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Cosa ricorda un bambino piccolo dell’omelia domenicale?

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Marlena Bessman-Paliwoda - pubblicato il 08/10/18

Più di quanto credete!

Vi siete mai chiesti come genitori se vale davvero la pena di portare vostro figlio piccolo a Messa? È un dubbio piuttosto comune, e devo ammettere che l’ho avuto anch’io. Cerco di allontanare questo pensiero dalla mente, ma quando torna in modo intenso ricordo un aneddoto risalente a qualche anno fa.

Nostro figlio maggiore aveva appena compiuto tre anni, ma era già abbastanza bravo in alcuni compiti domestici, e quindi volevo insegnargli a rifarsi il letto.

Vi chiederete sicuramente cos’abbia a che vedere con la Messa domenicale. Continuate a leggere e non avrete più dubbi sul fatto di portare vostro figlio in chiesa, nonostante gli inconvenienti.

Frankie e il cuscino

“Frank, per favore, metti il cuscino nel letto mentre finisco di preparare la cena”, gli ho detto.

“Non ci riesco”, mi ha risposto.

“Tesoro, certo che ci riesci. Lo hai già fatto un sacco di volte, non ti ricordi?”, ho replicato sorridendo, e sono uscita dalla sua stanza, ma ho continuato a osservarlo.

Frank è rimasto accanto al letto per qualche secondo sentendosi impotente, poi è salito sul letto senza il cuscino. Che stava facendo? Sul nostro letto c’erano una croce e un’immagine della Madonna, e Frank ha iniziato a parlare.

“Gesù, per favore, aiutami a mettere il cuscino nel letto. Da solo non ci riesco”.

Ed è rimasto lì ad aspettare, guardando la croce e attendendo che succedesse qualcosa. Avrei voluto vedere la mia faccia in quel momento. Sono entrata piano piano nella stanza.

“Frankie, cosa fai?”, gli ho chiesto.

“Mamma, non riesco a mettere il cuscino da solo, e allora ho chiesto a Gesù di aiutarmi”, mi ha risposto guardando la croce.

“E?”, ho chiesto un po’ nervosa, pensando che avrei dovuto spiegargli dei concetti piuttosto complicati per un bambino di tre anni.

“Non è sceso dalla croce per aiutarmi”, mi ha detto triste e deluso.




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Gesù mi ha dato la forza

Mi è venuto in mente solo un modo per reagire: l’ho abbracciato e ho sospirato, pensando a una possibile risposta, ma per fortuna mio marito è entrato nella stanza e gli ha detto con entusiasmo: “Frank, a Gesù non serve scendere dalla croce!”

“Noooo?”, ha chiesto sorpreso.

“Ti ha dato la forza di cui hai bisogno per riuscire a farlo da solo. Provaci!”

Frank si è messo all’opera, e in un attimo il cuscino era al suo posto. Fiero di sé, felice e con gli occhi pieni di gioia ha iniziato a saltare sul letto.

“Sai che quando ricevi qualcosa devi ringraziare Gesù, gli ha detto il padre. Frank ha risposto subito: “Grazie, Gesù, perché ora sono forte!”

“Frank…”. Volevo conoscere l’origine di una fede tanto precoce. “Frank, perché hai chiesto aiuto a Gesù?”




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Quello che un bambino di tre anni ascolta a Messa

Frank non era più interessato alla conversazione e ha iniziato a misurare la sua forza afferrando il piumone, ma ha detto quasi senza pensarci: “Lo ha detto il sacerdote a Messa”.

Mio marito ed io ci siamo guardati e abbiamo ricordato l’ultima parte dell’omelia della sera precedente. “Se non sappiamo come fare qualcosa o c’è qualcosa che non ci viene bene, diciamo a Gesù: ‘Signore, non riesco a farlo da solo, aiutami’, e lui ci aiuterà”.

Frank, tre anni, ha confidato e ha fatto semplicemente quello che gli era stato consigliato a Messa.

I bambini piccoli ascoltano, ricordano e capiscono più di quanto pensiamo, anche le questioni di fede e spiritualità quando li portiamo in chiesa.

A volte sento che sono i bambini a insegnarmi la fede – una fede semplice, fedele e basata sulla fiducia. Come genitori, una cosa importante che possiamo fare è dar loro l’opportunità di ascoltare la Parola di Dio.

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