Dal Kenya la testimonianza della conversione di Benson, 20 anni: dalle brutte compagnie all'amicizia con Dio, quella che con il Battesimo riveste l'anima della dignità immensa che le spetta.
di Gabriele Foti, viceparroco di St. Joseph e insegnante nella scuola St. Kizito, a Nairobi (Kenya)
Benson ha 20 anni e vive a Githurai, non lontano dalla scuola St. Kizito dove insegno matematica. Non conosco bene il suo passato, ma dalle braccia completamente coperte di tatuaggi posso intuire che il suo percorso non sia stato proprio lineare.
Nel 2017 ha iniziato da noi il corso per elettricisti. Era mio alunno ma non ricordo che brillasse particolarmente nella mia materia o nelle altre. Un giorno, è stato sorpreso a fumare uno spinello insieme ad altri amici nei campi della scuola. Secondo il regolamento, doveva essere espulso. Così il direttore lo ha chiamato insieme ai suoi genitori e gli ha comunicato la sanzione.
Benson sapeva che, in caso di espulsione, sarebbe finito in strada. Infatti, i suoi genitori non hanno denaro sufficiente per mandarlo in una scuola diversa dalla nostra, dove le rette sono basse perché sostenute da borse di studio che arrivano dall’Italia attraverso AVSI. Così, ha pregato in tutti i modi il direttore, che all’inizio era inamovibile nella sua giusta decisione (in genere, chi usa la droga la vende poi anche a scuola), ma che poi si è lasciato convincere a concedergli un periodo di prova.
Durante questi mesi, un’amica di Benson lo ha invitato a scuola di comunità. Quando l’ho visto insieme agli altri ragazzi, non potevo credere ai miei occhi. Senza troppe domande, abbiamo camminato insieme: è sempre venuto ai nostri incontri e alle vacanze, mostrando un sincero interesse. Ha cambiato il giro di amici di Githurai e si è legato ai nostri ragazzi. Fino a che, dopo quasi un anno, ha chiesto di essere battezzato. La sua famiglia è cattolica ma i genitori non vanno più in chiesa e la sorella è diventata protestante.