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Le parole della Bibbia che fortificano la coppia nelle prove

LOVE

Bogdan Sonjachnyj - Shutterstock

Maëlys Devolvé - pubblicato il 25/11/19

Nelle piccole scaramucce di tutti i giorni, nei difetti di comunicazione o in una crisi coniugale profonda che rende esangue la vita famigliare, la Parola di Dio può essere di grande aiuto.

Per le coppie, leggere insieme la Parola di Dio è una necessità, dice Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Amoris Lætitia:

Perché non raccontare a Dio ciò che turba il cuore, o chiedergli la forza per sanare le proprie ferite e implorare la luce di cui si ha bisogno per sostenere il proprio impegno? I Padri sinodali hanno anche evidenziato che «la Parola di Dio è fonte di vita e spiritualità per la famiglia. Tutta la pastorale familiare dovrà lasciarsi modellare interiormente e formare i membri della Chiesa domestica mediante la lettura orante e ecclesiale della Sacra Scrittura. La Parola di Dio non solo è una buona novella per la vita privata delle persone, ma anche un criterio di giudizio e una luce per il discernimento delle diverse sfide con cui si confrontano i coniugi e le famiglie».

Amoris Lætitia 227

Sono parole adeguate a circostanze difficili. Ogni coppia ha le proprie prove, che siano legate al tempo, alla malattia, alle difficoltà sul lavoro, ma anche a una mancanza di ascolto o a dei difetti di comunicazione. Nel cuore della tempesta, quando la crisi sembra insormontabile, la Parola di Dio consola e rischiara quelli che si concedono il tempo di leggerla e di meditarla.


FIDANZAMENTO COPPIA

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Ecco una selezione di sei testi della Bibbia da leggere insieme invocando lo Spirito Santo per trovare il soccorso necessario a superare le crisi coniugali. I testi sono accompagnati dal commento di Bénédicte Lucereau, consulente coniugale e autrice di Paroles de la Bible pour les couples, pubblicato in Francia per le edizioni Artège.

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Artège

1Il matrimonio di Sara e di Tobia

Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola, Tobia disse a Raffaele: «Fratello Azaria, domanda a Raguele che mi dia in moglie mia cugina Sara». Raguele udì queste parole e disse al giovane: «Mangia, bevi e sta’ allegro per questa sera, poiché nessuno all’infuori di te, mio parente, ha il diritto di prendere mia figlia Sara, come del resto neppure io ho la facoltà di darla ad un altro uomo all’infuori di te, poiché tu sei il mio parente più stretto. Però, figlio, voglio dirti con franchezza la verità. L’ho data a sette mariti, scelti tra i nostri fratelli, e tutti sono morti la notte stessa delle nozze. Ora mangia e bevi, figliolo; il Signore provvederà». Ma Tobia disse: «Non mangerò affatto né berrò, prima che tu abbia preso una decisione a mio riguardo». Rispose Raguele: «Lo farò! Essa ti viene data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato stabilito che ti sia data. Prendi dunque tua cugina, d’ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella. Ti viene concessa da oggi per sempre. Il Signore del cielo vi assista questa notte, figlio mio, e vi conceda la sua misericordia e la sua pace». 

Raguele chiamò la figlia Sara e quando essa venne la prese per mano e l’affidò a Tobia con queste parole: «Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mosè ti viene concessa in moglie. Tienila e sana e salva conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi assista con la sua pace».

Tb 7,9-13

Il matrimonio è un’istituzione che vincola fra loro due famiglie. Ogni coniuge deve lasciare la propria famiglia per creare la coppia. Per questo, i genitori devono anch’essi lasciare i propri figli perché siano liberi di condurre la propria vita. È un fondamento del matrimoni. Quindi Dio accompagna la libertà dei coniugi che si scambiano il consenso, e dona loro la grazia di amarsi nella fedeltà malgrado gli ostacoli e gli imprevisti della vita.




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2Pietà di me, mio Dio

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;

nella tua grande bontà cancella il mio peccato.

Lavami da tutte le mie colpe,

mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,

il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato,

quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto;

perciò sei giusto quando parli,

retto nel tuo giudizio.

Ecco, nella colpa sono stato generato,

nel peccato mi ha concepito mia madre.

Ma tu vuoi la sincerità del cuore

e nell’intimo m’insegni la sapienza.

Purificami con issopo e sarò mondo;

lavami e sarò più bianco della neve.

Fammi sentire gioia e letizia,

esulteranno le ossa che hai spezzato.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,

cancella tutte le mie colpe.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova in me uno spirito saldo.

Non respingermi dalla tua presenza

e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia di essere salvato,

sostieni in me un animo generoso.

