Questa descrizione del Paradiso mostra esattamente quello che amiamo dei ricordi più felici della nostra infanzia, quando la gente che ci amava vegliava su di noi e provvedeva a ogni nosra necessità, e non avevamo paure né preoccupazioni.
I nostri ricordi sono probabilmente più felici delle nostre esperienze attuali, e stare con Dio ci renderà ancora più felici.
Poi Gesù dice qualcosa che è allo stesso tempo confortante e terrificante: “ Nessuno le strapperà dalla mia mano”.
Il diavolo non può strapparci a Lui, né possono farlo i nostri persecutori.
Il tipo di persecuzione sempre più comune al giorno d’oggi, il martirio fisico, non può farlo. La Seconda Lettura descrive i martiri in questo modo: “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello”. È quello che stanno sperimentando oggi i martiri dello Sri Lanka.
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Neanche il tipo di persecuzione che si sperimenta in America può strapparci a Cristo. Nella Prima Lettura, gli oppositori dei cristiani “ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo”. Non solo: “sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio”.
In altre parole, deridevano i cristiani, facevano sembrare assurde le loro argomentazioni e li estromettevano dalla vita sociale. Nella nostra cultura odierna sperimentiamo lo stesso, ma questo non dovrebbe fermarci, come non ha fermato loro.
Il che ci porta all’aspetto terrificante di quello che dice Gesù.
Se nessun potere può strapparci a Cristo, una piccola cosa può invece farlo: la nostra volontà di ignorarlo seguendo il nostro peccato preferito.
Gesù descrive chiaramente il suo rapporto con il Padre: “Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola”.
Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica dice che una persona battezzata “appartiene per sempre a Cristo”.
Nell’Inferno di Dante Alighieri, chi veniva battezzato e poi rifiutava Dio veniva punito in modo più severo rispetto a chi non era mai stato battezzato e non lo aveva quindi respinto in modo diretto, perché il Battesimo ci ha dato un rapporto speciale con Dio, e quando ci volgiamo contro di Lui è un peccato ancor maggiore.
L’Inferno riserva la punizione peggiore di tutte ai peccatori che hanno tradito il proprio amico e il proprio Dio, Bruto e Giuda.
La morale è questa: “Rimanete dove state”.
“Buono è il Signore, il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione”, dice il Salmo.
Signore Gesù, donaci la grazia di essere sempre al sicuro nel palmo della tua mano.