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Simona è morta all’alba del giovedì santo e l’ultima cosa che ha chiesto è stata la Cresima

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 19/04/19

Don Maurizio Patriciello si interroga sul mistero della morte di fronte alla fine di Simona, un’altra giovane vittima della Terra dei Fuochi

In un articolo comparso sul quotidiano Avvenire, don Maurizio Patriciello affronta il tema della morte e della resurrezione parlandoci di Simona, una bella ragazza non ancora ventinovennemorta alle prime luci dell’alba di Giovedì Santo.

Il “mostro” non aveva oscurato la sua bellezza

Prossima alla laurea in giurisprudenza, amante del bello anche grazie all’esempio del padre ottimo pianista, un anno fa si è ammalata di cancro per cui è stata operata e sottoposta a chemioterapia, con grandi speranze di lasciarsi alle spalle la malattia relegandola ad un brutto ricordo. Purtroppo il tumore ha già metastatizzato al cervello, per cui Simona deve continuare a lottare con tutto il suo coraggio. Il “mostro” le cambia progressivamente la vita, riducendo la sua autonomia fino all’allettamento, senza però riuscire ad oscurare la bellezza del suo volto che spande luce sui familiari, parenti ed amici che le sono costantemente accanto.

Simona già molto provata ma lucida ha chiesto il Sacramento della Cresima

L’ultimo ricovero è all’Istituto Giovanni Pascale, ospedale specializzato nella cura dei tumori, affacciato sul Golfo di Napoli e con il Vesuvio alle spalle: un inno alla vita e alla bellezza del creato. Simona, ormai cieca e senza forze, malucidissima, dal suo letto di dolore chiede al sacerdote, tramite la sorella, di essere cresimata. Mercoledì Santo: unta con l’olio crismale, riesce ad ascoltare la formula del Sacramento della Confermazione: “Simona, ricevi lo Spirito Santo che ti è stato dato in dono. Amen. La pace sia con te”, che da quel momento la impegna ad essere autentica testimone del Vangelo di Cristo. Chi le sta intorno si rende conto che non le resta ancora molto da vivere, e prega intensamente per lei.




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Muore all’alba del giovedì santo

All’alba di Giovedì “… vola verso il cielo. Libera. Finalmente libera dal dolore e dal suo stesso corpo. Quel corpo che siamo e in cui abitiamo e che quando decide di non obbedirci più ci diventa estraneo, se non nemico”: la cosiddetta Terra dei Fuochi ha mietuto un’altra delle sue giovani vittime, scrive don Patriciello. Oggi, Venerdì Santo, si sono tenuti i funerali di Simona officiati proprio da don Maurizio che nella sua riflessione confessa che se non avesse il dono della fede e la speranza della vita eterna non se la sentirebbe di pronunciare l’omelia. Il dolore per una giovane vita che si spegne innocentemente con atroci sofferenze chiedendo disperatamente aiuto ad una scienza impotente sarebbe annichilente: cosa si potrebbe dire di fronte a questa bara bianca? che senso avrebbero i ricordi commemorativi?

“Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”

Si affacciano le domande fondamentali che ogni essere umano si pone: “Simona c’è ancora o è tutto finito? Continua a vivere? Se si dove?” Ci viene in aiuto san Paolo che ci ricorda: “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”. Credere nella Resurrezione è un affronto sconvolgente alla mente razionale, la più grande “pazzia” per la logica umana. E’ solo la Pasqua di Resurrezione che stiamo per vivere che ci permette di credere “che non è finito niente, niente andrà perduto, ma forse il meglio sta cominciando proprio adesso”, riprendendo le parole di Don Maurizio. Il funerale di Simona si è tenuto alle 15, l’ora nona in cui Cristo è stato deposto dalla Croce: “che consolazione per la sua mamma sapere che le sue stesse lacrime furono versate da Maria di Nazareth, la mamma di Gesù”.




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Buon viaggio verso il Cielo Simona, la bellezza della tua anima ha arricchito chi ti ha amato e anche tutti noi che attraverso le parole di don Patriciello ti abbiamo conosciuto. Alla fine della tua vita hai chiesto la cosa più importante, con il corpo stanco ma il cuore ardente hai mendicato lo Spirito Santo. 

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