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Bere aiuta a perdere peso? Verità e miti sui regimi dimagranti

DRNKING WATER

Di KieferPix - Shutterstock

BenEssere - pubblicato il 29/08/19

Mangiare senza glutine serve per dimagrire? Bisogna saltare un pasto per recuperare uno sgarro? Ecco le principali risposte alle vostre domande…

Gli alimenti “light” non servono per dimagrire.

Vero. In linea generale aiutano ad alleggerire le calorie della giornata, perché sono formulati con meno grassi e zuccheri rispetto ai prodotti tradizionali, ma dipende da quanti se ne mangiano. Il termine “light” esercita un effetto illusorio sulla psiche, perché l’idea che “tanto non ingrassa” può spingere verso l’abuso, facendo perdere ogni vantaggio. In più, vengono spesso arricchiti con aromi, edulcoranti e altri additivi che, seppure acalorici, sono poco salutari e paradossalmente possono promuovere l’ingrassamento, perché scombinano i meccanismi ormonali che regolano il senso di fame e sazietà.

Bere aiuta a perdere peso.

Vero. Se correttamente idratati, cellule e tessuti sono più attivi dal punto di vista metabolico e, di conseguenza, favoriscono il mantenimento del peso corporeo. Se l’acqua viene bevuta al posto di bevande alcoliche o dolcificate, il minor introito calorico favorisce il dimagrimento. Inoltre, l’acqua aumenta il volume gastrico e induce un immediato senso di pienezza. Per questo, bere un bel bicchiere prima dei pasti aiuta a mangiare meno, così come un bicchiere d’acqua può essere un trucco per ingannare il cervello e placare un improvviso attacco di fame nervosa.


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I dolci senza glutine non aiutano la linea.

Vero. Una dieta priva di glutine va seguita solamente da chi ha ricevuto una diagnosi di celiachia o di sensibilità al glutine, accertata da medici specializzati con strumenti diagnostici appropriati. Per tutti gli altri non serve, tanto meno è utile per dimagrire e addirittura può esporre a carenze di micronutrienti. Ricordiamo che il glutine è una proteina di cui le persone sane non debbono privarsi.

Bisogna eliminare totalmente i grassi.

Falso. Anche all’interno di una dieta ipocalorica, la giusta percentuale di grassi è fondamentale sia per il corretto funzionamento dell’organismo sia per l’assorbimento e il trasporto di alcune vitamine, A, D, E e K, ovvero quelle liposolubili, e degli acidi grassi essenziali Omega3 e Omega6, i noti grassi buoni. Basta limitarne il consumo al 25…30 per cento delle calorie quotidiane privilegiando quelli da fonti vegetali, ma senza demonizzare quelli di origine animale.

Si può sostituire un intero pasto con un gelato o un dessert.

Falso. Seppure invitanti nella stagione calda, questi alimenti sono ricchi di grassi e zuccheri semplici, mentre sono privi di fibre, per cui non possono essere considerati il sostituto di un piatto completo, che deve apportare nella giusta proporzione carboidrati complessi (presenti nei cereali integrali, ad esempio), proteine (animali o vegetali), grassi buoni (come l’olio extravergine d’oliva) e fibre (contenute nelle verdure, nei legumi e nei cereali integrali).




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Per recuperare uno strappo alla dieta, si può saltare un pasto.

Falso. Gli studi hanno dimostrato che saltare i pasti fa rallentare il metabolismo che, con il pasto successivo, fa più scorta di grassi di riserva, in previsione dei momenti di “carestia”. Per recuperare uno sgarro, è meglio consumare pasti leggeri.

Facendo molto movimento, si può mangiare di tutto.

Falso. Qualsiasi attività fisica comporta un certo dispendio energetico, ma una dieta poco equilibrata rischia di apportare più calorie di quelle spese e di non fornire correttamente i nutrienti essenziali. L’alimentazione deve essere adeguata anche a età, sesso, stile di vita, struttura corporea…

Conta più lo stile di vita dei geni

Nello sviluppo dell’obesità, ambiente e stile di vita contano più del genoma. È la conclusione di uno studio condotto dall’Università Statale di Milano e
pubblicato su Physiological Measurement: per dirla in breve, non si diventa obesi perché si ereditano alcuni geni sfortunati, ma a causa di condizioni che possono essere cambiate. I ricercatori infatti hanno scoperto che nei gemelli monozigoti non è il genoma a provocare l’insorgenza dell’obesità, ma sono fattori ambientali e stili di vita scorretti ad attivare alcuni geni.

La pasta non fa ingrassare

A scagionarla è uno studio pubblicato sulla rivista Bmj Open e condotto dai ricercatori del St. Michael’s Hospital di Toronto, che hanno scoperto
come, a differenza della maggior parte dei carboidrati raffinati, la pasta abbia un basso indice glicemico e non contribuisca all’aumento del peso corporeo. Dunque, nelle giuste dosi (80 grammi al giorno per gli uomini e 70 per le donne) e cotta al dente, è parte di una dieta sana ed equilibrata.

Le bibite senza zucchero fanno ingrassare

A dirlo è uno studio recente: i regolari consumatori di bevande “light” accumulano grasso addominale, un forte fattore di rischio.

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