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Menzogna, slealtà, guerre e l’intervento di San Michele. La profezia di Papa Pacelli

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© LEEMAGE / AFP

Portrait du Cardinal Eugenio Pacelli, futur Pape, Pie XII (1876 - 1958), 1935 Delius/Leemage

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 18/11/19

«La Chiesa invoca l’Arcangelo soprattutto come «protettore della salute delle anime, ben più preziosa che quella del corpo e sempre minacciata dal contagio del male»

«Il mondo, intossicato dalla menzogna e dalla slealtà, ferito dagli eccessi della violenza, ha perduto la sanità morale e la gioia, perdendo la pace. Se la terra dopo il peccato originale non può più essere un paradiso, potrebbe almeno e dovrebbe rimanere un soggiorno di fraterna concordia fra gli uomini e fra i popoli».

In questo contesto, Papa Pio XII chiedeva agli uomini e alle donne di tutto il mondo di pregare intensamente affinché «San Michele Arcangelo, difendici nel combattimento…; respingi nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che vanno errando nel mondo per la perdita delle anime!»

Lo sguardo profetico di Papa Pacelli, il cui pontificato è durato dal 1939 al 1958, che anticipava con lucidità i tempi attuali e il richiamo alla fede, in particolare a quella per il Principe degli Angeli, come antidoto ai vizi del mondo.

Don Marcello Stanzione, in Sul sentiero degli angeli” (edizioni L’Isola di Patmos) riporta questo pensiero del pontefice che precorre il mondo odierno.

SAINT MICHEAL
Dervish Candela

San Michele Arcangelo

Un guerriere temuto

Tutto ruota intorno alla figura di San Michele. Pacelli sottolineava che è, anzitutto, «un guerriero che atterra il Demonio».

«Dopo le Sante Scritture – proseguiva Pacelli – che chiamano Michele uno dei primi principi del cielo (cfr. Dan 10, 13) e il condottiero delle milizie angeliche contro Satana (cfr. Ap 12, 7), la liturgia lo presenta in queste medesime sembianze: quando scende dal cielo, il mare è sconvolto e trema la terra; quando inalbera la croce della salvezza come un vessillo di vittoria, egli fulmina dalla roccia celeste gli spiriti ribelli. Ma, più che altri, l’uomo e la donna, che lasciano il loro padre e la loro madre (cfr. Gn 2, 24) per intraprendere insieme il misterioso viaggio della vita, sembrerebbero dover temere questo vindice dei diritti di Dio».

Come tale, infatti, «esso ricorda loro quasi istintivamente il cherubino, che, armato di una spada fiammeggiante, discacciò dal Paradiso terrestre la prima coppia umana (cfr. Gn 3, 24)».


SAINT POPE JOHN PAUL II

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Colui che conduce le anime in Paradiso

Eppure, notava Papa Pio XII «sebbene tale timore non sia senza un’apparenza di ragione, l’Arcangelo non ha cessato di amare gli uomini, per i quali prova una pietà quasi fraterna, e quanto più Satana si sforza di farli cadere nel peccato, tanto più l’Arcangelo lavora per ricondurli nel Paradiso perduto».

Introdurre le anime presso Dio nella gloria eterna è un compito che la liturgia e la tradizione attribuiscono a San Michele.

«Ecco l’Arcangelo Michele, principe della milizia angelica, di cui il culto è sorgente di benefici per i popoli e la preghiera conduce al regno dei cieli… L’Arcangelo Michele viene con una moltitudine di angeli; a lui Iddio ha affidato le anime dei Santi, affinché le conduca al gaudio del Paradiso», si legge nella liturgia della sua festa, il 27 settembre.

E nell’offertorio della Messa per i defunti la Chiesa così prega il Signore: «Che queste anime non cadano nell’oscuro, ma il vessillifero San Michele le conduca nella luce santa».


SAINT MICHEAL

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Anima e dimora corporea

«Non crediate tuttavia – avverte Pacelli – che questo “Preposto del Paradiso”, che Dio ha costituito principe su tutte le anime da salvare, attende l’ora del supremo passaggio per manifestare agli uomini la sua bontà. Quanto caro dunque, o diletti sposi, vi deve essere il suo patrocinio per aiutarvi ad accogliere in questo mondo le anime, alle quali voi preparerete, nella obbedienza alle leggi del Creatore, una dimora corporea! Dopo di che San Michele vi sosterrà ancora nella vostra missione, prendendo cura di voi e dei vostri figli».

SAINT MICHEAL
Domaine Public
Saint Michel archange.

Protettore della salute fisica

Il Papa sottolineava anche un’altra “funzione” di San Michele. Ovvero che ci si rivolle a lui come protettore della salute e patrono dei malati.

«Voi dunque, o diletti figli e figlie – esortava Pacelli – che intravedete già colle gioie anche i doveri e le sollecitudini della famiglia, domandate a San Michele che allontani dai vostri focolari le ansietà che la salute precaria dei fanciulli o la minaccia di epidemie, o le crisi stesse dello sviluppo cagionano al cuore dei genitori».




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Protettore delle anime

Ma la Chiesa invoca l’Arcangelo soprattutto come «protettore della salute delle anime, ben più preziosa che quella del corpo e sempre minacciata dal contagio del male. Senza dubbio la Chiesa è sicura che le potenze infernali non prevarranno contro di lei (Mt 16, 18); ma pure che, specialmente per la conservazione della vita cristiana nelle singole persone e nei singoli paesi, deve implorare il soccorso divino e che Dio ha per suoi ministri gli angeli (Os 103, 4)».

Perciò tutte le mattine, alla fine della Santa Messa, il sacerdote dovrebbe ripetere, insieme con i fedeli: “San Michele Arcangelo, difendici nel combattimento…; respingi nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che vanno errando nel mondo per la perdita delle anime!”».

L’ “alleanza” con Maria

Ecco perché il ricorso a San Michele, evidenziava il Papa, prefigurando scenari comuni ai nostri giorni, «è apparso più urgente di ora. Il mondo, intossicato dalla menzogna e dalla slealtà, ferito dagli eccessi della violenza, ha perduto la sanità morale e la gioia, perdendo la pace. Se la terra dopo il peccato originale non può più essere un paradiso, potrebbe almeno e dovrebbe rimanere un soggiorno di fraterna concordia fra gli uomini e fra i popoli».

Contro i pericoli delle guerre, arriva il supporto di San Michele, che insieme alla «dolcissima» Madre Maria, «uniscono di nuovo», nella pace del loro sorriso, gli uomini «così crudelmente divisi!».




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