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Un nuovo studio nega l’uccisione di bambini nelle scuole residenziali cattoliche in Canada

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Francisco Vêneto - pubblicato il 02/02/22

Lo storico Jacques Rouillard mette in discussione l'ubicazione dei presunti “resti mortali”, e indica gravi incongruenze nei rapporti che hanno scioccato il mondo nel 2021

Circa 7 mesi dopo uno scandalo di proporzioni planetarie su “centinaia di bambini indigeni” sepolti in modo anonimo “nelle scuole cattoliche del Canada”, una svolta mette alla berlina gran parte delle narrative del 2021.

Lo storico Jacques Rouillard, professore emerito della Facoltà di Storia dell’Università di Montreal (Canada), ha pubblicato sul portale canadeseDorchesterReview.ca l’11 gennaio un testo in cui afferma che “nessun corpo” di bambino è stato trovato nelle presunte fosse comuni, in sepolture clandestine o in qualsiasi altra forma di sepoltura irregolare nella Scuola Residenziale Indigena Kamloops del Canada, e men che meno sono stati trovati indizi del fatto che dei bambini siano stati assassinati.

In base ai documenti presentati da Rouillard, 51 bambini sono morti in quell’internato tra il 1915 e il 1964. Nel caso di 35 di loro sono stati trovati documenti che provano la causa della morte, soprattutto malattie e in alcuni casi incidenti. Nessuno dei 51 bambini è stato assassinato.

Le voci del 2021

Nel corso del 2021, tuttavia, ha avuto ampie ripercussioni sui grandi media canadesi, e da lì su quelli mondiali, la presunta scoperta di sepolture senza identificazione in scuole residenziali indigene del Paese. Diffuse immediatamente sulle reti sociali, queste affermazioni si sono trasformate in narrative diverse, alcune delle quali affermavano che “centinaia di bambini” erano “state uccise” e “sepolte segretamente” in “fosse comuni” o in tumuli irregolari nei terreni di “scuole cattoliche” di “tutto il Canada”.

Varie delle scuole residenziali indigene in questione, pur appartenendo al Governo canadese, erano affidate per la gestione a congregazioni religiose, molte delle quali cattoliche. Per questo, la Chiesa è stata rapidamente accusata di “connivenza o omissione” di fronte ad “abusi e atti di violenza, fisica e psicologica”, inflitti ai bambini nativi in quelle istituzioni, fondate dal Governo per “integrare i bambini nativi” nella società canadese.

Il modello governativo di presunta integrazione, però, è stato accusato di costringere i bambini a distanziarsi bruscamente da cultura, tradizioni e lingue del proprio popolo. Visto che non è stato possibile sostenere che “centinaia di bambini” siano “state uccise” in “scuole cattoliche”, i media sono passati a enfatizzare l’indignazione sociale provocata non dalle morti in sé, ma da modo in cui i bambini erano stati separati dalla famiglia sia in vita che al momento della sepoltura.

Perfino la Cina, il cui Governo comunista perpetra esplicitamente abusi sistematici e comprovati nei confronti dei diritti umani dei propri cittadini, ha chiesto al Tribunale dei Diritti Umani dell’ONU, nel giugno 2021, un’indagine sulle “violazioni dei diritti umani della popolazione indigena del Canada”. Amnesty International, organizzazione che difende apertamente l’assassinio di bambini in gestazione attraverso l’aborto libero, ha chiesto che i responsabili dei “resti mortali” ritrovati a Kamloops venissero processati.

Nuove informazioni

Jacques Rouillard, però, chiede: dove sono i presunti “resti mortali”?

In base all’esteso e dettagliato articolo del ricercatore, la presunta “scoperta” di oltre “200 corpi” di bambini “morti in scuole cattoliche” si è basata su una scansione del terreno fatta con il radar alla ricerca di corpi di bambini che già si supponeva fossero stati sepolti in modo anonimo in un appezzamento appartenente alla scuola residenziale indigena di Kamloops. Un rapporto preliminare non ha trovato alcun corpo, ma solo spaccature del terreno in un meleto vicino. Nessun “resto mortale” è stato esumato, ma la leader indigena canadese Rosanne Casimir ha affermato che, “secondo la ‘conoscenza’ della comunità”, quelle anomalie del suolo “erano 215 bambini scomparsi”, inclusi alcuni di appena 3 anni.

