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A casa, a scuola o all’aperto: dove si prendono le infezioni?

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Gladskikh Tatiana | Shutterstock

Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 12/05/20

Il freddo non fa ammalare, anzi, la probabilità di contrarre un’infezione è più alta negli ambienti chiusi: ma molto dipende dalla stagione...

di Andrea Finocchi

Spesso si pensa che il freddo faccia ammalare. In realtà non è così. Per ammalarsi è infatti necessaria la presenza di un agente infettivo. Il cosiddetto “colpo di freddo”, quindi, non c’entra proprio niente e non fa “venire la bronchite”. Anzi, la probabilità di contrarre un’infezione è molto più alta in un ambiente piccolo e poco areato, dove respirano più persone e dove magari c’è il riscaldamento. È vero però che i virus che causano le infezioni respiratorie (come il raffreddore e l’influenza) circolano di più nella stagione fredda ed è quindi naturale che il rischio di ammalarsi sia più alto tra autunno e inverno. Ma perché circolano di più? Nella stagione fredda i bambini, ma anche gli adulti, trascorrono più tempo al chiuso, condividendo spazi ristretti e talvolta molto affollati dove la circolazione di virus e batteri è molto facilitata.

Inoltre, paradossalmente, il riscaldamento degli spazi chiusi riduce l’idratazione delle mucose del naso, una delle barriere che aiutano a tenere i virus sotto controllo. In realtà, se adeguatamente coperti e portati fuori nelle ore centrali della giornata, i bambini hanno minori possibilità di entrare in contatto con gli agenti infettivi rispetto a quando rimangono a lungo in luoghi poco areati. Ovviamente in questo caso è importante che siano vestiti in maniera adeguata, “a cipolla”, con più strati di abbigliamento, in maniera tale da potersi alleggerire quando si entra in ambienti più caldi.
In generale, i bambini piccoli devono essere coperti un poco di più di quanto si vesta una persona adulta, in quanto, nei primi mesi di vita, hanno minori capacità di termoregolazione.




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Diverso è il discorso durante la stagione estiva, nella quale sono più comuni le infezioni intestinali e della pelle, causate da microbi che, ad esempio, possono annidarsi in acqua e sulla spiaggia.
Virus, funghi e batteri crescono e prolificano molto bene in tutti gli ambienti caldo umidi: ecco perché in spiaggia, nell’acqua del mare (soprattutto dove sono presenti i divieti di balneazione) e in piscina può esserci il rischio contrarre un’infezione intestinale o della pelle. In generale, quando giocano in spiaggia, è consigliato che i bambini indossino almeno il costume, e che non restino a contatto troppo a lungo con il costume bagnato. Diversamente, i bambini e ancor più le bambine potrebbero correre il rischio di sviluppare infezioni delle vie urinarie o infezioni da Candida. Comunque, se si frequentano piscine, palestre o parchi acquatici, al fine di prevenire le infezioni è necessario seguire alcuni accorgimenti, come indossare sempre ciabatte personali, non prestare o scambiarsi gli asciugamani, asciugare bene la pelle per evitare che rimangano zone umide.

Altre infezioni piuttosto frequenti in estate sono le cosiddette otiti esterne. Nelle otiti esterne, la pelle che riveste il condotto uditivo esterno si infetta nella zona dove si è verificata una piccola ferita, o in seguito alla “macerazione” causata dal contatto prolungato con l’acqua. I fattori che aumentano il rischio di sviluppare otite esterna sono quindi i bagni prolungati, l’elevata umidità, l’utilizzo improprio dei cotton fioc (dal 2021 fuori mercato, Ndr), le contaminazioni batteriche delle aree balneari, la formazione di funghi nelle piscine. Sono, quindi, molto diffuse durante i mesi estivi, quando i piccoli trascorrono in acqua gran parte del loro tempo.


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