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Vatican Girl: la docuserie di Netflix sul mistero di Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi

Wikipédia / Divulgação

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 26/10/22

Il regista Mark Lewis tenta di squarciare quel manto omertoso che si nasconde dietro la scomparsa della ragazza romana

Indagini tra intrighi vaticani, silenzi, omertà: gioca sull’adrenalina del mistero la docuserie di Netflix dedicata ad Emanuela Orlandi e intitolata Vatican Girl. 

Emanuela Orlandi, cittadina vaticana scomparsa a soli 15 anni dal centro di Roma il 22 giugno del 1983 è ancora uno dei grandi misteri della recente storia italiana. Nella  nuova docuserie Netflix in quattro puntate, Vatican Girl, si indaga sui punti oscuri del rapimento a quasi 40 anni dalla sua scomparsa.

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Cosa accade il 22 giugno 1983

Il 22 giugno del 1983, dopo la lezione di musica, Emanuela Orlandi chiama a casa e avverte la sorella che arriverà dopo rispetto all’orario consueto a causa del ritardo dell’autobus. Accenna anche a un’offerta di lavoro ricevuta da un uomo che l’ha fermata poco prima per strada.

Le telefonate a casa Orlandi

Dopodiché, la protagonista di Vatican Girl si reca alla fermata insieme a due amiche, ma la famiglia non riceve più notizie. Il giorno successivo viene formalizzata la denuncia di scomparsa e la stampa inizia a occuparsi del caso. Nel mentre, a casa Orlandi arrivano telefonate di sedicenti testimoni che affermano di averla incontrata la sera del 22 a Campo dei Fiori. Dopo alcune verifiche, le testimonianze si rivelano prive di fondamento.

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L’avvistamento

Tempo dopo, il fratello Pietro viene a sapere che una ragazza somigliante a Emanuela è stata avvistata mentre parlava con un uomo più grande, tra i 35 e i 40 anni. L’uomo imbracciava una valigetta o una borsa ed era arrivato a bordo di una BMW. Successivamente si scopre che l’auto è stata riparata in seguito alla rottura di un vetro del finestrino anteriore destro, causata da un colpo scagliato dall’interno verso l’esterno.

L’Amerikano

Il 5 luglio 1983, due giorni dopo l’appello del Papa rivolto ai responsabili della scomparsa, la sala stampa vaticana riceve una telefonata. È un uomo, ribattezzato l’Amerikano, che asserisce di tenere in ostaggio la ragazza. Parla dell’attentato di cui è stato vittima il pontefice due anni prima e chiede che intervenga affinché l’aggressore, Ali Agca, venga liberato.

L’incontro con Alì Agca

Dopo anni di illazioni e presunte piste, tra cui quella che la vorrebbe in Inghilterra, le indagini arrivano a un vicolo cieco e interviene Pietro Orlandi. Incontra Ali Agca, il quale conferma l’ipotesi del rapimento per conto del Vaticano e annuncia che la ragazza dovrebbe trovarsi in Francia o Svizzera. L’anno dopo, le informazioni date da Agca si sono rivelate infondate.

Le risposte cercate da Mark Lewis

Un annuncio, una richiesta di rilascio, un’attesa eterna che il regista Mark Lewis in Vatican Girl, tenta di raccogliere e restituire in formato documentaristico nella speranza di trovare una risposta, o quantomeno fare ordine tra le fila di un fatto di cronaca italiana vestito di mistero. Un mistero che ancora brancola nel buio: un interrogativo senza risposta.

Un viaggio tra depistaggi e indizi

Il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi pare celarsi tutto lì, rinchiuso tra le mura del Vaticano, dove la fede ha lasciato spazio al dolore, la speranza alla disperazione, la luce del sole, al buio del silenzio. 

Il regista Mark Lewis con il suo Vatican Girl tenta di squarciare quel manto omertoso, dando voce a quei cuori frammentati, depredati dalla presenza della giovane, ma anche dando spazio a testimoni e conoscenti prima inascoltati. Un viaggio al ritroso, tra depistaggi e indizi sconcertanti, compiuto sulla forza dei ricordi e della potenza della parola.

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