Dopo il cesareo d'urgenza il peggio sembra passato e Ingrid esce dall'ospedale. A casa trova Luigi, il suo terzo bambino di 20 mesi, con la febbre alta e il fiato corto: polmonite. Ma il coraggio di una madre non conosce ostacoli!
(Terza parte della storia. QUI la prima e QUI la seconda)
Fino a qualche giorno fa vi ho raccontato di Ingrid: tanti bambini, pochi soldi, una situazione disperante. Poi taglio cesareo d’urgenza e sembrava che tutto fosse andato bene. La chiamo oggi per avere notizie delle sue dimissioni.
Sapessi Paola cos’è successo in questa settimana! Luigi, quasi venti mesi, si è ammalato e quando sono tornata a casa due giorni fa l’ho trovato con la febbre e con un respiro molto corto. Lasciando tutto, l’ho portato al pronto soccorso dove l’hanno ricoverato per polmonite. Un polmone funziona male e ha poco ossigeno nel sangue. Naturalmente mi hanno richiesto in modo fermo di restare accanto a lui. Io avevo a casa altri cinque bambini di cui l’ultimo, nove giorni, doveva essere allattato. Mia suocera che fino a un mese fa era con noi, ha trovato un lavoro come badante e quindi a casa non c’è.
Non volevo credere alle mie orecchie e mi domandavo se questa prova fosse proprio necessaria dopo aver detto di sì alla vita. Ingrid però continua:
Mio marito non può più restare a casa nemmeno un giorno, il datore di lavoro gli ha ingiunto di tornare pena licenziamento.
Telefonate e telefonate da parte mia per trovare una persona che, a pagamento, potesse stare con i bambini. Finalmente trovo una nostra ex mamma disponibile e la metto in contatto con Ingrid sperando di rasserenarla.
Subito però ricevo da lei una telefonata:
Paola non ti ho mai detto che mio marito comincia il suo lavoro alle due di notte; come potrebbe fare questa signora a venire a casa mia?
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Mi sento precipitare in un canalone di paura e non vedo nessuna possibilità di luce. Ingrid però, donna con il cuore tenero ma con il desiderio di farcela, irriducibile aggiunge:
C’è una signora nella mia casa che abita sopra di me e che scenderebbe a tenere i bambini ma vuole essere pagata e io non ho soldi. Mio marito non ha nemmeno preso lo stipendio di luglio.
Ecco forse la piccola luce che cercavo
Ingrid, dille assolutamente che venga a badare ai bambini e la pagheremo noi.
Naturalmente faceva fatica a crederci e io a rassicurarla. Poi mi viene un lampo nel cervello:
Ma chi allatterà Fabrizio? No, non ti preoccupare per questo. Io di notte mi tolgo il latte e lo metto nel frigorifero dell’ospedale. Mio marito quando finisce di lavorare alle due di pomeriggio, lo viene a prendere e glielo porta così da fargli fare tutti i pasti.
Lei non lo sa, ma io ho le lacrime agli occhi! Perché ancora e ancora? Ma la madre è la madre e mentre sta con un figlio che fatica a respirare, si toglie il latte per il piccolissimo che sta a casa e lo nutre. Mi mancano le parole, solo il cuore è stretto come in una morsa.