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Avresti un cuore da donare se, in mezzo al buio, ti venisse incontro Dio?

FUOCO, ARTIFICIO, TRAMONTO

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Matrimonio cristiano - pubblicato il 19/02/19

Quando tutto si oscura, la preghiera è sterile e i rapporti affogano nell'incomprensione, può esserci un cuore fragile che attende un briciolo di luce dal mistero buono del Padre.

di Federica Lampugnani

Se i profeti entrassero sulle ali turbinose dell’eternità se ti lacerassero l’udito con le parole: chi di voi vuole fare guerra a un mistero? …… Se i profeti si levassero nella notte degli uomini come amanti in cerca del cuore dell’amato, notte degli uomini avresti un cuore da donare? (Le stelle si oscurano, Nelly Sachs, Einaudi Editore 2006)  

Sono sorprendenti questi versi graffianti della poetessa e scrittrice tedesca Nelly Sachs, Premio Nobel per la Letteratura nel 1966. Come si può voler “far guerra ad un mistero”? Niente di più semplice nel cuore di noi uomini e donne. Questo recinto che racchiude la verità di noi stessi. Chiara Corbella Petrillo diceva: Il Signore mette la verità dentro ognuno di noi e non c’è possibilità di fraintenderla”. Forse la paura, le ferite e le nostre intime lacerazioni distolgono dall’accogliere e riconoscere noi stessi come mistero veritiero. Siamo figli e tanto più ci avviciniamo a questa natura, incorporandola nel quotidiano, tanto più le relazioni intorno a noi possono fiorire ed essere libere.




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Proseguono i versi della Sachs: “Se i profeti si levassero – nella notte degli uomini – notte degli uomini – avresti un cuore da donare?”– Lì dove tutto è tenebra ci può essere un cuore, seppur fragile, in grado di riabituarsi alla luce? Quando le situazioni sembrano diventare drammatiche e si giace immobili come piombati in un’oscurità senza fine, sorge spontanea la domanda “dov’è l’Amato?”

Dov’è in tutte le nostre difficoltà, nei dubbi, nelle piaghe della vita familiare, comunitaria e spesso (o soprattutto) in quella spirituale di ciascuno di noi? L’assenza, il silenzio e la solitudine sono dinamiche gravose specialmente quando pervadono relazioni significative. Così la preghiera può essere sterile, l’ascolto e la comprensione irraggiungibili nella coppia e con i figli. E tutto questo punge infastidendoci come tarli che insinuano il dubbio terribile che niente e nessuno potrà mai colmare alla perfezione la nostra esistenza.




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Quando questo dubbio, sanamente, viene lasciato emergere e non narcotizzato dagli idoli che sappiamo costruirci, ci rimanda ad un desiderio immenso che ci plasma fino a renderci ferocemente insaziati. La fame e la sete sono due bisogni umani ben noti nei Vangeli. Dove non sono né banalizzati perché saziati concretamente, né resi intangibili ma presenti, nel pane e nel vino e vivi con il Corpo e il Sangue di Cristo.

Se l’orizzonte intorno e dentro di noi accade che si restringa sbriciolando le nostre storie, i nostri sogni e progetti, provare ad accogliere “le righe storte” che affollano la vita, meraviglia e sorprende per la creatività che da un tale affidamento può nascere. Non irrigidirsi né assumere pose immodificabili lascia molto spazio alla fantasia dello Spirito, a tempi non nostri, a incontri non casuali e sguardi nuovi.


RAGAZZA, PREGHIERA, GIOIA

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Perché quando le stelle si oscurano occorre aspettare, imparare ad apprezzare l’ombra e le figure nascoste che senza luce possiamo scoprire. Non conosciamo né il giorno né l’ora ma “se i profeti si levassero…avresti un cuore da donare?”

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