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Il Battesimo di tuo figlio è stato rinviato? Ecco cosa puoi fare nell’attesa

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Jeffrey Bruno

Annalisa Teggi - pubblicato il 30/03/20

In queste circostanze difficili la Chiesa non lascia solo nessuno, contempla ogni eccezione proprio in virtù dell'amore premuroso con cui Gesù vuole arrivare a tutti.

La riduzione e sospensione dei Sacramenti in tempo di epidemia addolora, eppure è proprio nei tempi più duri e difficili che anche gli aspetti più tecnici e dottrinali della Chiesa si rivelano ospitali come le braccia di una madre. Tanti bambini avrebbero ricevuto il Battesimo in questi mesi e dovranno attendere per celebrare in chiesa il rito vero e proprio. Vogliamo condividere con voi genitori alcune indicazioni e suggerimenti per rassicurarvi dai dubbi o dalle paure che possono sorgere. Senz’altro questo tempo sospeso non è un tempo in cui la presenza di Dio si prende una pausa da noi, tutt’altro.




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Possiamo, anzi cogliere questo evento inatteso e drammatico come un’occasione per riscoprire da capo il senso di certi gesti che non sono più scontati. E il rito del Battesimo è proprio una sorgente luminosa, accogliente e piena di quella speranza incarnata che non ci abbandona. Se ora il Battesimo di vostro figlio è stato rinviato, ora è il tempo di desiderarlo di più e confortati dalla certezza che Gesù e la Chiesa non abbandonano nessuno.

Una porta e un tuffo

Battesimo significa letteralmente «immergere» e il Catechismo ci ricorda che è anche «vitae spirtualis ianua» (porta della vita spirituale). Volendo esprimerlo in modo colloquiale, si può dire che sia un ingresso con tuffo nell’eternità: il cristiano entra con una spinta decisa, gioiosa e rinfrescante nella vita eterna. Don Marco, un sacerdote della mia città con cui mi sono confrontata stamattina, mi diceva sorridendo che ogni tanto scombussola i sentimenti dei genitori che portano i loro neonati al Battesimo sostituendo la domanda rituale «Che cosa chiedete per vostro figlio?» con «Quanto volete che viva vostro figlio?». E poi ha aggiunto che non è solo una trovata estemporanea, ma l’ipotesi coraggiosa di condividere con mamma e papà l’evidenza che i genitori possono dare la vita terrena a un bambino, ma non quella eterna. Il desiderio sincero del Battesimo è tutt’uno con la consapevolezza che non possiamo salvare chi amiamo, ma possiamo affidarlo ha chi ha già salvato l’umanità anima per anima.

[…] l’immersione nell’acqua è il simbolo del seppellimento del catecumeno nella morte di Cristo, dalla quale risorge con lui, quale nuova creatura (2Cor 5,17; Gal 6,15) – (Dal Catechismo della Chiesa cattolica)
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Nella sua completezza e compiutezza il rito al fonte battesimale in queste settimane non può essere celebrato. Vediamo come la guida materna della Chiesa non ci lascia in un vuoto di presenza, ma ci viene incontro in tanti modi. Per la maggioranza delle famiglie lo spostamento di qualche mese del Battesimo sarà solo un tempo di attesa in più; nel caso di alcuni bambini il Sacramento  potrebbe essere urgente e partiamo perciò da questi casi.


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Quando non può essere differito

La CEI ha pubblicato un documento in cui raccoglie una serie di suggerimenti per la celebrazione dei Sacramenti in tempo di emergenza sanitaria; in piena ottemperanza ai decreti del governo i sacerdoti hanno la possibilità di essere vicini ai propri fedeli seguendo particolari accorgimenti e con adeguate protezioni. Sono contemplati casi particolari in cui il Battesimo non può essere procrastinato:

Nelle circostanze in cui l’amministrazione del Battesimo non può essere differita in data successiva alla cessazione dell’emergenza sanitaria (per esempio, nel caso di bambini con malattie che li espongono a pericolo per la loro vita), questa avvenga secondo la modalità in uso nel rito romano. Si tenga conto delle seguenti indicazioni: ‒ Il ministro mantenga una opportuna distanza dal battezzando e dai genitori e padrini; ‒ Per le unzioni con l’olio dei catecumeni ed il sacro crisma, il ministro indossi guanti monouso in vinile o nitrile; ‒ Si omettano il segno della croce sulla fronte del bambino nei riti di accoglienza e il rito dell’effatà in quelli esplicativi; ‒ In casi di particolare urgenza o emergenza, si consideri la possibilità del rito abbreviato (cfr. Rito per il battesimo dei bambini, ed. it. 1979, Cap. III). (Da Suggerimenti CEI)

pericolo di vita

Un aspetto sempre valido, non solo ora in tempo di Covid19, è che in caso di reale pericolo di vita del neonato o del non battezzato chiunque può diventare il celebrante del Battesimo. Ecco, ancora, le parole del Catechismo:

I ministri ordinari del Battesimo sono il Vescovo e il presbitero, e, nella Chiesa latina, anche il diacono. In caso di necessità, chiunque, anche un non battezzato, purché abbia l’intenzione richiesta, può battezzare, utilizzando la formula battesimale trinitaria. L’intenzione richiesta è di voler fare ciò che fa la Chiesa quando battezza. La Chiesa trova la motivazione di questa possibilità nella volontà salvifica universale di Dio e nella necessità del Battesimo per la salvezza.

