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15 anni tra indios e caboclos: lo sconosciuto grande “apostolo dell’Amazzonia”

Padre Júlio Maria De Lombaerde

Sacramentinos.org.br / Reprodução

Aleteia Brasil - pubblicato il 09/10/19

“Nei viaggi infiniti, ora via fiume, ora per terra, cavalcando il suo vecchio asino, era l'uomo della preghiera e dell'attività senza sosta... Era San Paolo che percorreva l'Amazzonia”

Padre Giulio Maria De Lombaerde è uno di quei missionari che per la salvezza delle anime, non solo dei corpi, per offrirle a Nostro Signore Gesù Cristo, assetato di loro, ha sacrificato la sua vita come vero apostolo a partire dalla sua vita interiore di unione con Dio stesso. Considerava gli abitanti delle regioni di missione umani come lui, ovvero dotati di corpo e anima, e quindi di ragione, capaci di comprendere la Verità, e dunque di convertirsi, di conoscere la Persona di Cristo e di credere in Lui mediante la grazia della Fede, potendo crescere spiritualmente nella carità e nell’unione con Dio.

Monsignor Antônio Affonso de Miranda, vescovo emerito di Taubaté, nella zona interiore dello Stato di San Paolo, lo definisce “grande apostolo dell’Amazzonia” e lo paragona a San Paolo nella Chiesa primitiva:

“Nei viaggi infiniti, ora via fiume, ora per terra, cavalcando il suo vecchio asino, era l’uomo della preghiera e dell’attività senza sosta (…) Non vacillava di fronte alle difficoltà insuperabili. Deve aver sofferto per la malevolenza degli uomini, ma aveva il cuore aperto al perdono. Aveva un’anima grande che lo faceva tacere, e una tempra da eroe per non scoraggiarsi. Era l’uomo di Dio. Era l’apostolo. Era San Paolo che percorreva l’Amazzonia” (“Pe. Júlio Maria, sua vida e sua missão: Um Missionário à feição do Cura d’Ars”. San Paolo, Palavra & Prece, 2010).



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Padre Giulio Maria, di origine belga, venne ordinato il 13 gennaio 1908. Nel 1912, mentre operava un bene immenso predicando e compiendo missioni in tutta la Francia, venne inviato all’improvviso nell’Amazzonia brasiliana, dove lavorò per 15 anni come missionario tra gli indios e i caboclos.

A Macapá fondò provvidenzialmente la Congregazione delle Suore del Cuore Immacolato di Maria, approvata da Papa Benedetto XV e che gode tuttora di grande sviluppo.

Dopo aver trascorso del tempo nello Stato del Natal, nel 1928 andò a Manhumirim, nello Stato di Minas Gerais. L’opera che vi sviluppò con la protezione di Dio, nonostante le continue persecuzioni da parte della massoneria locale, è una prova tangibile della divinità della sua missione.

Su richiesta dei vicari e stimolato da monsignor Carloto, primo vescovo di Caratinga, padre Giulio Maria percorse gran parte della diocesi in missione con grandi frutti spirituali. Benedetto da Dio e dalla Vergine Maria, fondò la prima congregazione brasiliana di sacerdoti missionari, la Congregazione dei Missionari di Nostra Signora del Santissimo Sacramento, e anche quella delle Suore Sacramentine di Nostra Signora.


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Esimio teologo, predicare ammirevole e scrittore di fama, rimase sempre fedele alla Chiesa, e attraverso il suo giornale O Lutador (Il Lottatore) divenne il “terrore degli eretici”. Maestro del popolo, padre dei poveri e amico dei bambini, era chiamato da questi ultimi affettuosamente “vovozinho”, “nonnino”.

Morì da solo, in un tragico incidente automobilistico alla vigilia del Natale 1944, mentre si recava in fretta a celebrare la Santa Messa. Se ne andò lontano dai suoi figli spirituali, ma lottando come aveva fatto per tutta la vita.

Padre Giulio Maria, “apostolo dell’Amazzonia”, è Servo di Dio. Il suo iter di beatificazione è alle prime battute.

A partire dal materiale dell’Instituto Catariniano e dal sito dei Sacramentini.

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