Il santo fondatore dei redentoristi era uno studioso di San Giuseppe e riteneva che fosse la terza figura più autorevole e potente dopo Gesù e la Madonna, anche nelle richieste di protezione e intercessione
Sant’Alfonso Maria de Liguori (1696-1787), originario di Pagani (Sa) ci raccomanda a San Giuseppe. Perchè, secondo lui, è la terza “potenza” della Chiesa dopo Gesù e la Madonna. Pertanto la sua intercessione è tra le più efficaci. Sia per chiedergli una grazia, sia per chiedergli di accompagnarci ad una buona morte.
Sant’Alfonso è il patrono dei teologi moralisti. Ha fondato una nuova congregazione religiosa, i redentoristi, ha composto centoundici opere tra grandi e piccole. E per 13 anni è stato vescovo di sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento.
Dal foro al sacerdozio
Alfonso era un ragazzo brillante. A 16 anni, aveva già conseguito i gradi accademici del diritto civile e del diritto canonico. Ma, avvocato brillante in carriera del foro di Napoli, a trent’anni subì un pesante insuccesso di carattere professionale, perdendo per un semplice cavillo una causa in tribunale. Egli valutò i pericoli e la vanità del mondo e intelligentemente si volse verso gli studi ecclesiastici ed il sacerdozio. Depose la sua spada ai piedi della statua della Madonna nella Chiesa della Mercede.
Sacerdote, professore, apostolo, vescovo santo, egli fondò un nuovo ordine religioso, la Congregazione dei Sacerdoti del Santissimo Redentore, per l’evangelizzazione delle campagne e degli ambienti rurali e delle periferie delle città.
A Napoli arrivò ad ideare le Cappelle Serotine. Ossia il raduno al suono serale dell’Angelus nelle piazzette per consentire alla gente dei bassifondi, ai cosiddetti “lazzaroni”, ma anche agli operai e agli artigiani, di riunirsi alla sera per partecipare alla preghiera e parlare di Dio.