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Nonno Domenico prende la licenza media a 83 anni: così i nipoti sono fieri di me

DOMENICO DI BARTOLOMEO

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La classe di Domenico di Bartolomeo del Cpia1 Corato (Bari)

Paola Belletti - pubblicato il 21/06/19

In questi giorni tutti dopo "la notte prima degli esami" sono tante le storie particolari da raccontare: questa di nonno Domenico spicca per semplicità e positività.

Si sa che nonni e nipoti hanno un legame spesso magico, capace di sprigionare energie insospettabili nei più anziani e fornire ai più giovani una carica abbondante di amore gratuito e accoglienza incondizionata essenziale per la grande traversata della vita. Sarà stato una sorta di “dai nonno, siamo sicuri che puoi farcela” ha dargli la spinta decisiva?




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Nonno Domenico, intervistato per Repubblica, spiega così il suo traguardo eccezionale solo apparentemente fuori tempo massimo:

Capita la sera che leggiamo insieme delle storie – il sorriso di Domenico è intimidito dall’intervista inaspettata – E mi piace l’idea che ora siano orgogliosi di me e dei miei miglioramenti. (Repubblica)

L’ottuagenario signor Di Bartolomeo si ricorda della sua ultima volta tra i banchi di scuola quando al posto delle biro si usavano ancora la penna e il calamaio e in un banco ci si stringeva in quattro.

Ha iniziato a studiare quasi per curiosità e per il disagio che ha confessato di provare pensando di sprecare il suo tempo a giocare a carte al bar. Che meraviglia l’uomo, con quella sua inestirpabile insoddisfazione, quella sua irriducibile inquietudine che resta come il ronzio di fondo dell’universo, eco del nostro personale Big Bang! Una delle prove più a portata di mano, questa, per ricordarci che siamo grandi, fatti per non accontentarci, capaci di imprese eroiche anche quando sembrano normali. In fondo questo anziano signore ha “solo” preso la licenza media!

La prof di lettere di Domenico e dei suoi variegati compagni di avventura si chiama Maria Pansini e insegna tutti i pomeriggi al Cpia 1 di Corato, Bari.

 Nella scuola statale che garantisce a cittadini italiani e stranieri servizi e attività per l’educazione in età adulta, Domenico ha studiato italiano, matematica, scienze, francese e tecnologia, tutti i pomeriggi per un anno, dal lunedì al venerdì.

E’ un percorso scolastico pensato per chi è rimasto indietro per motivi diversi, per chi si è trovato con meno possibilità degli altri: immigrazione, abbandono scolastico, diverse forme di povertà. Così la classe “licenziatasi” qualche giorno fa è bella variopinta:

Domenico è circondato dai colori di tutto il mondo. “Il primo della classe è Pepejean, uno studente universitario scappato dalla Costa d’Avorio – racconta la prof Maria Pansini. C’è una signora che è tornata a Corato dal Venezuela dopo i recenti disordini. E ancora, c’è Eduard che sa scrivere con ironia, c’è Aldo che ha 17 anni e ha scritto un tema simpatico descrivendo sua madre e Arcangela che ha scritto una toccante lettera a suo nonno che non c’è più. Ci sono Anna, Mario, Savino, Maria e Filippo che da genitori si sono messi in gioco ad una età non semplice per tornare tra i banchi di scuola. Donason e Abdul se la sono cavata con un italiano ancora incerto ma con l’impegno di chi vuole migliorare, Vincenzo è venuto a scuola con le mani screpolate dal duro lavoro in campagna, Tommaso arrivava dopo il turno in fabbrica, Giuseppe e Raffaele ora sperano in un lavoro migliore, più stabile. (Rep)
DIRTY HANDS
Di Ralf Geithe - Shutterstock

Parla con un certo bel piglio quando viene interpellato come “capo” della squadra dei licenziandi. Dice che ha voluto iscriversi per imparare sempre di più rispetto a quello che attualmente sapeva. “Quindi magari adesso sono avanzato di livello (…ride), nell’anzianità c’è sempre da imparare.” (video Rep)

Vorrebbe addirittura proseguire e il fatto di non poterlo fare, ma chi lo sa?, gli causa un certo rammarico.

Aggiunge che si è trovato bene con tutti, che c’erano con lui anche diversi ragazzi di colore e che erano brave persone, come ce ne sono di meno brave. Una constatazione ineccepibile, per quanto può testimoniare lui dalla sua diretta e circoscritta esperienza. Nulla a che vedere con la complessità dei problemi che lo sfruttamento dell’immigrazione e i rischi ad essa correlati (tutti di non poco conto) comporta.

In questo desiderio di riscatto, di miglioramento continuo, di elevazione da condizioni di disagio siamo veramente tutti affratellati, basta che ci si trovi in condizioni sufficientemente stringenti!

In questa tornata estiva di esami di fine ciclo, allora, siamo contenti di mandare le nostre congratulazioni a tutti gli studenti affaticati sulle sudate carte (o gli umidi schermi!) e a quelli tra loro più audaci e insoliti. Bravo nonno Domenico, alla prossima avventura!


UNGARETTI, BARTALI, MATURITA

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