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“Siam peccatori, ma figli tuoi. Immacolata prega per noi”.

POPE FRANCIS

Vatican News

Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 03/06/21

Un approfondimento della Pascite gregem Dei e del suo ruolo nella lotta contro gli abusi

L’8 dicembre p.v., solennità dell’Immacolata Concezione, entrerà in vigore il testo legislativo del nuovo Libro VI del Codice di Diritto Canonico, che Papa Francesco ha promulgato con la Costituzione Apostolica Pascite gregem Dei(Pascete il gregge di Dio, 23 maggio 2021) contenente la normativa sulle sanzioni penali nella Chiesa.

Il Testo legislativo è stato presentato il 1 giugno c.a. e prima che entri in vigore “tutti possano agevolmente informarsi e conoscere a fondo le disposizioni di cui si tratta”. Si tratta, come è noto, di uno dei 7 libri che formano il Codice di Diritto Canonico.

Il diritto segue la vita ed è in questa linea che il Papa scrive nella Pascite gregem Dei:

“Nel contesto dei veloci cambiamenti sociali che sperimentiamo, per rispondere adeguatamente alle esigenze della Chiesa in tutto il mondo, appariva evidente la necessità di rivedere anche la disciplina penale promulgata da San Giovanni Paolo II, il 25 gennaio 1983. Occorreva modificarla in modo che permettesse ai Pastori il suo utilizzo come più agile strumento terapeutico e correttivo, da impiegare tempestivamente e con caritas pastoralis per prevenire mali più grandi e sanare le ferite causate dalla debolezza umana”.

Strumento terapeutico e correttivo da impiegare tempestivamente e con carità pastorali per prevenire mali più grandi e sanare le ferite causate dalla debolezza umana.

Nel settembre 2013 Papa Francesco ha rivolto alla Chiesa un appello affinché si facesse carico di chiunque fosse portatore di una sofferenza fisica o psicologica: “Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità”:

«Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso».

L’Osservatore Romano”, 21 settembre 2013

Un ‘ospedale da campo’, primo presidio per la salvezza della vita e delle anime:Operare nell’ora d’oro.

Un ospedale da campo è una struttura di cura temporanea, allestita in caso di disastro, vicino a una zona di combattimento o in occasione di grandi eventi popolari. Si parla anche di posto medico avanzato (PMA) o posto di primo soccorso, ed è un concetto nato dalla ‘medicina di guerra’ e dalla constatazione che se una persona con ferite gravi morirà nelle prime ore successive al trauma (questa è la nozione di ora d’oro) o per la lunghezza del trasporto durante il quale non è possibile operare le cure salvavita efficacemente, servirà allestire delle strutture adeguate nei pressi dell’evento.

L’ospedale da campo è una struttura di cura temporanea il più vicino possibile ai feriti per stabilizzare i feriti, i malati, i sofferenti, prima di essere trasportate in strutture in cui sia possibile fornire le cure necessarie e si spera risolutive.

La parabola del buon samaritano sembra rispondere a questa tipo di emergenza.

Il samaritano possiede il kit del pronto soccorso (occhi che sanno guardare, sandali che sanno fermarsi per strada, spalle robuste che sanno caricare il peso, conoscenza del territorio per portare il malcapitato alla locanda per la consegna del ferito: l’ospedale da campo): te lo consegno, guariscilo, poi passerò e ti ‘pagherò’ quanto dovuto per questo servizio salva vita.

La vicenda descritta nella parabola del Samaritano richiama, verosimilmente, a questo ospedale da campo che possiamo identificare con la locanda e il locandiere (esperto nel curare le ferite) e nel samaritano che richiama a non voltarci o passare oltre nei riguardi dei malcapitati della vita. Immaginate gli abusi sui minori e alle persone vulnerabili.

L’obiettivo è attivare nell’ora d’oro tutte le cure e attenzioni necessarie per superare l’evento più tragico che è la morte, cioè dire evitare l’ora del decesso e intervenire per scongiurare che l’omicidio psicologico dell’abuso provochi la morte definitiva e un punto di non ritorno alla vita (Papa Francesco, Udienza Meter, 15 maggio 2021).

