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Diego Dalla Palma: sì, ho perdonato gli abusi di quel sacerdote

diego dalla palma

Rai|Youtube

Paola Belletti - pubblicato il 22/12/21

Ospite a Verissimo non parla solo di abusi, ma racconta molto di sé e delle convinzioni che ha maturato sui temi centrali della vita umana: la morte, la bellezza, il desiderio di giustizia. Un'intervista tutt'altro che leggera.

Meriggiare non del tutto assorto

Era sabato pomeriggio e stavo piegando un bel po’ di vestiti puliti. Dio benedica l’asciugatrice (e la suocera che anni fa me la regalò).

La tv era accesa su canale 5 e non le prestavo molta attenzione perché l’operazione di piegatura e riordino del bucato ancora tiepido e profumato è un’occupazione di per sé piacevole. Ripetitiva, manuale e olfattiva – ditemi che anche voi quando ripiegate felpe, t-shirt e asciugamani, prima di riporli nella cesta ve li annusate voluttuosamente.

L’aspetto visivo era un po’ sacrificato perché il carico nativo di quel ciclo di asciugatura era bianco. Alzo ogni tanto sbadatamente lo sguardo allo schermo fino a che un uomo agé, affascinante, vestito di giallo e blu cattura la mia attenzione.

Le interviste di Verissimo

E non si trattava solo di outfit, coraggioso ma perfetto. Più coordinato ancora di questi aspetti alla fine superficiali mi è parso lo sguardo di costui. Caspita, così sembra l’incipit macchinoso di una aspirante scrittrice di romanzi alla sua opera prima, che, dopo tanta leziosità, ci si augura sia anche ultima.

Diego Dalla Palma

La dico meglio: era entrato in studio a Verissimo, ospite di Silvia Toffanin, Diego Dalla Palma.

So che ha una storia alquanto travagliata, che ha avuto con la sessualità un rapporto disordinato al punto che per anni quella dimensione ha preso il monopolio della sua intera esistenza; so che c’è di mezzo anche una dolorosa e lunga vicenda di abusi sessuali subiti quando era poco più che bambino da parte di un sacerdote. E che la sua fede è ancora soprattutto ricerca, con una comprensibile resistenza per la dimensione ecclesiale.

Quindi di sicuro la sua non è una testimonianza che possiamo prendere e semplicemente rilanciare.

Un uomo

Eppure, nonostante si trovasse in un salotto televisivo leggero, dove la sempre più brava padrona di casa alterna a interviste di gossip altre più sostanziose e interessanti, era una presenza.

I grandi temi: bellezza, dolore, morte

Ha dato risposte coraggiose su temi caldi, anzi roventi: la vita (che meraviglia), la fama e il successo (niente, sono solo niente, tutto questo, cara Silvia, è niente), la bellezza? viene dal dolore; la morte? un passaggio misterioso come la nascita e, in fondo, niente di ché perché – lo dice in nome di un’esperienza di coma che lo ha portato alle soglie dell’aldilà, “so che continuerò anche dopo questo passaggio”.

Certo, in altre situazioni ha rilasciato affermazioni ben più discutibili e pericolose, legate alla paura per la fragilità e l’abbruttimento che deriva dalla malattia, mentre invece, caro Diego, anche quel tipo di stato ha in sé una grazia, anzi la Grazia per eccellenza. E la vita è degna sempre, addirittura di più quando è ridotta a sembrare il suo opposto.

Silvia Toffanin e la sua nuova “luccicanza”

Ci fa paura, ne parliamo pochissimo, in quest’epoca tanto superficiale “invece, cara Silvia, quello che sto per dire è importante per me, è importante per te e lo è per quelli che ci ascoltano”.

Si rivolge direttamente a lei che non so come riesca a ricacciare indietro un fiotto di lacrime e a sciogliere il nodo in gola che la strozza. Sì, bisogna parlarne e sapere che le persone non se ne vanno, non finiscono nel nulla. Tua mamma, Gemma, morta pochi mesi fa (ora sto parafrasando), il tuo dolore per la sua morte, ti hanno dato una luccicanza, una glicerina negli occhi che prima non avevi. Per questo le tue interviste sono così intense, adesso.

Dalla malga allo showbiz

Arrivato ai vertici come make up artist e stilista a livello internazionale, è anche scrittore e imprenditore. Il periodo più formativo, assicura adesso, è quello vissuto in malga, coi suoi genitori, nei boschi, quasi sempre solo.

