherubini e i Serafini. Il secondo ordine comprende le Potestà, le Dominazioni e le Virtù. Il terzo i Principati, gli Arcangeli e gli Angeli.
I Troni: accanto a Dio
Il nome dei Troni sta a indicare la loro vicinanza al trono divino, e li identifica come le entità altissime che siedono immediatamente accanto a Dio e che ricevono in maniera diretta la conoscenza divina, accolta con la calma soprannaturale che li contraddistingue.
I Cherubini: il dono di luce più alto
Quello dei Cherubini significa “pienezza di conoscenza” ed “effusione di saggezza”. Esso ci rivela la loro capacità di contemplare la Divinità, la loro attitudine a ricevere il dono di luce più alto e a contemplare la dignità del principio divino nella sua potenza originaria. La loro capacità di riempirsi del dono della saggezza e di comunicarlo, senza invidia, a quelli del secondo ordine.
I Serafini: il movimento continuo
Come indicato dalle parole di Dionigi, il nome dei Serafini significa sia “coloro che bruciano” sia “coloro che riscaldano” e ci rivela il loro continuo e incessante movimento attorno alla realtà divina, il calore, l’ardore, il ribollire di questo eterno, continuo movimento.
Le Dominazioni: forze che non si sottomettono a nulla
Sempre con le parole di Dionigi, il nome delle Dominazioni indica la loro forza di elevarsi, libera da ogni cedimento, la forza che mai si sottomette. Esse non si abbassano a nessuna realtà discordante e tirannica, superano ogni degradante asservimento, entrano il più possibile in comunione con l’eterna divinità del principio della dominazione.
Le Virtù: coraggiose e illuminate
Il nome delle Virtù significa “coraggio saldo e intrepido” in tutte le attività, un coraggio che mai si stanca di accogliere le illuminazioni donate dal principio divino, che è anzi potentemente teso all’imitazione di Dio.
Le Potestà: bontà e intelligenza
Quanto al nome delle Potestà, ci rivela la loro parità di grado condivisa con le Dominazioni e con le Virtù. Rivela la disposizione armoniosa nell’accogliere i doni divini, il carattere di potenza ultraterrena e intelligente, che non abusa tirannicamente delle sue potenti forze volgendole al peggio, ma che si eleva ed eleva con bontà i subordinati verso le realtà divine, e che infine tende ad assimilarsi al principio della potestà, che riflette per quanto è possibile gli angeli.
I Principati: potere di comando
Secondo l’Areopagita, il nome dei Principati indica che essi possiedono un carattere divinamente sovrano e un potere di comando che è il più consono alle potenze sovrane.
Gli Arcangeli: illuminati da Dio
L’ordine degli Arcangeli, per la sua posizione centrale nella gerarchia, “partecipa ugualmente degli estremi”. Infatti è affine ai santissimi Principati ed è contemporaneamente affine agli Angeli, in quanto riceve gerarchicamente le illuminazioni del principio divino attraverso le potenze primarie e le annuncia benevolmente agli angeli. E tramite gli angeli le manifesta a noi, in proporzione alle sante attitudini di coloro che vengono divinamente illuminati.
Gli angeli: i messaggeri più vicini a noi
Con gli Angeli si contemplano tutti gli ordini delle intelligenze celesti, perché essi, da ultimi tra le entità celesti, possiedono il carattere di messaggeri e sono i più vicini a noi. Perciò più ad essi che ai precedenti è appropriato il nome di Angeli, in quanto la loro gerarchia si occupa di ciò che è più manifesto e, ancor più, delle cose di questo mondo.
Per questo la scienza divina ha affidato agli Angeli la nostra gerarchia, designando Michele principe del popolo ebraico, e chiamando anche altri angeli a presiedere sui vari popoli.
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