L’ospedale da campo è già una idea di ‘casa’ che con alta competenza e non improvvisata azione può superare l’ora del dolore, dello smarrimento, del disorientamento, della rischio elevato a morire da soli spesso senza cura, senza presidii di misericordia e luoghi come una ‘casa’ che accoglie, accudisce e sostiene indirizzando e poi orientando in ‘case per la guarigione definitiva’, consapevoli che le ferite resteranno visibili, ma almeno non più sanguinanti.

L’ospedale da campo deve avere delle regole e osservarle attentamente.

L’ospedale da campo, essendo un luogo visibile ed è una struttura che ogni cosa deve ‘funzionare’ per salvare vite (salvare le anime).

La Chiesa ha bisogno di norme e chi non le rispetta compie un attentato grave a tutta la comunità ecclesiale. Non può sussistere il fai da te e la chiesa è mia qui comando io.

La Chiesa “ha bisogno di norme: sia perché la sua struttura gerarchica e organica sia visibile; sia perché l’esercizio della sacra potestà, possa essere adeguatamente organizzato; sia perché le scambievoli relazioni dei fedeli possano essere regolate secondo giustizia, basata sulla carità, e possano essere garantiti e ben definiti i diritti dei singoli”. E aggiungeva: “le leggi canoniche, per loro stessa natura, esigono l’osservanza” (cfr Costituzione apostolica Sacrae disciplinae leges, 25 gennaio 1983).

L’osservanza delle regole salva una vita; il mio vecchio parroco spesso ripeteva: ragazzi le regole salvano la vita propria e quella altrui, anche in campo penale.

“L’osservanza e il rispetto della disciplina penale – afferma il Santo Padre- è compito dell’intero Popolo di Dio, ma la responsabilità della sua corretta applicazione corrisponde specificamente ai Pastori e ai Superiori delle singole comunità. È un compito che appartiene in modo indissociabile al munus pastorale che viene loro affidato, e va esercitato come concreta e irrinunciabile esigenza di carità nei confronti della Chiesa, della comunità cristiana e delle eventuali vittime, ma anche nei confronti di chi ha commesso un reato, che ha bisogno insieme alla misericordia anche della correzione della Chiesa” (cf Pascite gregem Dei).

Nello specifico dell’impegno alla tutela dei minori e delle persone vulnerabili, non possiamo più permetterci la ‘negligenza del pastore’ e la negligenza di chi è impegnato ad affrontare con competenza e maturità umana i fatti gravi relativi agli abusi, alla pedofilia.

In questo contesto, ed è qui la novità tanto attesa, (riportiamo una parte dell’Intervento di S.E. Mons. Filippo Iannone, O. Carm. alla presentazione del Testo legislativo): “il trasferimento dei canoni riguardanti il delitto di abuso sessuale su minorenni e i reati di pedopornografia dal capitolo sui “delitti contro obblighi speciali” a quello dei “delitti contro la vita, la dignità e la libertà della persona”.

La volontà del Legislatore è – continua Iannone – di ri-affermare la gravità di questo crimine e l’attenzione da riservare alle vittime. C’è da aggiungere che tali delitti vengono ora estesi dal Codice anche ai membri di Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica e ai fedeli laici che godono di una dignità o svolgono un ufficio o una funzione nella Chiesa.

Avremo modo di capire di più e di agire meglio.

La giustizia esige in questi casi che l’ordine violato venga ristabilito, che la vittima eventualmente venga risarcita, che chi ha sbagliato sia punito, espii la colpa.

Il Papa a conclusione della Costituzione ci ricorda che anche le norme penali, come tutte le norme canoniche, devono sempre essere riportate alla norma suprema che vige nella Chiesa, la salus animarum. Per questo promulga il testo “nella speranza che esso risulti strumento per il bene delle anime”.

Nella speranza che già l’ospedale da campo funzioni efficacemente, fin dall’emergenza per accogliere, ascoltare, curare e guarire le ferite mortali che produce il peccato dell’uomo, accogliamo questi Testi Legislativi che ci offrono norme di speranza e di carità: giustizia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Per il bene di tutti, per il bene della Chiesa.

Avremo modo in questi mesi, prima dell’8 dicembre, di prendere sempre più consapevolezza che siamo figli di Maria e peccatori e conoscere nel dettaglio quanto già promulgato dalla Pascite gregem Dei.

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