Ha avuto e consumato diversi amori, con uomini e donne, e di questo si pente perché affannandosi a possedere si è accorto che ora è rimasto svuotato. Svuotandosi, prima, e offrendosi ad un amore esclusivo sa che ora avrebbe avuto proprio ciò che più gli manca.

Gli abusi subiti e il perdono

Tra le domande della conduttrice non manca quella sul tema più difficile e scabroso: gli abusi subiti in collegio a Venezia. Ci arriva, accompagnato dalla mamma, a 15 anni; nella foto che introduce il capitolo Diego coglie la sua tragica impreparazione a ciò che lo avrebbe aspettato di lì a pochi giorni.

Racconta della divisione tra poveri, quasi tutti orfani, e figli di famiglie abbienti, distinti anche nei menu, ai primi la mortadella, ai secondi il prosciutto (ma lui preferiva la prima). E racconta dell’incontro con questo sacerdote, Padre Ugo, da Gubbio. Lo irretisce piano piano, facendogli credere di dovergli fare dei massaggi. Ma,

Spero che tu apprezzi quello che sto per dirti, Silvia: E’ passato

Lo hai perdonato?

Sì.

Un giorno la sua segretaria lo avvisa che al telefono c’è un anziano sacerdote, da Gubbio, che lo vuole parlargli.

Aveva questa vocina flebile…Pensa mi ha chiesto addirittura se gli volevo ancora bene.

Più che gli abusi, l’ipocrisia

Ma io voglio dirti una cosa perché mi piace essere un uomo per quanto possibile sincero. Non mi pesava tanto quel che accadeva la sera verso le nove, nove e un quarto in quel corridoietto con la madonnina lampeggiante rossa, in fondo, ma quanto quel che succedeva la mattina dopo all’alba, in campo Sant’Agnese, alla chiesa di Sant’Agnese quando si andava a messa e si parlava di rettitudine, di forza di volontà per vincere le tentazioni si parlava di come si fugge e si sfugge dal peccato e io dicevo ma Dio mio, ma se poche ore fa è successo tutto il contrario a cosa devo credere io?

Prostituirsi è orrendo, ma mangiare fa sopravvivere

Il dialogo prosegue. Diego Dalla Palma dopo Venezia e quell’esperienza, ma anche lo studio e l’amore per l’arte, arriva a Milano. Non ha nulla, arriva a prostituirsi per sopravvivere. E di questo nuovo girone infernale per le vie luccicanti del centro dice le sole cose che si possano dire: prostituirsi è orrendo.

Perché mortifichi la tua identità, il tuo orgoglio, tutto di te. Ma, attenzione, se ho mangiato una pizza quella sera non posso rinnegare il mio gesto.

La famiglia e il desiderio di giustizia

Tornano i ricordi della madre, della sua fierezza per i risultati del figlio e di nuovo quella parola, dell’inizio: la consapevolezza, che entrambi i genitori, ma soprattutto il papà, avevano in sé.

Ho cercato di essere un uomo giusto, cerco tutt’ora, mi impegno tutti i giorni ad essere un uomo giusto. E soffro perché vedo che il mondo non è giusto.

Il racconto si interrompe, il programma ha i suoi tempi e anche noi, di qua dello schermo. Dalla Palma invita Silvia Toffanin a proseguire nella sua crescita umana e, ça va sans dire, a continuare a curare la sua immagine così elegante e misurata.

Nel frattempo anche io ho finito di piegare, annusare e riporre i panni puliti. Un altro elettrodomestico mi chiama col suo segnale acustico al limite del molesto. Ripenso alle ultime dichiarazioni di quel signore ormai quasi anziano ma padrone di sé e mi sembra un bambino.

Ci ha già salvato un Bambino

Come un bambino soffre per il dolore e l’ingiustizia che vede fuori nel mondo e forse non sa, non ha ancora conosciuto davvero che è proprio un bambino che ci ha salvato, che ci sta salvando da ogni ingiustizia, sofferenza, peccato e morte e che queste cominciano germinando nei nostri cuori, compreso il suo.

E’ proprio quel Bambino che ha reso la morte un passaggio, come ha intravisto lui, e non più un abisso. Solo il Bambino Gesù ha aspettato di diventare grande per portarsi in croce ogni peccato, ingiustizia, abuso, strazio inflitto a tutte le innocenze del mondo.

Caro Diego, quel Bambino ha già salvato anche te ed è da Lui, forse non lo sai ma lo intuisci, che scorre quel torrente che sbuca anche nel tuo cuore e ti ha permesso di perdonare persino il sacerdote che ti ha ingannato e ferito.

Buon Natale, dunque.

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