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Nigeria: giovani donne violentate e recluse per poi vendere i loro bambini!

African woman crying

By Diego Cervo!Shutterstock

Silvia Lucchetti - pubblicato il 02/10/19

Questa terrificante “fabbrica” di neonati è stata scoperta dalla polizia di Lagos, e purtroppo non è un caso isolato.

Una notizia sconvolgente ci arriva dalla Nigeria, paese africano in forte crescita economica ma dove la metà dei 190 milioni di abitanti vive ancora in condizioni di estrema povertà. In una strada di Lagos era stato notato uno strano concentramento di giovani donne incinte e di bambini, per cui qualcuno ha avvisato la polizia che ha scoperto qualcosa che va oltre la nostra immaginazione.

Con il miraggio di un lavoro, giovani donne venivano attirate nella capitale dove un gruppo di criminali le costringeva a prostituirsi oppure ad avere rapporti sessuali con diversi uomini, con lo scopo di farle rimanere in gravidanza e vendere poi i bambini così venuti al mondo a potenziali acquirenti (Avvenire).

Sono state liberate 19 donne in attesa e 4 bambini

Con l’intervento della polizia sono state sottratte ai loro aguzzini 19 donne già incinte, di età compresa fra i 15 e i 28 anni, provenienti da zone rurali del Paese, e salvati quattro bambini che sarebbero stati presto venduti al primo acquirente che si fosse interessato a loro (Ibidem).

Pregnant african woman – fr
© Evgeny Atamanenko/SHUTTERSTOCK

Sandra Aguebor

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1270 euro per un maschio e 800 per una femmina

Il costo di un neonato maschio era di 500.000 naire nigeriane (circa 1270 euro), mentre per le femmine, che su questo orrido “mercato” valgono meno, potevano bastarne 300.000 (circa 800 euro). Al momento sono state arrestate solo due donne, di 40 e 54 anni, Happiness Ukwuoma e Sherifat Ipeya, ma è in corso la caccia agli altri sospettati, il principale dei quali è un’altra donna madre di 5 figli: “Madam” Oluchi (Avvenire). Le due donne agli arresti operavano anche come “infermiere”, anche se non avevano mai ricevuto alcuna formazione di carattere sanitario, ma il loro ruolo principale era quello di carceriere, limitando i movimenti delle gravide che venivano strettamente controllate fino al parto, quando i bambini venivano loro strappati per essere trasferiti in altri appartamenti dove si effettuava la loro compravendita.

Lo scorso anno liberati 160 bambini

Purtroppo si viene a scoprire che già in passato erano stati sgominati gruppi criminali con le stesse inclinazioni “imprenditoriali” – lo scorso anno in un altro raid simile furono liberati 160 bambini (Ansa)- mentre le indagini attualmente si concentrano, oltre che sulla individuazione e cattura dei complici di quest’ultimo sodalizio, anche sul tentativo di risalire all’identità di quanti erano in procinto di comprare, e di coloro che avevano già acquistato, povere creature nate in tale contesto di violenza estrema.

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Pexels

Intanto le autorità si stanno prodigando per fornire a queste donne così terribilmente vittimizzate le cure fisiche e psicologiche necessarie, e aiutarle a trovare quanto prima una sistemazione consona alle loro condizioni, tenendo altresì conto che spesso – proprio a causa di quanto patito – vengono discriminate e addirittura rifiutate dagli stessi contesti socio-familiari di provenienza.




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