Sal 50,3-14

La realtà è che siamo tutti deboli, orgogliosi ed egocentrici. In coppia vogliamo avere ragione, prevalere sull’altro, farci servire o coccolare… Non facciamo fatica a dare senza pensare al ritorno e a ricevere l’amore dell’altro così com’è, anche se ci aspettavamo altro? Siamo peccatori, non sappiamo amare bene. Lo riconosciamo? Dio ci perdona sempre e ci insegna ad amare come lui. Gli chiediamo il suo perdono? Perdoniamo al nostro coniuge le sue debolezze, le sue insufficienze, le sue colpe?


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3Dio conforta gli sposi che non ce la fanno più

Chi ha poco da offrire

sceglie un legno che non marcisce;

si cerca un artista abile,

perché gli faccia una statua che non si muova.

Non lo sapete forse? Non lo avete udito?

Non vi fu forse annunziato dal principio?

Non avete capito

le fondamenta della terra?

Egli siede sopra la volta del mondo,

da dove gli abitanti sembrano cavallette.

Egli stende il cielo come un velo,

lo spiega come una tenda dove abitare;

egli riduce a nulla i potenti

e annienta i signori della terra.

Sono appena piantati, appena seminati,

appena i loro steli hanno messo radici nella terra,

egli soffia su di loro ed essi seccano

e l’uragano li strappa via come paglia.

«A chi potreste paragonarmi

quasi che io gli sia pari?» dice il Santo.

Levate in alto i vostri occhi

e guardate: chi ha creato quegli astri?

Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito

e li chiama tutti per nome;

per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza

non ne manca alcuno.

Perché dici, Giacobbe,

e tu, Israele, ripeti:

«La mia sorte è nascosta al Signore

e il mio diritto è trascurato dal mio Dio?».

Non lo sai forse?

Non lo hai udito?

Dio eterno è il Signore,

creatore di tutta la terra.

Egli non si affatica né si stanca,

la sua intelligenza è inscrutabile.

Egli dà forza allo stanco

e moltiplica il vigore allo spossato.

Anche i giovani faticano e si stancano,

gli adulti inciampano e cadono;

ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza,

mettono ali come aquile,

corrono senza affannarsi

camminano senza stancarsi.

Poiché io sono il Signore tuo Dio

che ti tengo per la destra

e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto».

Is 40,20-31; 41,13

Quante volte nella vita di coppia sentiamo la fatica, la stanchezza, il peso del quotidiano e della routine, talvolta pure l’angoscia dell’avvenire! Dio ci dice che sta al nostro fianco, che si è impegnato con noi il giorno del nostro matrimonio, che ci darà sempre quel di cui abbiamo bisogno per la strada: abbiamo fiducia in lui? Gli chiediamo tutto quel di cui abbiamo bisogno? Lo ringraziamo quando rinfranca le nostre forze, quando viene in nostro aiuto?


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4La tempesta sedata

Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?» Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da stupore e dicevano: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?».

Mt 8,23-27

Tormente, tempeste, crisi… Tutte le coppie ne conoscono. La barca della coppia è minacciata da onde e venti contrari, da correnti che separano le strade e conducono su scogli cattivi. Rancori, gelosie, indifferenze, disamore, tutto può condurre alla rottura. È però quando ci si sente poveri, impotenti e in pericolo che il nostro grido tocca il cuore di Dio. «Aiutaci, Signore, coliamo a picco! Salvaci!». Allora Gesù ci attira a sé e caccia gli spiriti di paura, di indipendenza, di divisione. Egli ricrea il nostro amore e lo configura al suo.


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5Le nozze di Cana

Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». Gesù le disse: «Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta». Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà». C’erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. Gesù disse loro: «Riempite d’acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all’orlo. Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l’acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora».

Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.

Gv 2,1-11

Terribile il matrimonio in cui non c’è più vino per far festa! Com’è triste un matrimonio in cui il gioioso amore del principio s’è trasformato in acre aceto di interminabili rimproveri, di vite parallele, di noie e di litigi. Gesù ci dice che con lui vale la pena di vivere: il vino migliore arriva alla fine. Sì, è vero: un amore umile, che si riceve quotidianamente dalle mani di Dio, è un lavoro artigianale che richiede tempo ed energia, ma che è fecondo; è meraviglia gioiosa davanti alla bellezza nascosta dell’altro, è danza sempre nuova di una relazione da alimentare e da reinventare ogni giorno. Ecco ciò che rende gloria a Dio.


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6Appello all’unità e alla pace

Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

Ef 4,1-6

Ecco una parola di Paolo che si potrebbe porre a regola di vita della coppia perché le sia assicurata una buona salute relazionale: umiltà, dolcezza, pazienza, ricerca dell’unità nella pace. Solo lo Spirito Santo invocato quotidianamente può donare di vivere questa comunione nell’amore così come la descrive san Paolo. È un solo corpo, una sola anima, un solo spirito pur lasciando distinte le due persone, ben separate: questo è lo spirito missionario, perché la coppia è testimonianza anche dell’unicità e dell’universalità dell’amore di Dio per ogni uomo. «Guardate come si amano!».

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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