Nel 1522 Ignazio parte a piedi dalla sua casa di Loyola, nei Paesi Baschi, per arrivare a Barcellona e imbarcarsi verso Gerusalemme. In realtà si fermerà a lungo a Manresa, dove la sua esistenza riceve una vera e propria illuminazione.
Ma tutto il viaggio è una progressiva rivelazione: su queste strade prendono corpo le esperienze spirituali che portano Íñigo López de Loyola (1491-1556) a fondare negli anni successivi la Compagnia di Gesù (i gesuiti) e quegli “Esercizi Spirituali” che da allora accompagnano come un fiume di benedizione il popolo cristiano (fino al contemporaneo papa Francesco, anch’egli gesuita).
Perché fare il cammino
In “Il cammino di Sant’Ignazio” (Terre di Mezzo), José Luis Iriberri SJ e Chris Lowney spiegano come fare in autonomia il Cammino.
«Intraprendi il Cammino per ringraziare di tutto ciò che hai, conoscere meglio te stesso, mettere alla prova la tua resistenza, riflettere sul tuo futuro o semplicemente per divertimento».
Le insidie
Le tappe sono 27 e il totale da percorrere è di 658 chilometri: dai Paesi Baschi sino alla Catalogna.
I Paesi Baschi sono montuosi e spesso umidi, la zona de los Monegros, è invece arida. Primavera e autunno sono i periodi migliori. La regione di Zaragoza ha invece un clima mediterraneo semiarido, continentale. Le precipitazioni medie sono di 310mm, soprattutto in primavera, con siccità nel periodo estivo. Le temperature in estate raggiungono i 40 gradi. In inverno variano tra 0 e 10 gradi, in questa stagione fare attenzione alle nevicate da Loyola a Logroño. Si consiglia di consultare la meteorologia locale.
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I luoghi più interessanti
Santuario di Loyola (qui sopra): ad Azpeitia, nei Paesi Baschi, sorge il magnifico complesso del Santuario di Loyola, costruito attorno alla casa natale di sant’Ignazio. Qui ha inizio il nostro Cammino.
Logroño: capoluogo della Rioja, ospita bellissime chiese, come Santa María de la Redonda, coi suoi campanili gemelli in stile barocco.
Verso Araia: si cammina nel Parco naturale di Aizkorri-Aratz, tra boschi e immensi prati punteggiati da rocce bianche e animali al pascolo.
Tudela: in particolare scultoreo della Porta del Giudizio, sul retro della cattedrale. Tudela, graziosa cittadina della Navarra, fu fondata dagli arabi nell’802. Al posto della cattedrale, fino all’XI secolo, sorgeva una grande moschea.
Alfaro: il paese è conosciuto come il “paradiso delle cicogne”: in alcuni periodi dell’anno è frequente vederle in cima a chiese e palazzi.
Saragozza: tra le meraviglie della città, spicca la basilica del Pilar, in stile gotico-mudéjar. È il centro di culto mariano più antico della cristianità.
Montserrat: il monastero benedettino di Santa María de Montserrat, che ospita la statua della Vergine “Moreneta” (dal colore scuro della carnagione). Qui Ignazio trascorse una notte di preghiera e abbandonò le armi e i vecchi abiti, simbolo della sua vita passata.
Verso San Jaume de Castellbell: la vista migliore del Montserrat si gode sulla strada per Manresa, che si snoda in mezzo ai campi.
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Un altro mondo
La Spagna di Ignazio era probabilmente abitata solamente da sette o otto milioni di persone, appena un quinto della popolazione di oggi. Le città avevano solo una frazione della dimensione attuale. A Saragozza vivono 700mila persone, mentre nell’anno 1500 solo circa in ventimila avevano lì il loro domicilio.
Barcellona presenta un contrasto ancora più stridente, tra 1,6 milioni di abitanti di oggi e i quarantamila che aveva quando la conobbe Ignazio. Questo non vuol dire che a lui parve piccola: era una delle maggiori città d’Europa e la più grande che avesse mai visto fino a quel momento. Nemmeno la Spagna gli sarebbe parsa spopolata o vuota: era l’unico mondo che conosceva.
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