«Ho compreso che non potevamo andare a messa lasciando sul sagrato la nostra collera o la nostra tristezza. No. Il Signore ci chiede di andare verso di Lui con tutto il nostro essere», riflette Edwige Billot, sposata e madre di tre figli, impegnata da un decennio nel campo delle Risorse Umane e autrice di “Et si les saints nous coachaient sur nos émotions ?”, comparso in gennaio per le edizioni Téqui.
Appassionata dalla dimensione psicologica dell’uomo e dalle testimonianze agiografiche, si è convinta che proprio i santi hanno colto meglio fino a che punto Dio desideri raggiungerci nel fondo delle nostre emozioni. Emozioni e relazione con Dio: due facce della medaglia della vita che possono essere unificate. Non si tratta di ignorare le emozioni (reazioni fisiologiche del nostro corpo a un evento), ma di accoglierle, di comprenderle per rivolgerle verso una buona direzione. Se le emozioni possono farci traballare, esse possono anche – se guardiamo alle vite dei santi – permettere di crescere, di progredire e di prendere buone decisioni.
Procrastinazione, flemma, pigrizia… tutte emozioni che ci soni familiari e che richiedono di essere combattute. Per San Paolo, infatti, la pigrizia è un vizio che corrode la carità:
Inoltre l’ozio è pericoloso nella misura in cui facilita le tentazioni.
“L’ozio è il padre dei vizi”, apprendiamo dalla saggezza popolare: e non è la sola autorità che metta in guardia contro l’indolenza. Anche le Scritture non ci vanno giù leggere:
E sempre nei Proverbi si loderà la donna «che non mangia il pane della pigrizia» (Prov 31,27).
San Paolo – lo si accennava – non è più tenero, coi pigri che fuggono i loro doveri adducendo pretesti:
San Girolamo – il Padre e Dottore della Chiesa a cui si deve la più nota e importante delle traduzioni bibliche antiche in latino – all’inizio del V secolo dava all’amico Rusticus un rimedio infallibile per non cadere nelle tentazioni legate alla pigrizia: restare attivi, così che il demonio ci trovi sempre occupati.
Se infatti siamo occupati nel fare il bene, allora logicamente siamo meno disponibili alle sollecitazioni del male.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]