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Suor Laura Mainetti beata il 6 giugno: lo stesso giorno del suo omicidio

The nun killed

Wikipedia / Creative Commons

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/06/21

L’assassinio di suor Mainetti suscitò all’epoca grande clamore. Agli investigatori tre ragazze dissero di aver ucciso nel nome di Satana

Suor Maria Laura Mainetti è beata. La cerimonia si è svolta domenica 6 giugno, allo stadio comunale di Chiavenna (Sondrio), la cittadina dove è stata assassinata. Ad annunciare la notizia della sua beatificazione è stato il mensile femminile dell’Osservatore Romano “Donne Chiesa Mondo“.

La cerimonia di beatificazione 

Il rito della beatificazione ha avuto luogo nello stesso giorno in cui 21 anni fa – il 6 giugno del 2000 – la religiosa ed educatrice della Congregazione delle Figlie della Croce, Suore di Sant’Andrea, all’anagrafe Teresina Elsa Mainetti, fu assassinata a coltellate da tre ragazze minorenni a Chiavenna. L’omicidio si consumò durante un rito satanico. Il martirio di suor Mainetti è stato riconosciuto da papa Francesco il 19 giugno 2020 poichè compiuto «in odio alla fede». 

A presiedere la cerimonia, con inizio alle 16, è stato il card. Marcello Semeraro, prefetto per le Cause dei santi.

L’omicidio

L’assassinio di suor Mainetti suscitò all’epoca grande clamore. Agli investigatori le tre ragazze dissero di aver ucciso nel nome di Satana, e molto tempo dopo una di loro in un’intervista spiegò che il delitto fu deciso per noia davanti a una birra nel bar del paese. Sono passati 21 anni ma l’omicidio ha lasciato una traccia profonda nella coscienza collettiva. 

Attirata in una trappola 

La religiosa presto beata, allora 61enne, fu attirata in una trappola dalle tre minorenni del piccolo comune in provincia di Sondrio: mentre le ragazzine, Veronica Pietrobelli, Ambra Gianasso, e Milena De Giambattista – una di 16, le altre due di 17 anni – la finivano con 19 coltellate, dopo averla stordita con un sampietrino, la suora in ginocchio diceva loro parole di perdono. 

In carcere hanno scontato metà della pena

Veronica, la più giovane, telefonò al convento dando un nome falso: disse di essere rimasta incinta dopo uno stupro e di aver bisogno di aiuto perché voleva abortire. La suora accorse in vicolo Poiatego, luogo dell’appuntamento, e cadde nell’agguato. Le tre ragazze furono arrestate tre settimane dopo e ai carabinieri di Sondrio resero piena confessione.

Le tre giovani sono da tempo libere e di loro, in Valchiavenna, si sono perse le tracce. Hanno scontato la metà della pena (La Repubblica, 28 maggio).

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