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Le storie di 6 eroi cattolici che si sono distinti durante la Resistenza

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 25/04/19
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Dal parroco partigiano alla vittima dei lager, dagli scout coraggiosi al seminarista sacrificato. Storie diverse, a volte contraddittorie, ma importanti per capire il ruolo dei cattolici in Italia!

Sei eroi cattolici che hanno a che vedere con il periodo della Resistenza, ovvero quell’insieme di movimenti politici e militari – confluiti nel Comitato di Liberazione Nazionale – che in Italia si opposero al nazifascismo nell’ambito della guerra di liberazione italiana, tra l’ 8 settembre 1943, data dell’armistizio di Cassibile, e il 25 aprile 1945.

1) Beato Teresio Olivelli

TERESIO OLIVELLI

Domaine Public

E’ passato un anno dalla beatificazione di Teresio Olivelli, giovane laico della diocesi di Vigevano, morto il 17 gennaio 1945, a soli 29 anni, nel campo di concentramento nazista di Hersbruck; ucciso in odium fidei per aver fatto scudo con il suo corpo al pestaggio di un compagno di prigionia ucraino.

A lui si deve la “Preghiera del ribelle”, pubblicata clandestinamente nel 1944 poche settimane prima del suo arresto e diventata il manifesto di quanti da cattolici partecipavano alla resistenza contro il nazismo in quell’ora difficile. Un testo che Teresio aveva intitolato “Signore, facci liberi” e che si concludeva con l’eloquente invocazione “ascolta la preghiera di noi ribelli per amore”.

Prima di diventare un eroe antinazista, Olivelli è stato un’attivista del fascismo in Italia. Pur restando un fervente credente, ha provato a “bilanciare” il cristianesimo con la dittatura (Aleteia, 16 febbraio 2019)

2) Padre Paolino Beltrame

FATHER PAOLINO BELTRAME

Andrea Rita | Youtube

Cappellano in guerra e medaglia d’argento al valor militare, partigiano protagonista di una rischiosissima missione segreta nella guerra di liberazione, scout della prima ora, predicatore appassionato e instancabile curatore di anime.

E’ questo il ritratto di Padre Paolino Beltrame Quattrocchi. Benedettino e trappista Padre Paolino, figlio della prima coppia di coniugi beatificata dalla Chiesa cattolica, è stato un protagonista nella vita spirituale e sociale del Novecento italiano, ma sopratutto un eroe di guerra.

All’indomani dell’armistizio, partecipa attivamente alla Resistenza come agente segreto, mentre la famiglia a Roma nasconde e aiuta numerosi fuggiaschi, in alcuni casi usando come travestimento le tonache dismesse dei figli. Nel 1944, padre Paolino si reca di persona a Salò, al ministero della Guerra, e ottiene la sospensione della pena capitale di ventisei partigiani parmensi. In altre occasioni intercede presso il carcere di Parma a favore di alcuni condannati a morte con l’accusa di connivenza al fascismo (Aleteia, 11 luglio 2018).



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3) Gino Bartali

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Il campione di ciclismo Gino Bartali, fervente cattolico, molto devoto alla Madonna di Pompei, nascose sotto il sellino o dentro le impugnature del telaio centinaia di documenti falsi da consegnare ai conventi in Umbria e Toscana agli ebrei che si erano rintanati lì per sfuggire alla furia fascista e nazista.

Non si vestì di giallo, il colore del Tour de France, come i due anni in cui lo vinse, 1938 e 1948, ma portò per sempre stampato nel cuore la vittoria d’aver salvato 800 persone dalle grinfie della follia (Aleteia, 14 settembre 2018).

4) Beato Rolando Rivi

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Rolando Rivi, nato nel 1931, a 11 anni, mentre l’Italia è in guerra, entra nel seminario di Marola (Reggio Emilia). Dopo l’occupazione del seminario a opera dei tedeschi, nel 1944 Rolando torna a casa, a San Valentino di Castellarano, sulle colline reggiane, continuando tuttavia ad indossare la talare da seminarista. Sarà proprio quella veste a concentrare su di lui l’odio dei suoi uccisori.

Finisce nel mirino di un gruppo di partigiani comunisti, qualcuno butta là dei sospetti e il 10 aprile 1945 viene sequestrato con l’accusa di essere una spia dei tedeschi. E’ portato prigioniero a Piane di Monchio, nel Comune di Palagano sull’Appennino modenese, rinchiuso in un casolare per tre giorni, brutalmente picchiato e torturato. I suoi aguzzini vogliono che confessi di essere una spia ma il povero ragazzo non può confessare qualcosa che non esiste e così viene decisa la sua esecuzione.

Il venerdì 13 aprile 1945, alle tre del pomeriggio, spogliato a forza della veste talare, viene trascinato in un bosco di Piane di Monchio e ucciso con due colpi di pistola. Quando Rolando capisce che quegli uomini armati non avranno pietà di lui, chiede solo il tempo necessario per una preghiera per il suo papà e per la sua mamma. Questo particolare fu narrato dai partigiani della “Dolo” contrari all’esecuzione (Aleteia, 4 ottobre 2013).



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5) Padre Beniamino Miori

BENIAMINO MIORI

Nessuno potrà mai dimenticare quello che è successo a Farinia, in provincia di Salerno, a partire dal 21 giugno 1943, il giorno in cui avvennero i primi bombardamenti di americani e inglese contro i tedeschi. Iniziò un’estate di fuoco e di paura. I primi bombardamenti sarebbero stati così devastanti: «Alle ore 13.45 del 21 giugno c’è la vera prova del fuoco a Battipaglia e a Salerno – scriveva Padre Beniamino – Noi che ci troviamo tra i due fuochi, preghiamo invocando la protezione del cielo».

A pagarne le conseguenze di quelle bombe furono chiese, case, e sopratutto l’orfanotrofio. Padre Beniamino in quei giorni provò a confortare in ogni modo le anime delle sua comunità, spostandosi in ogni punto del paese. La sua opera proseguì nelle settimane successive e fino alla fine della guerra, in una comunità psicologicamente ferita e distrutta dal conflitto. A volte, nei suoi spostamenti, si travestiva per non farsi riconoscere dai militari che incrociava, pur di raggiungere le abitazioni dei più derelitti e bisognosi (Aleteia, 3 luglio 2018)

6) Don Giovanni e le Aquile Randagie

Don Giovanni e un gruppo di giovani Aquile Randagie

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Don Giovanni e un gruppo di giovani Aquile Randagie

9 aprile 1928: il Consiglio dei ministri fascista dichiara lo scoutismo soppresso. Nelle stesse ore, un gruppo di ragazzi nella cripta di una parrocchia a Milano non ci sta: è l’inizio dello scoutismo clandestino, che raccoglierà più di 150 ragazzi tra Milano e Monza, che scelsero di continuare a vivere secondo i valori della Legge scout. Si chiamavano Aquile Randagie, ed erano “solo” ragazzi.

Così iniziarono, insieme a don Giovanni Barbareschi fondano OSCAR – Opera Scout Cattolica Assistenza Ricercati, a combattere il fascismo con le armi migliori. Il coraggio silenzioso che li porterà a salvare, in due anni, più di 2000 ebrei, che grazie all’Opera saranno trasferiti (con documenti falsi) in Svizzera.

Don Giovanni sarà scoperto dal regime e deportato in Germania, riuscendo a saltare giù dal camion e a scappare nei boschi che conosce così bene, fino ad essere accolto dalle brigate partigiane (Aleteia, 29 agosto 2018).



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