In realtà non merito mai il perdono, è Dio che vuole donarmelo
Non so molto bene quale sia il peggiore dei miei peccati. Mi confondo e mi confesso di quello che credo sia il peggiore. O lo tengo nascosto per paura dell’immagine che potrei proiettare. Paura di quello che dirà la gente, di quello che penserà.
Diceva padre Josef Kentenich: “È un errore quando crediamo in generale che i peccati contro il sesto comandamento siano i peggiori. Può essere così in un certo senso, in quanto questi peccati predispongono a molti altri, ma di per sé non sono i peggiori. Qual è il peggiore? La negazione di Dio” [1].
La negazione di Dio. La sfiducia assoluta nell’amore di Dio.

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Come affrontare il peccato?
Gesù dice: “Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata”. Si riferisce a quelli che dicevano che aveva dentro uno spirito immondo.
Si riferisce al peccato contro Dio. Al negare Dio e a prescindere da Lui nella mia vita. Si tratta del rifiuto radicale della grazia che Dio offre per la conversione.
La blasfemia contro lo Spirito Santo è presumere e rivendicare il diritto di perseverare nel male e non credere al bene che Dio può operare in me.
È un rifiuto del perdono che Cristo mi offre. È l’ostinazione nei confronti di Dio portata fino all’estremo. È rifiutarsi deliberatamente di ricevere la sua misericordia. Il cuore si indurisce.
Non ha nulla a che vedere con il mio peccato, perché non c’è peccato che non possa essere perdonato. È chiudermi al suo sguardo di misericordia. Dubitare del fatto che Dio mi possa perdonare.
Com’è accaduto con Giuda. Non ha creduto al perdono di Gesù. Pietro, invece, dopo aver negato ha creduto in Gesù più che in se stesso.