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Come trasformare la rabbia in un senso di pace?

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Mathilde De Robien - pubblicato il 30/12/21

La rabbia è un sentimento al contempo prezioso e pericoloso

I motivi per nutrire rabbia sono tanti. Derivano da situazioni banali, come gli imbottigliamenti nel traffico la mattina che infastidiscono chi è in ritardo, le affermazioni contraddittorie sulle restrizioni per motivi sanitarie, le tensioni nella vita personale…

Non c’è niente di sbagliato nel provare rabbia. Questa emozione primaria (come la tristezza, la gioia e la paura) è condivisa a livello generale, anche se non tutti la esprimono allo stesso modo.

Nel libro The Force of Emotions, Christophe André spiega che la rabbia è al contempo preziosa e pericolosa. È preziosa perché è una fonte d’energia di fronte ad aggressione, frustrazione o ingiustizie, ed è pericolosa perché può sfuggire al nostro controllo e diventare un disastro personale (provocando grande stress) e relazionale (ostacolando qualsiasi forma di scambio).

Per Césaire Falletti, monaco dell’ordine cistercense, non bisogna cercare di soffocare la rabbia, ma di trasformarla.

Il religioso afferma che nutrire rabbia non significa dover distruggere tutto, ma che si debba saper “gridare e dire la verità in coscienza”.

Ma cosa fare con la rabbia che si prova? Tenendola dentro si corre il rischio di scatenare un senso di vendetta.

Il religioso, però, offre la risposta che ci può aiutare:

“La rabbia inventa la pace, e forse la offre senza che ce ne accorgiamo, perché spesso può essere espressa solo come il grido dei poveri a Dio. È questo grido che dà voce a molti profeti, quelli della Bibbia e quelli presenti oggi tra noi”.

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