Dal parroco partigiano alla vittima dei lager, dagli scout coraggiosi al seminarista sacrificato. Storie diverse, a volte contraddittorie, ma importanti per capire il ruolo dei cattolici in Italia!
Sei eroi cattolici che hanno a che vedere con il periodo della Resistenza, ovvero quell’insieme di movimenti politici e militari – confluiti nel Comitato di Liberazione Nazionale – che in Italia si opposero al nazifascismo nell’ambito della guerra di liberazione italiana, tra l’ 8 settembre 1943, data dell’armistizio di Cassibile, e il 25 aprile 1945.
1) Beato Teresio Olivelli
E’ passato un anno dalla beatificazione di Teresio Olivelli, giovane laico della diocesi di Vigevano, morto il 17 gennaio 1945, a soli 29 anni, nel campo di concentramento nazista di Hersbruck; ucciso in odium fidei per aver fatto scudo con il suo corpo al pestaggio di un compagno di prigionia ucraino.
A lui si deve la “Preghiera del ribelle”, pubblicata clandestinamente nel 1944 poche settimane prima del suo arresto e diventata il manifesto di quanti da cattolici partecipavano alla resistenza contro il nazismo in quell’ora difficile. Un testo che Teresio aveva intitolato “Signore, facci liberi” e che si concludeva con l’eloquente invocazione “ascolta la preghiera di noi ribelli per amore”.
Prima di diventare un eroe antinazista, Olivelli è stato un’attivista del fascismo in Italia. Pur restando un fervente credente, ha provato a “bilanciare” il cristianesimo con la dittatura (Aleteia, 16 febbraio 2019)
2) Padre Paolino Beltrame
Cappellano in guerra e medaglia d’argento al valor militare, partigiano protagonista di una rischiosissima missione segreta nella guerra di liberazione, scout della prima ora, predicatore appassionato e instancabile curatore di anime.
E’ questo il ritratto di Padre Paolino Beltrame Quattrocchi. Benedettino e trappista Padre Paolino, figlio della prima coppia di coniugi beatificata dalla Chiesa cattolica, è stato un protagonista nella vita spirituale e sociale del Novecento italiano, ma sopratutto un eroe di guerra.
All’indomani dell’armistizio, partecipa attivamente alla Resistenza come agente segreto, mentre la famiglia a Roma nasconde e aiuta numerosi fuggiaschi, in alcuni casi usando come travestimento le tonache dismesse dei figli. Nel 1944, padre Paolino si reca di persona a Salò, al ministero della Guerra, e ottiene la sospensione della pena capitale di ventisei partigiani parmensi. In altre occasioni intercede presso il carcere di Parma a favore di alcuni condannati a morte con l’accusa di connivenza al fascismo (Aleteia, 11 luglio 2018).
Leggi anche:
Come dieci suore polacche diedero la vita durante la II Guerra Mondiale
3) Gino Bartali
Il campione di ciclismo Gino Bartali, fervente cattolico, molto devoto alla Madonna di Pompei, nascose sotto il sellino o dentro le impugnature del telaio centinaia di documenti falsi da consegnare ai conventi in Umbria e Toscana agli ebrei che si erano rintanati lì per sfuggire alla furia fascista e nazista.
Non si vestì di giallo, il colore del Tour de France, come i due anni in cui lo vinse, 1938 e 1948, ma portò per sempre stampato nel cuore la vittoria d’aver salvato 800 persone dalle grinfie della follia (Aleteia, 14 settembre 2018).
4) Beato Rolando Rivi
Rolando Rivi, nato nel 1931, a 11 anni, mentre l’Italia è in guerra, entra nel seminario di Marola (Reggio Emilia). Dopo l’occupazione del seminario a opera dei tedeschi, nel 1944 Rolando torna a casa, a San Valentino di Castellarano, sulle colline reggiane, continuando tuttavia ad indossare la talare da seminarista. Sarà proprio quella veste a concentrare su di lui l’odio dei suoi uccisori.
Finisce nel mirino di un gruppo di partigiani comunisti, qualcuno butta là dei sospetti e il 10 aprile 1945 viene sequestrato con l’accusa di essere una spia dei tedeschi. E’ portato prigioniero a Piane di Monchio, nel Comune di Palagano sull’Appennino modenese, rinchiuso in un casolare per tre giorni, brutalmente picchiato e torturato. I suoi aguzzini vogliono che confessi di essere una spia ma il povero ragazzo non può confessare qualcosa che non esiste e così viene decisa la sua esecuzione.
Il venerdì 13 aprile 1945, alle tre del pomeriggio, spogliato a forza della veste talare, viene trascinato in un bosco di Piane di Monchio e ucciso con due colpi di pistola. Quando Rolando capisce che quegli uomini armati non avranno pietà di lui, chiede solo il tempo necessario per una preghiera per il suo papà e per la sua mamma. Questo particolare fu narrato dai partigiani della “Dolo” contrari all’esecuzione (Aleteia, 4 ottobre 2013).
Leggi anche:
La sopravvissuta ad Auschwitz che ha adottato il nipote del suo aguzzino
5) Padre Beniamino Miori
Nessuno potrà mai dimenticare quello che è successo a Farinia, in provincia di Salerno, a partire dal 21 giugno 1943, il giorno in cui avvennero i primi bombardamenti di americani e inglese contro i tedeschi. Iniziò un’estate di fuoco e di paura. I primi bombardamenti sarebbero stati così devastanti: «Alle ore 13.45 del 21 giugno c’è la vera prova del fuoco a Battipaglia e a Salerno – scriveva Padre Beniamino – Noi che ci troviamo tra i due fuochi, preghiamo invocando la protezione del cielo».
A pagarne le conseguenze di quelle bombe furono chiese, case, e sopratutto l’orfanotrofio. Padre Beniamino in quei giorni provò a confortare in ogni modo le anime delle sua comunità, spostandosi in ogni punto del paese. La sua opera proseguì nelle settimane successive e fino alla fine della guerra, in una comunità psicologicamente ferita e distrutta dal conflitto. A volte, nei suoi spostamenti, si travestiva per non farsi riconoscere dai militari che incrociava, pur di raggiungere le abitazioni dei più derelitti e bisognosi (Aleteia, 3 luglio 2018)
6) Don Giovanni e le Aquile Randagie
9 aprile 1928: il Consiglio dei ministri fascista dichiara lo scoutismo soppresso. Nelle stesse ore, un gruppo di ragazzi nella cripta di una parrocchia a Milano non ci sta: è l’inizio dello scoutismo clandestino, che raccoglierà più di 150 ragazzi tra Milano e Monza, che scelsero di continuare a vivere secondo i valori della Legge scout. Si chiamavano Aquile Randagie, ed erano “solo” ragazzi.
Così iniziarono, insieme a don Giovanni Barbareschi fondano OSCAR – Opera Scout Cattolica Assistenza Ricercati, a combattere il fascismo con le armi migliori. Il coraggio silenzioso che li porterà a salvare, in due anni, più di 2000 ebrei, che grazie all’Opera saranno trasferiti (con documenti falsi) in Svizzera.
Don Giovanni sarà scoperto dal regime e deportato in Germania, riuscendo a saltare giù dal camion e a scappare nei boschi che conosce così bene, fino ad essere accolto dalle brigate partigiane (Aleteia, 29 agosto 2018).
Leggi anche:
Come Padre Pio fermava i bombardieri nella II Guerra Mondiale in pieno volo