Ancora oggi una figlia femmina in Sudan vale solo per il numero di mucche che può far guadagnare alla famiglia sposandosi. Suor Orla è tra le fondatrici della Scuola di Loreto a Rumbek che contrasta la violenza dei matrimoni forzati con l'accoglienza e l'educazione .
Si è svolta ieri a Washington la cerimonia per la consegna del premio Women of Courage che il Dipartimento di Stato Americano riconosce ogni anno a figure femminili che dimostrano audacia in ogni parte del mondo nel preseguire traguardi di pace, giustizia, diritti umanitari, parità di genere anche a costo di grossi rischi personali. Alla presenza del Segretario di Stato Mark Pompeo e della First Lady Melania Trump sono state insignite di questa onoreficenza 10 donne, tra cui una suor Orla Tracey, irlandese della Congregazione di Loreto, che dal 2006 è in missione in Sud Sudan.

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Polemiche vs realtà
Insieme a Suor Orla sono state premiate altre figure provenienti dal Perù, dal Mianmar, dal Bangladesh, dalla Giordania, dall’Egitto e dal Montenegro: sono laiche e religiose che proteggono donne e bambini in contesti di guerra, lottano per debellare la pratica delle mutilazioni genitali, offrono supporto legale a famiglie in difficoltà, tentano di riabilitare i bambini soldato. Ogni storia meriterebbe una finestra di approfondimento. Peccato che l’unica notizia che faccia gola ai giornali in queste ore sia la polemica per il mancato premio alla giornalista finlandese Jessikka Aro:
Un errore clamoroso, che la rivista Foreign Policy ha voluto indagare. E alla vigilia del giorno della donna, la nota rivista di politica pubblica un imbarazzante resoconto del perché il premio è stato ritirato: nel preparare la biografia della premiata, il personale del Dipartimento di Stato si è accorto che Jessikka Aro nel suo conto twitter ha spesso criticato Donald Trump. Ecco perché l’award viene cancellato. (da Il Messaggero)