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Cos’ha detto il Vaticano II sull’aborto?

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Lothar Wolleh | CC BY-SA 3.0

Philip Kosloski - pubblicato il 20/01/22

Il Concilio Vaticano II è stato chiaro nel suo insegnamento sul valore di ogni vita umana, dal concepimento alla morte naturale

Se la società moderna cambia continuamente i suoi valori in base a ciò che è popolare al momento, la Chiesa cattolica non ha mai fatto passi indietro nella sua difesa di ogni vita umana, dal concepimento alla morte naturale.

Questo include il Concilio Vaticano II, che non ha indebolito ma rafforzato l’insegnamento della Chiesa a favore della vita.

In particolare, il Concilio si è opposto con decisione all’aborto e a tutte le offese alla vita umana. La posizione della Chiesa è esposta nel documento Gaudium et Spes:

Scendendo a conseguenze pratiche di maggiore urgenza, il Concilio inculca il rispetto verso l’uomo: ciascuno consideri il prossimo, nessuno eccettuato, come un altro « se stesso », tenendo conto della sua esistenza e dei mezzi necessari per viverla degnamente (…).

Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche; tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili: tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose. Mentre guastano la civiltà umana, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l’onore del Creatore”.

Gaudium et Spes, n. 27

Il ministero della salvguardia della vita

La Chiesa non solo si è pronunciata contro l’aborto, ma ha anche rafforzato il “ministero” di salvaguardare la vita, imponendo a tutti i cattolici il dovere di fare tutto ciò che è alla loro portata per proteggere la vita:

Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita: missione che deve essere adempiuta in modo degno dell’uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli”.

Gaudium et Spes, n. 51

Uno dei modi più importanti di salvaguardare la vita umana dal concepimento è proteggere simultaneamente la dignità dell’amore coniugale:

Quando si tratta di mettere d’accordo l’amore coniugale con la trasmissione responsabile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato secondo criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella dignità stessa della persona umana e dei suoi atti, criteri che rispettano, in un contesto di vero amore, il significato totale della mutua donazione e della procreazione umana; cosa che risulterà impossibile se non viene coltivata con sincero animo la virtù della castità coniugale. I figli della Chiesa, fondati su questi principi, nel regolare la procreazione, non potranno seguire strade che sono condannate dal Magistero nella spiegazione della legge divina”.

Gaudium et Spes, n. 27

Nessuna spiegazione scientifica

La Chiesa sottolinea inoltre che la scienza moderna afferma la realtà della vita umana fin dai primi stadi del suo sviluppo.

A volte la questione dell’aborto viene sostenuta da argomentazioni per le quali la vita umana non inizierebbe al momento del concepimento, e che la vita umana nel grembo è un “ammasso di cellule” che può essere distrutto.

Queste argomentazioni basate sulla “scienza” del concepimento sono tuttavia semplicemente false, e non offrono alcun sostegno all’aborto.

Scienza genetica

La Congregazione per la Dottrina della Fede lo ha sottolineato già nel 1974, nella sua Dichiarazione sull’aborto procurato:

La scienza genetica moderna fornisce preziose conferme. Essa ha mostrato come dal primo istante si trova fissato il programma di ciò che sarà questo vivente: un uomo, quest’uomo individuo con le sue note caratteristiche già ben determinate. Fin dalla fecondazione è iniziata l’avventura di una vita umana, di cui ciascuna delle grandi capacità richiede tempo, per impostarsi e per trovarsi pronta ad agire. Il meno che si possa dire è che la scienza odierna, nel suo stato più evoluto, non dà alcun appoggio sostanziale ai difensori dell’aborto”.

Le società primitive potrebbero teoricamente sostenere un’argomentazione simile, non sapendo esattamente cosa accada nel grembo materno, ma la scienza moderna è chiara sul fatto che tutto ciò che è presente al momento del concepimento poorta a una persona umana unica.

La scienza sostiene la difesa della vita

San Giovanni Paolo II lo ha sottolineato chiaramente nella sua enciclica Evangelium vitae, spiegando che in realtà la scienza sostiene la difesa della vita umana nel grembo:

Del resto, tale è la posta in gioco che, sotto il profilo dell’obbligo morale, basterebbe la sola probabilità di trovarsi di fronte a una persona per giustificare la più netta proibizione di ogni intervento volto a sopprimere l’embrione umano. Proprio per questo, al di là dei dibattiti scientifici (…), la Chiesa ha sempre insegnato, e tuttora insegna, che al frutto della generazione umana, dal primo momento della sua esistenza, va garantito il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità e unità corporale e spirituale: «L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita”.

Nel suo documento, inoltre il Vaticano indicava che la questione dell’aborto non dovrebbe essere basata sulla biologia, visto che riguarda la moralità umana:

Del resto, non spetta alle scienze biologiche dare un giudizio decisivo su questioni propriamente filosofiche e morali, come quella del momento in cui si costituisce la persona umana e quella della legittimità dell’aborto. Ora, dal punto di vista morale, questo è certo: anche se ci fosse un dubbio concernente il fatto che il frutto del concepimento sia già una persona umana, è oggettivamente un grave peccato osare di assumere il rischio di un omicidio. «È già un uomo colui che lo sarà»”.

Il dato di fatto è che l’aborto è l’uccisione di un’altra persona umana. Chiunque sostenga l’aborto deve venire a patti con questa realtà e chiedersi se la società dovrebbe permettere l’omicidio deliberato di una persona.

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