Rouillard prosegue l’esposizione delle sue indagini affermando che sulla base di quelle anomalie del suolo, la giovane antropologa Sarah Beaulieu, che aveva supervisionato le cosiddette “scansioni”, aveva teorizzato che ci fossero 200 “possibili sepolture” sul posto. Solo uno scavo, tuttavia, potrebbe presentare prove certe, ma non ne è stato eseguito nessuno, né all’epoca né oggi.

Reazioni accalorate

Le informazioni hanno provocato una serie di violenti attacchi incendiari a varie chiese cattoliche canadesi.

Anche se la responsabilità ultima delle scuole e della loro metodologia spetta al Governo canadese, i vescovi cattolici del Canada hanno chiesto pubblicamente perdono per le gravi mancanze commesse da membri della Chiesa nella gestione di quegli istituti. Oltre alle parole, la Chiesa ha anche assunto impegni concreti con le comunità native canadesi. Secondo Vatican News, sono stati messi a disposizione 30 milioni di dollari in tutto il Canada per 5 anni per finanziare programmi da definire congiuntamente tra i leader indigeni e le diocesi, le parrocchie e gli organi della Chiesa nel Paese. Monsignor Donald Bolen, arcivescovo di Regina, ha affermato che si tratterà di “un lungo cammino”, e che è “importante percorrerlo: abbiamo bisogno di portare avanti azioni concrete per la giustizia e la riconciliazione”.

Rappresentanti delle comunità indigene canadesi hanno espresso alla Santa Sede il desiderio di un incontro personale con il Papa, esigendo direttamente da lui una richiesta di scuse. Il Pontefice si è detto disposto ad accettare, e il 27 ottobre 2021 il bollettino quotidiano della Santa Sede ha reso noto che “la Conferenza Episcopale del Canada ha invitato il Santo Padre Francesco a compiere una visita apostolica in Canada, anche nel contesto del processo pastorale, in atto da tempo, di riconciliazione con i popoli indigeni. Sua Santità ha manifestato la sua disponibilità a recarsi nel Paese in una data che sarà fissata più avanti”.

In contrapposizione all’atteggiamento di responsabilizzazione e riconciliazione che la Chiesa cattolica ha presentato fin dall’inizio delle presunte “scoperte”, manifestanti radicali anticattolici hanno reagito con sciocca violenza in Canada, promuovendo un’ondata di attacchi contro le chiese e dando una dimostrazione di cosa significhi in realtà quello che strombazzano come “desiderio di pace e riconciliazione”.

Marcia indietro

La marcia indietro rappresentata dal materiale di Jacques Rouillard sta iniziando ad avere ripercussioni su altri media del Nordamerica, mettendo in discussione le narrative precedenti e le loro intenzioni.

The Spectator Worldsi chiede: “Perché il Governo canadese non ha aspettato di avere delle prove prima di lanciare il Paese in una spirale di furia e violenza anticristiana?”

IlNational Post rafforza la proposta di Jacques Rouillard di esortare tutti i Canadesi a chiedersi se, “nel cammino della riconciliazione, non sarebbe meglio cercare e raccontare la verità completa anziché creare deliberatamente miti sensazionalisti”.

The Daily Wire ricorda che all’epoca delle presunte “scoperte”, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau ha dichiarato categoricamente che “resti mortali sono stati ritrovati nell’ex scuola residenziale Kamloops”, e che quel ritrovamento “mi spezza il cuore”, essendo a suo avviso “un doloroso promemoria di quel capitolo scuro e vergognoso della storia del nostro Paese”.

Si scavi ora letteralmente per far emergere la reale e completa e farla conoscere al mondo.

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