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Il piano di battaglia di Giovanni Paolo II per combattere la guerra apocalittica dei nostri tempi

Papa Giovanni Paolo II

Derrick CEYRAC | AFP

Philip Kosloski - pubblicato il 30/11/20

Giovanni Paolo II “Questo mondo meraviglioso è il teatro di un’interminabile battaglia che viene combattuta per la nostra dignità”

Che ce ne rendiamo conto o meno, siamo in mezzo a una guerra spirituale. È una battaglia per la nostra anima, e sta a noi combattere contro le forze spirituale maligne in questo mondo.

Quando ha visitato gli Stati Uniti per la Giornata Mondiale della Gioventù di Denver, in Colorado, Giovanni Paolo II non ha lesinato parole al momento di rivolgersi ai giovani:

“Questo mondo meraviglioso… è il teatro di un’interminabile battaglia che viene combattuta per la nostra dignità e identità quali esseri liberi, spirituali. Questa lotta riecheggia il combattimento apocalittico descritto [nel libro della Rivelazione]. La morte lotta contro la Vita: una “cultura della morte” cerca di imporsi al nostro desiderio di vivere, e di vivere pienamente”.

Il Pontefice sottolineava in che modo prenda forma questa battaglia nel nostro mondo.

“È soprattutto la famiglia ad essere attaccata. E viene negato il carattere sacro della vita umana. Naturalmente sono i membri più deboli della società i più a rischio: i non nati, i bambini, gli ammalati, gli handicappati, gli anziani, i poveri e i disoccupati, gli immigrati e i rifugiati, il Sud del mondo!”

Sfidava poi i giovani ad essere in prima linea in questa battaglia, dando loro compiti specifici che avrebbero aiutato il bene a trionfare sul male.




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In primo luogo, li esortava a usare i propri talenti per la cultura della vita:

“Giovani pellegrini, Cristo ha bisogno di voi per illuminare il mondo e per mostrare il “sentiero della vita” (Sal 16, 11). La sfida è quella di rendere il “sì” della Chiesa alla Vita concreto ed efficace. La lotta sarà lunga, e ha bisogno di ciascuno di voi. Mettete la vostra intelligenza, i vostri talenti, il vostro entusiasmo, la vostra compassione e la vostra fortezza al servizio della vita!”

Oltre ad essere una forza per il bene nel mondo, li sfidava anche a proclamare agli altri il Vangelo:

“Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze della città dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo (cf. Rm 1, 16). È tempo di predicarlo dai tetti (cf. Mt 10, 7)… Il Vangelo non deve essere tenuto nascosto per paura o indifferenza. Non è stato concepito per essere custodito in privato. Deve essere messo sopra un podio cosicché il popolo possa vedere la sua luce e rendere lode al nostro Padre celeste”.

Al di sopra di tutto, comunque, il Papa incoraggiava i giovani a condividere la loro libertà con gli altri, guidandoli lungo il sentiero della vita:

“Condividete con loro la libertà che avete trovato in Cristo. Le persone hanno sete di autentica libertà interiore. Anelano alla Vita che Cristo è venuto a dare in abbondanza”.

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