La guerra in Ucraina ha distolto l’attenzione dagli altri conflitti nel mondo. Che purtroppo sono forse meno mediatici, ma non meno gravi, in termini di morti e distruzione. In totale gli Stati coinvolti nelle guerre sono 70. Le Milizie-guerriglieri e gruppi terroristi-separatisti-anarchici attivi sono 869.
Daghestan e Cecenia: il fronte europeo
In Europa, oltre alla guerra tra Ucraina e Russia, i punti caldi sono la Cecenia (guerra contro i militanti islamici), e il Daghestan (guerra contro i militanti islamici): sono entrambi territori della ex Unione Sovietica.

Il massacro in Siria
In Asia il conflitto più pericoloso, di cui si parla davvero poco, è quello in Siria. 333 persone sono state uccise solo a febbraio nella guerra civile in corso da circa 11 anni. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui nel bilancio si contano 161 vittime civili, di cui 34 tra bambini e adolescenti e 11 donne.
Le vittime tra militari e miliziani sono 172, per lo più miliziani islamici del Daesh, membri delle Forze democratiche siriane (Sdf, a guida curda), militari governativi e combattenti anti-regime. L’Osservatorio denota anche un aumento dei bombardamenti nella «de-escalation zone» che si estende tra la periferia di Aleppo e il governatorato di Lattakia e che ha visto oltre 1.400 missili caduti su obiettivi civili e militari (Avvenire, 2 marzo).

Le altre guerre in Asia
Nel resto dell’Asia i fronti di guerra sono: Afghanistan (Talebani hanno preso il potere ad Agosto 2021), Birmania-Myanmar (guerra contro i gruppi ribelli), Filippine (guerra contro i militanti islamici), Pakistan (guerra contro i militanti islamici), Thailandia (colpo di Stato dell’esercito Maggio 2014).
Nel Medio Oriente focus sui conflitti in Iraq (guerra contro i militanti islamici dello Stato Islamico), Israele (guerra contro i militanti islamici nella Striscia di Gaza), Yemen (guerra contro e tra i militanti islamici).
La battaglia in Camerun
In Africa, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più seria la situazione in Camerun. Nella regione anglofona (a sudovest e nordovest del Camerun) sono all’ordine del giorno gli scontri fra le forze armate dello Stato centrale, francofono, e quelle separatiste, che combattono per l’indipendenza della regione. Una situazione conosciuta come Crisi Anglofona, o Guerra dell’Ambazonia, così come gli indipendentisti hanno ribattezzato il territorio che ospita il 20% della popolazione camerunese, di retaggio britannico.
«La vita è quasi normale qui, negozi e banche sono aperti. Però c’è sempre il rischio che quando sei al mercato, mentre guidi, qualcuno faccia esplodere una bomba, ti colpisca un proiettile volante, o che la polizia ti arresti perché crede che tu sia complice dei separatisti», riassume a Zeta Blaise Eyong, giornalista del Camerun anglofono. Human Rights Watch ha stimato che, nel solo 2020, il conflitto ha portato alla morte di «centinaia di civili» e alla fuga di «decine di migliaia di persone» (zetaluiss.it).

Le altre guerre in Africa
In Africa sono in guerra 31 Stati. I punti più caldi sono in Burkina Faso (scontri tra etnici), Egitto (guerra contro militanti islamici ramo Stato Islamico), Libia (guerra civile in corso), Mali (scontri tra esercito e gruppi ribelli), Mozambico (scontri con ribelli RENAMO), Nigeria (guerra contro i militanti islamici), Repubblica Centrafricana (spesso avvengono scontri armati tra musulmani e cristiani), Repubblica Democratica del Congo (guerra contro i gruppi ribelli), Somalia (guerra contro i militanti islamici di al-Shabaab), Sudan (guerra contro i gruppi ribelli nel Darfur), Sud Sudan (scontri con gruppi ribelli).
I due conflitti nelle Americhe
Infine nelle Americhe, le guerre in corso sono legate al narcotraffico, ed estese ad alcune regioni della Colombia e del Messico, con numerosi scontri a fuoco tra esercito regolare e guerriglieri armati dai narcos.