Il santo racconta come ha ricevuto le prime piaghe. La strana visione dell'Arcangelo
Padre Pio ha poco più di trent’anni. È magro e, sul viso incorniciato dalla folta barba scura, spiccano gli occhi grandi, colmi di curiosità e stupore. Ora, anche di sofferenza.
E’ il 21 agosto 1918 quando scrive al suo direttore spirituale, padre Benedetto, una lettera in cui parla, per la prima volta, di «quel giorno» in cui «sono stato ferito a morte».
«Sono sommerso da un oceano di fuoco», annota Padre Pio. «La ferita aperta sanguina e sanguina sempre. Da sola basterebbe a farmi morire mille e mille volte. E l’eccesso di dolore mi rende furibondo, senza volerlo mi fa delirare…».

In “La dolcezza del fuoco” (Ancora editrice) Roberto Allegri riporta le prime missive scritte dal santo di Pietrelcina al suo padre spirituale, le prime note personali del santo, e ricostruisce il contesto in cui Padre Pio riceve quelle «ferite dell’amore» che gli provocano tanta sofferenza, ma anche un contatto forte e diretto con Cristo.
Il racconto della visione
San Giovanni Rotondo, Convento dei frati cappuccini, 20 settembre 1918
Da un mese, padre Pio tiene nascosto ai confratelli il suo stato. Sopporta e prega. Invoca un capire, un faro che lo diriga attraverso la nebbia della sua confusione. Ha vissuto qualcosa di immenso, lo sa bene. Ma non riesce a decifrarlo. Forse non vuole neppure farlo perché uno strano senso di vicinanza a Gesù lo colma di trepidazione. La sofferenza lo unisce a Dio.
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E’ strazio, per lui, anche il solo deglutire. Per un attimo, distoglie lo sguardo dal crocifisso e lo fissa a terra, senza vedere nulla, immerso nel ricordo di quel terribile momento che non potrà mai più dimenticare. E’ nella sua cella che il santo annota cosa gli è accaduto.
Non so cosa ho visto. Chi ho visto. Ma era lì. E incuteva rispetto e timore, e sembrava che riempisse tutto lo spazio, irradiando onde come fosse fuoco. Il suo viso… non l’ho guardato. Ma l’arma che teneva in mano, quella sì. Una lunga lancia, la punta affilata che mandava bagliori. Michele Arcangelo, in un dipinto, aveva una lancia come quella. Lucida e scintillante, pronta per essere scagliata. E l’essere venuto dal Cielo, lì di fronte a me, la sua arma l’ha scagliata davvero. Rapido e forte, uno strappo violento dal suo braccio. L’arma diretta verso di me.