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Il dramma di Lexi: nascondere al mondo il suo disturbo bipolare

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Prime Video via youtube

Silvia Lucchetti - pubblicato il 24/02/22

L'emozionante interpretazione di Anne Hathaway in Modern Love nei panni di Lexi, una giovane e brillante avvocatessa che soffre di disturbo bipolare, ci spinge a riflettere su una malattia psichiatrica più diffusa di quanto si potrebbe immaginare

In questi giorni sto rivedendo su Amazon Prime Video le prime puntate della prima stagione di ModernLove, una serie televisiva americana ispirata alla celebre rubrica del New York Times che da oltre venti anni tenta di rappresentare con successo, evitando di cadere nel banale sentimentalismo, le varie sfaccettature dell’amore.

“Prendimi per quella che sono, chiunque io sia”

La terza puntata ha come titolo: “Take me as I am, whoever I am” (Prendimi per quella che sono, chiunque io sia).

La protagonista, interpretata da una straordinaria Anne Hathaway, è Lexi, giovane e promettente avvocatessa che inizia a raccontarsi partendo da questa frase emblematica:

Chi sono io? io… è difficile descrivermi. Cioè… siamo tutti difficili da descrivere, ma io sono davvero difficile perché ho questa piccola cosa.

Lexi soffre di disturbo bipolare dagli anni del liceo

La storia si snoda man mano, fino a rivelare solo verso la fine l’elemento principale che la caratterizza, determinando i frequenti alti e bassi a cui la giovane donna fin dall’adolescenza va incontro. 

Un susseguirsi senza fine di momenti di grande entusiasmo, energia ed iniziativa, ed altri in cui si spegne, chiudendosi in se stessa e scomparendo agli occhi di tutti.

Disturbo bipolare: recuperare le fasi down con periodi di produttività

È iniziato al liceo, un giorno sono voluta rimanere a letto e i miei me lo hanno permesso. Credevano che stessi male visto che non riuscivo a scendere fisicamente dal letto! Ventuno giorni dopo ero ancora lì… trovai il trucco per convivere con il mio problema: avrei recuperato le fasi down con periodi di produttività, sarei diventata una studentessa modello! In questo modo potevo mancare il 50% dell’anno, dando il massimo nell’altra metà. Lo stesso all’Università: settimane senza uscire dal dormitorio e poi settimane in biblioteca a recuperare, a ottenere voti eccellenti! E poi… sono venuta a New York, ho surclassato la concorrenza in numerosi studi legali fino a che, uno a uno, non si sono resi conto che la mia attenzione ai dettagli, le giornate a lavorare incessantemente fino a mezzanotte su un caso non bastavano a bilanciare i miei disastrosi record di assenze.

Viene licenziata e finalmente svela alla sua collega la malattia di cui soffre

Il racconto si avvia così al momento clou: viene licenziata per l’ennesima volta, ma in questo ultimo studio legale ha trovato una collega afroamericana più anziana con cui ha stretto un rapporto al di là del solo aspetto professionale, che nel momento del commiato la invita a prendere un caffè, durante il quale Lexi si sente di svelarle il suo segreto.

“I’m bipolar”

È un momento liberatorio straordinario che descrive come se un elefante le avesse finalmente tolto le zampe dal petto. Da questa rivelazione, in cui ha sentito di poter essere accettata anche se “bipolare”, la sua vita cambia e inizia a curarsi seriamente con tante pillole di vari colori, come lei commenta allegramente,  recuperando un migliore equilibrio umorale che la porta a rimettersi in gioco anche dal punto di vista sentimentale, dopo i tanti fallimenti dolorosamente sperimentati.

Una storia ben raccontata ed interpretata per le esigenze dello schermo, ma che contemporaneamente ci spinge a riflettere su una malattia psichiatrica più diffusa di quanto si potrebbe credere.

Le caratteristiche del disturbo bipolare

Un disturbo che si caratterizza per l’alternanza di fasi down, depressive, in cui l’umore è molto basso, sonno e appetito si alterano, le risorse intellettive si appannano, emergono forti sensi di colpa da cui si sviluppano pensieri suicidari.(DSM-5 Diagnostic and Statistical Manuel of Mental Disorders)

E fasi up, maniacali o ipomaniacali (meno gravi) che vedono il soggetto eccessivamente ottimista, iperattivo, impulsivo, insonne e inappetente, irritabile, incapace di valutare le conseguenze di propri comportamenti avventati, ed in alcuni casi aggressivo fino alla  violenza fisica. (Ibidem)

Il rischio di suicidio è 15 volte superiore

L’esordio della malattia avviene più spesso nell’adolescenza e nella prima età adulta, il rapporto fra maschi e femmine è sostanzialmente identico, e il rischio di suicidio viene valutato come 15 volte superiore a quello della popolazione generale. (DMS-5)

Le donne hanno più probabilità di presentare fasi depressive rispetto ai maschi, e di manifestare un maggior ricorso all’assunzione di alcol. Questa patologia risente di una forte componente genetica, in quanto si stima un rischio medio maggiore di 10 volte nei parenti adulti di individui con disturbo bipolare.  (Ibidem)

Lo stigma della malattia mentale

Tornando alla puntata, il racconto di Lexi evidenzia come nella sua vicenda, emblematica però per la malattia psichiatrica in generale, un elemento pesantemente sfavorevole sia rappresentato dallo stigma, il marchio fortemente negativo attribuito al malato mentale, per cui quest’ultimo viene totalmente ad identificarsi con l’etichetta diagnostica.

La solitudine di quando ci si nasconde

E come avviene alla protagonista, il continuo tentativo difensivo di nascondere il proprio problema anche alle persone emotivamente significative rischia di diventare una condanna auto-inflitta: quella del rifiuto di se stessi e della asfissiante solitudine che ne consegue.

Il tu a chi è umanamente rivolto il grido: “Prendimi per quello che sono, chiunque io sia”, diventa un Tu accorato per noi cristiani che confidiamo nell’amore gratuito di Dio per tutti i suoi figli, sani e malati, retti e peccatori.    

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