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Le stoccate del Papa al termine del Sinodo su elite nella Chiesa e clero in Amazzonia

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Antoine Mekary | ALETEIA

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/10/19

Leggere il documento finale senza restare "prigionieri di un gruppo selettivo". "C’è una grande mancanza di zelo apostolico nel clero nella zona non amazzonica per la zona amazzonica"

«Non siamo un gruppo di cristiani di élite». Lo ha ribadito Papa Francesco, che al termine del suo discorso a braccio, in spagnolo, pronunciato il 26 ottobre a conclusione del Sinodo ha esortato a leggere il documento finale a 360°, senza restare «prigionieri di un gruppo selettivo» che va a vedere solo cosa si è deciso nei singoli punti, ma senza considerare il progetto globale, che ad esempio prevede «creatività» nei nuovi ministeri.

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Antoine Mekary | ALETEIA

“Assumere nuove persone”

«Assumere nuove persone» ed incrementare il lavoro della Commissione di studio per il diaconato femminile. È un’altra delle indicazioni suggerite dal Papa, nel discorso a braccio pronunciato al termine del Sinodo per l’Amazzonia.

«Bisogna riflettere su cosa significa il ruolo della donna nella Chiesa», ha detto Francesco: «Quando pensiamo al ruolo della donna nella Chiesa, pensiamo solo alla parte funzionale. Ma il suo compito va molto oltre la funzionalità», ha aggiunto citando come esempio il ruolo della donna «nella trasmissione della fede e della cultura».

L’esortazione post-sinodale

«La coscienza ecologica – ha poi spiegato il Santo Padre – è una coscienza che progredisce e che denuncia la violazione compulsiva e la distruzione di cui l’Amazzonia è uno dei punti più importanti. È un simbolo. Ha a che fare con il futuro, con i giovani, con il movimento di Greta, che dicono: il futuro è nostro».

Infine Francesco ha sottolineato che «l’esortazione postsinodale non è obbligatoria». «Forse – ha concluso – è opportuna una parola del Papa, tutto dipende dal tempo che ho per pensare» (Agensir, 26 ottobre).


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“Almeno un anno in terra di missione”

Il Papa ha anche proposto «almeno un anno in terra di missione» come requisito obbligatorio da inserire per i giovani candidati al sacerdozio e nel curriculum di chi vuole svolgere il servizio diplomatico nella Santa Sede.

Riferendosi ai giovani diplomatici, Francesco ha sottolineato che il tirocinio non va svolto «alla nunziatura, ma al servizio di un vescovo in terra di missione».

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Antoine Mekary | ALETEIA

La ridistribuzione del clero

Altra questione da affrontare, «la ridistribuzione del clero nel medesimo Paese»: «C’è una grande mancanza di zelo apostolico nel clero nella zona non amazzonica, rispetto alla zona amazzonica», ha denunciato Francesco, riferendosi a un intervento fatto dal cardinale Filoni: «C’è una grande quantità di sacerdoti del proprio Paese inviati nel mondo – in Usa, in Europa – e nessuno da mandare nelle zone amazzoniche del proprio Paese».

Di qui la grande «responsabilità di ogni Conferenza episcopale», nel formare allo «zelo apostolico» soprattutto i giovani sacerdoti.


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