"Vi sarà così tra l’uomo e gli spiriti celesti un realissimo scambio d’amore: l’uomo, oltre a contemplare gli Angeli in tutta la loro gloria, sarà in rapporto con essi come cittadino dello stesso Regno"
E’ evidente, secondo tutte le leggi della vita spirituale, che gli Angeli devono giocare, in un modo od in un altro, un ruolo importante nella beatitudine eterna dell’uomo. La felicità dell’eletto consisterà essenzialmente in quello che egli possiederà tutta la verità, che sarà in contatto con tutta la realtà, che vedrà tutta la bellezza. Vedere gli Angeli, contemplarli, deve necessariamente costituire per l’uomo una fonte di felicità più grande di tutto il godimento che il mondo visibile potrebbe offrirgli; di fatto, questa è la suprema fonte creata della felicità, essendo la fonte increata della beatitudine Dio stesso, visto senza velo, nella visione beatifica.
Essere con gli Angeli, vederli nella loro gloria, è un desiderio molto legittimo del cuore dell’uomo, ed i santi hanno sovente dato libero corso all’espressione di questo desiderio ardente. Non perdiamo mai di vista questo principio essenzialmente cattolico della possessione della Bontà suprema. Dio stesso non distrugge per nulla l’inclinazione verso la bontà creata, ma al contrario, la rialza. Vedere Dio faccia a faccia produce nell’intelligenza dell’eletto una nuova capacità di vederLo nelle sue creature.
E dove lo si vede meglio se non nel mondo degli Angeli che riflettono come un perfetto specchio, con una potenza di irradiazione per così dire infinita, la gloria del Dio invisibile? Inoltre, con la comunione alla grazia soprannaturale, l’uomo è alleato agli Angeli coi legami della carità; lungi dall’essere loro estraneo, egli è loro concittadino. Vi sarà così tra l’uomo e gli spiriti celesti un realissimo scambio d’amore: l’uomo, oltre a contemplare gli Angeli in tutta la loro gloria, sarà in rapporto con essi come cittadino dello stesso Regno, come figlio dello stesso Padre. Questo commercio che lo unirà agli spiriti celesti sarà il grado supremo dell’amore creato; non potrà esservi amore più grande, se non l’unione dell’uomo con Dio stesso.
Eppure vi è ancor più di questa associazione dell’uomo con gli Angeli nella visione e l’amore. Questa associazione sarà possibile anche se tutta la razza umana – razza umana eletta, beninteso – rimanesse nella sua propria sfera ed il suo livello inferiore al mondo angelico. La razza umana potrebbe essere considerata come l’ultima regione del mondo degli eletti, e la sua porzione la meno elevata. Ma tale non è, per la teologia cattolica, il modo tradizionale di inquadrare la questione. Un numero importante di opinioni considerano questa associazione dell’uomo con gli Angeli come dovente essere molto più intima e più profonda; gli eletti della razza umana saranno elevati nella gerarchia stessa degli Angeli ai ranghi dei Cherubini, dei Serafini e degli altri ordini.