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Spiritualità
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«Siate pronti»: per il bene possibile ora e per l’eternità

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Di PorporLing|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 19/10/21

Come dei velocisti ai blocchi di partenza, attenti al segnale, coi muscoli tesi: la vita spirituale è essere pronti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese;
siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

(Lc 12, 35-38)

Essere pronti è forse la maturità più grande che una persona deve raggiungere nella sua vita spirituale. Anzi la definizione stessa di vita spirituale dovrebbe coincidere con “essere pronti”: “Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese”. Una persona è pronta quando è completamente tesa verso ciò che sta per accadere. Un po’ come gli sportivi che si preparano ad una corsa e che si tengono pronti al punto di partenza a scattare non appena arriva il segnale.

La vita eterna è quel segnale che aspettiamo, ma tutta questa vita è un tendere ad esso, è un farsi trovare pronti. E l’unica maniera che abbiamo per esserlo è essere completamente attenti a ciò che c’è in questo momento della nostra vita. È vivere nel qui ed ora e non nel lì e dopo. Gesù usa l’immagine del padrone che torna a casa il giorno delle nozze.

La casa sarà certamente in fermento e il padrone si aspetta quel fermento, sa di essere atteso, sa che ognuno avrà fatto la sua parte per accoglierlo. Ma che delusione invece tornare e rendersi conto di non essere atteso. Che delusione vedere che ognuno vive per se stesso, vive non in fermento, ma in appiattimento.

È capire che tutto ciò che accadrà potremo coglierlo se siamo disposti a valorizzare ciò che c’è adesso. Gli occhi della persona che ho accanto, il bene possibile in questo istante, è così che ci si allena ad essere pronti al grande via della vita eterna.

La passività con cui alle volte affrontiamo la vita in attesa che accada qualcosa di interessante è il vero motivo per cui non accade mai nulla di veramente interessante. Ma quando passiamo la vita con i piedi per terra e il cuore pronto allora ciò che ci aspetta è quello che Gesù descrive così: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”. Il paradiso è un capovolgimento: Dio ci darà ciò che noi pensavamo solo di poter contemplare.

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