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Credere è mettersi in cammino con fiducia

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 27/03/22

Credere è mettersi in cammino proprio quando mancano prove evidenti riguardo ciò che crediamo. Come fa il padre del Vangelo di oggi

Vangelo di lunedì 28 marzo 2022

Trascorsi due giorni, partì di là per andare in Galilea. Ma Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». S’informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.

(Giovanni 4,43-54)

La storia raccontata nel Vangelo di oggi potrebbe assomigliare a tante altre storie di guarigione narrate nel Vangelo. Eppure la disperazione di questo padre che cerca Gesù perché il figlio è in fin di vita, trova nel racconto dell’evangelista Giovanni alcuni dettagli interessanti:

«Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.

Credere è mettersi in cammino proprio quando ci mancano prove evidenti su ciò che crediamo. La fede non è un convincersi un po’ alla volta ma bensì è un affidarsi un po’ alla volta. È in questa dinamica di graduale fiducia che la grazia di Dio opera cambiamenti:

Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». S’informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia.

Molti di noi invece ragioniamo al contrario perché ricerchiamo prove per poterci affidare ignorando che solo la fede ci permette di vedere un cambiamento. Senza fede ci rimangono solo i fatti senza vie d’uscita, la fede invece è l’intuizione di un imprevisto che cambia tutto. Se non credi che possa esserci un imprevisto nell’ineluttabilità della vita, allora la vita rimane ineluttabile. 

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