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Le 3 regole per essere un buon comunicatore e non diffondere fake news

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Por Pixel-Shot/Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 17/05/21

“Uscire”, “incamminarci”, “ricerca della verità”, dice il Prefetto per la comunicazione del Vaticano. Ecco cosa intende

Tre regole per essere un buon giornalista, in un tempo in cui abbondano le fake news e le notizie non verificate. Le suggerisce Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, nella 55ma giornata della Comunicazioni Sociali (16 maggio). 

“Uno sguardo puro”

Paolo Ruffini è  intervenuto a conclusione della “Settimana della Comunicazione” promossa dal Gruppo editoriale San Paolo. Non solo ricorda che “un buon giornalista deve conservare uno sguardo puro”, ma contrasta l’idea “che il mestiere dei comunicatori richiede una freddezza incompatibile con il cuore tenero e che il giornalismo è più adatto ai duri di cuore”. Come sottolineava Ryszard Kaupscinski, è infatti la bontà il segreto di un grande giornalista.

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Paolo Ruffini.

Prima regole: uscire

Il Prefetto per la comunicazione del Vaticano ha ribadito alcuni concetti chiave, anti fake news, per il mondo della comunicazione e del giornalismo. Il primo è “uscire”, un tema caro a Francesco fin dalla prima catechesi del Pontificato nel 2013, che vuol dire “andare incontro agli altri”, verso le “periferie dell’esistenza” e muoversi “noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto”.

“Incamminarci” e consumare la suola delle scarpe

Il secondo è “incamminarci”. Camminare è infatti “la condizione normale del comunicatore”, che non dovrebbe fermarsi mai e “consumare la suola della scarpe”. Non solo perché “la ricerca della verità è comunque un cammino”, ma anche “per lasciarsi guardare dalla realtà” e “passare da uno sguardo totalmente esterno, a uno che vede dal di dentro, che permette di scoprire e raccontare una storia diversa”. 

La “ricerca della verità”

La ricerca della “verità” – il terzo termine chiave – è un cammino che il comunicatore deve compiere per scongiurare la pubblicazione di fake news.

Una verità che tuttavia non deve essere quella “miope”, “ferma all’apparenza”, ristretta al giudizio sommario, ma quella in cui “tutto sussiste, che tutto spiega, la verità crocifissa e risorta che vive ogni giorno nell’altro”. Una verità raccontata con le parole giuste, non quelle conformiste, pigre e consumate dal tempo (Vatican News, 17 maggio).

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