La meticolosità dell’accoglienza è stupefacente. Sì, in caso di pericolo estremo anche un ateo non battezzato può battezzare, purché esprima l’intenzione di farlo come lo avrebbe fatto la Chiesa; è di grande importanza l’espressione di questa intenzione. Non ne avevo capito il senso profondo finché il mio collega Giovanni Marcotullio non me l’ha spiegato bene: il Sacramento del Battesimo non è desiderato solo da chi lo riceve (o dai genitori di chi lo riceve, se è troppo piccolo per esprimere il desiderio), è prima di tutto desiderato da Cristo stesso come chiamata alla salvezza di ciascuno. Perciò anche chi non è credente può celebrarlo: manifestando l’intenzione di fare le veci della Chiesa, egli si fa strumento della volontà di Gesù che usa ogni mano per arrivare ad abbracciare chiunque.




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È necessario un nota bene tecnico: qualora il Sacramento venisse amministrato in queste circostanze di estrema urgenza e in un contesto privato, è bene comunicarlo a una parrocchia. Ammettiamo che, scampato il pericolo, il bambino cresca e debba dimostrare (ad esempio per sposarsi) di essere battezzato ma non può rintracciare chi l’ha celebrato o questi è venuto a mancare; le variabili possono essere davvero molte, dunque anche un Battesimo ricevuto d’urgenza è bene che sia comunicato a un sacerdote in grado di documentare l’accaduto.

benedire

Chiariti gli aspetti che riguardano le ipotesi più drammatiche, veniamo a quello che noi genitori possiamo fare in attesa del momento del Battesimo vero e proprio. se non ci sono necessità particolari. Questa circostanza storica di emergenza sanitaria ci sia utile per ricordare che uno strumento potente sempre a nostra disposizione sono le benedizioni. Possiamo benedire i nostri figli con questa preghiera:

Padre santo, sorgente inesauribile di vita, da te proviene tutto ciò che è buono; noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, perché hai voluto allietare con il dono dei figli la nostra comunione di amore; fa’ che questi nuovi germogli della nostra famiglia trovino nell’ambito domestico clima adatto per aprirsi liberamente ai progetti che tieni in serbo per loro e che realizzeranno con il tuo aiuto. Per Cristo nostro Signore.

Insieme a queste parole il padre o la madre tracciano sulla fronte dei loro figli il segno di croce. Questo gesto è il medesimo che si compie all’inizio della cerimonia del Battesimo in chiesa quando la famiglia è ancora all’ingresso e viene accolta dal sacerdote. Per chi volesse leggere l’intero testo della benedizione ai figli secondo il Benedizionale romano, lo trova qui.

Battesimo di desiderio

C’è un ultimo argomento che merita un cenno, a conferma del fatto che la premura materna della Chiesa è solerte nel contemplare ogni pertugio aperto per portare l’abbraccio della salvezza. Esiste, allora, anche il Battesimo di desiderio che non è affatto un pro forma o una scappatoia, ma un’ulteriore possibilità che ha un preciso intento. Anche in questo caso la premessa che tutto abbraccia è quella ricordata prima: è innanzitutto Cristo a voler la nostra salvezza personale. Allora, quando si parla di Battesimo di desiderio è subito da chiarire – come mi faceva notare Giovanni Marcotullio – il complemento di specificazione. Di chi è il desiderio? C’è il desiderio dei genitori per i propri figli, ma prima ancora c’è il desiderio della Chiesa che ciascuno sia accolto tra i figli di Dio. Per capire bene il Battesimo di desiderio partiamo, una volta di più, dal Catechismo:

Da sempre la Chiesa è fermamente convinta che quanti subiscono la morte a motivo della fede, senza aver ricevuto il Battesimo, vengono battezzati mediante la loro stessa morte per Cristo e con lui. Questo Battesimo di sangue, come pure il desiderio del Battesimo, porta i frutti del Battesimo, anche senza essere sacramento. Per i catecumeni che muoiono prima del Battesimo, il loro desiderio esplicito di riceverlo, unito al pentimento dei propri peccati e alla carità, assicura loro la salvezza che non hanno potuto ricevere mediante il sacramento. (1258-1259)

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Al tempo antico delle persecuzioni poteva accadere che un uomo adulto e convertito al Cristianesimo desiderasse il Battesimo ma fosse carcerato e addirittura martirizzato prima di riceverlo. Nel caso di uccisione era il martirio stesso a diventare un battesimo di sangue. In assenza di martirio e nell’impossibilità di ricevere il Sacramento, il desiderio sincero suppliva al rito. Ho citato i tempi antichi ma il discorso resta valido anche nei contesti attuali di persecuzione dei cristiani. E vale anche in ambito domestico: il bimbo neonato dipende in tutto dai genitori, a livello fisico e psichico, anche a livello spirituale. In circostanze particolari anche il desiderio dei genitori può supplire al rito canonico. Se madre e padre hanno desiderato fin dalla gestazione che il bambino fosse battezzato e poi è accaduto che il bimbo sia nato morto o improvvisamente defunto prima di una benedizione estrema, ecco che anche quel desiderio ha valore equivalente al Sacramento. Non è un’alternativa fai-da-te e vera sempre, ma valida in casi eccezionali.

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