Il pontefice sprona gli adulti a lasciare più spazio nella Chiesa ai giovani e alle loro idee innovative. Al contempo i giovani, nell'agire, devono tener presenti radici, origini, cultura che provengono dai loro antenati
Parlando con i giovani convocati per il pre-sinodo a Roma, Papa Francesco, lo scorso 19 marzo, ha chiesto di abbandonare la logica velenosa del «si è sempre fatto così». Che logora anche la stessa Chiesa.
Ma con quelle parole cosa ha voluto dire Papa Francesco? Che dalla Chiesa vanno spazzate via le leve più anziane, che magari con la loro mentalità la ingessano, per far largo, senza remore alle nuove generazioni?
Non proprio. Non è una sostituzione radicale quella che chiede Papa Francesco, ma è uno sprone nei confronti dei giovani ad inserirsi nella vita della Chiesa senza timori, e man mano prenderne le redini. I giovani devono fare leva sulle radici culturali di chi li ha preceduti. Innovare la Chiesa senza dimenticare le origini.
Questo percorso deve cominciare nelle singole parrocchie, dai sacerdoti, da coloro che attualmente li affiancano e, anagraficamente, sono un pò più avanti con gli anni: nessun timore di integrare i giovani e renderli protagonisti!

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Il Papa lo ha spiegato bene nel suo discorso: «Nei momenti difficili il Signore fa andare avanti la storia con i giovani». «Mi sembra – ha proseguito Francesco – che siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti».