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Perché vaccinare i bambini? Non è meglio che prendano la malattia?

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 18/11/20

Molte persone dubbiose nei confronti dei vaccini oggi pensano che prendersi la malattia sia vantaggioso. Vediamo cosa ci dice la scienza in merito.

I vaccini vengono spesso descritti come “vittime del loro successo”. La loro efficacia, la loro sicurezza e la loro diffusione hanno permesso di ottenere una drastica riduzione delle malattie infettive che si possono prevenire proprio grazie ai vaccini. Questo ha causato, da un lato, un notevole miglioramento dello stato di salute della popolazione mondiale.

Dall’altro lato, le nuove generazioni sono andate progressivamente perdendo la consapevolezza di cosa significa ammalarsi di tetano, di difterite, di poliomielite, o anche di morbillo. Molte persone dubbiose nei confronti dei vaccini oggi pensano che prendersi la malattia sia vantaggioso, per alcune convinzioni: che i rischi della malattia siano inferiori rispetto ai rischi del vaccino (“prima, quando uno si prendeva il morbillo stava a casa un po’ di giorni e passava tutto”), che il vaccino possa indebolire il sistema immunitario e la malattia sia in grado invece di fortificarlo, e che la malattia permetta di acquisire una migliore capacità di difendersi dalle malattie rispetto ai vaccini. Vediamo cosa ci dice la scienza in merito a questi tre punti.

È vero che le malattie infettive prevenibili con i vaccini non sono tanto rischiose?

È vero che le malattie infettive prevenibili con i vaccini non sono tanto rischiose? E che i rischi della malattia naturale sono inferiori a quelli del vaccino?

Il punto fondamentale è che grazie ai vaccini, alcune malattie infettive circolano di meno, e, per questo, in assoluto vediamo meno frequentemente di prima le complicanze gravi di queste malattie.
Un esempio su tutti. Il morbillo può causare, in ordine di frequenza: polmonite (una persona su 20 con il morbillo), infezione del cervello (encefalite, 1 su 500- 1000), morte (1 su 1000), riduzione del numero di piastrine (1 su 3000).

Il vaccino contro il morbillo può causare: febbre (1 su 10), riduzione del numero di piastrine (1 su 30,000), shock anafilattico (1 su 1.000.000). Anche se il morbillo circola meno che in passato, comunque il rischio di avere una forma grave di malattia è di gran lunga superiore alla possibilitàdi sviluppare uno dei rarissimi effetti collaterali del vaccino.

E il morbillo non è l’unica malattia prevenibile in grado di dare queste complicanze.
La poliomielite può causare paralisi, la varicella può causare polmonite e una grave encefalite, una meningite da Haemophilus o da Pneumococco può comportare un grave ritardo mentale, la parotite può portare a sordità o sterilità.




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È possibile che i vaccini possano indebolire il sistema immune?

È possibile che i vaccini possano indebolire il sistema immune? E che al contrario le malattie possano fortificarlo?

La risposta immunitaria stimolata dal vaccino segue la stessa strada della risposta stimolata dal microbo originario. I meccanismi immunologici che vengono attivati sono gli stessi. La differenza è che, nel caso del vaccino, non si verificano mai i gravi danni che il microrganismo naturale può provocare al nostro corpo: dalla meningite causata dal meningococco alla polmonite della varicella alla paralisi della poliomielite.

Inoltre, molte ricerche hanno dimostrato che, se si confrontano bambini vaccinati e bambini non vaccinati, i bambini vaccinati non hanno, rispetto ai non vaccinati, nessun rischio maggiore di sviluppare altre malattie infettive o malattie autoimmuni.

In realtà, molte malattie infettive prevenibili con i vaccini, come ad esempio il morbillo o la varicella, possono causare un forte indebolimento del sistema immunitario, che può aprire la strada a nuove infezioni gravi, come le polmoniti da stafilococco o da pneumococco.

La protezione indotta dalla malattia naturale è migliore di quella del vaccino?

La protezione indotta dalla malattia naturale è migliore di quella del vaccino? È quindi meglio non  vaccinarsi e aspettare di ammalarsi?

In alcuni casi, il vaccino non riesce a stimolare un’immunità duratura quanto la malattia provocata dal virus ‘naturale’.

È ad esempio il caso del morbillo: 2 dosi di vaccino fanno acquisire la memoria immunologica al 95% delle persone.

Si tratta di una percentuale altissima, soprattutto se, come detto sopra, si considera che i rischi del vaccino sono irrisori rispetto a quelli della malattia.

La maggioranza dei vaccini ha un’efficacia – cioè una capacità di proteggere dalla malattia infettiva – molto elevata, tanto da eliminare la possibilità di ammalarsi. Quelli in cui l’efficacia è più limitata, permettono comunque di proteggere chi li riceve dalle complicanze gravi della malattia. In ultima analisi, il ragionamento sta tutto su qual è il prezzo da pagare.

I vaccini non sono al 100% esenti da rischi, ma si tratta di rischi contenuti e decisamente non confrontabili con i rischi di una malattia infettiva. In termini di rischio, vaccinandoci paghiamo un prezzo molto, molto basso. Se pure la malattia infettiva può dare un’immunità più duratura, in questo caso il costo in termini di rischio è troppo elevato.




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