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La profezia del clochard prima del Conclave: “Il nuovo Papa sarà Francesco I”

PAPIEŻ FRANCISZEK, KONKLAWE

VINCENZO PINTO / AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 13/12/18

Due aneddoti hanno preceduto l'elezione di Jorge Mario Bergoglio, rivelati in un libro inedito sul futuro pontefice. Il primo riguarda un mendicante. Il secondo un frate francescano che assomigliava a Francesco d'Assisi

Lunedì 11 marzo 2013, i cardinali si riunirono per l’ultima volta per preparare il Conclave. Era la decima riunione nell’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano, dove i cardinali avevano già dibattuto sulla riforma della Curia Romana, sulla situazione finanziaria della Santa Sede, sulla crisi della Chiesa Cattolica nel mondo e lo scandalo Vatileaks.

In questo contesto Javier Cámara e Sebastián Pfaffen in Gli anni oscuri di Bergoglio” (Ancora editrice) definiscono “profezie” due fatti che si verificarono nelle ore precedenti all’elezione di Jorge MarioBergoglio. Come se questi due episodi fossero segni anticipatori del Disegno di Dio che ha portato al soglio di Pietro il Papa argentino.

PAPIEŻ FRANCISZEK
GALAZKA/SIPA/EAST NEWS

“Francesco I papa”

Piazza San Pietro, in quelle frenetiche ore, era popolata da migliaia di persone. Alla folla si mischiò un clochard che si fece notare quando mostrò un cartello davanti alle telecamere. Sul cartello c’era scritta: “Francesco I papa”.

Non c’era un cardinale con quel nome; il clochard sembrava essere l’unico tifoso di una squadra inesistente, però molti lo intervistarono e si trasformò in una nota di colore per molti mezzi di comunicazione di tutto il mondo.




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Il messaggio profetico

Nelle sue dichiarazioni, il poveruomo sosteneva che la Chiesa necessitava un nuovo san Francesco, però non di Assisi, ma di Roma. Il solitario manifestante era un uomo povero che affrontava la vita elemosinando nella città di Roma, anche intorno al Vaticano.

Nessuno ovviamente diede peso e valore alle parole di un mendicante, che una volta chiuse le luci delle telecamere, tornò nell’anonimato. Eppure quell’uomo è stato l’unica persona in tutta la piazza ad esporsi in quel modo. Ma andiamo avanti con i fatti.

Ore decisive

Il 12 marzo Roma si svegliò ancora più fredda e piovosa. Erano trascorsi 12 giorni dall’inizio della sede vacante. I 115 cardinali elettori entrarono in Vaticano, non sapendo quando sarebbero usciti, poiché i tempi dell’elezione non sono definiti.

Mentre i mezzi di comunicazione riportavano il nervosismo che c’era nell’aria, pochi si accorgevano che in piazza San Pietro migliaia di persone seguivano la situazione sedute in silenzio sui gradini del colonnato.




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Il gruppo di francescani

Tra i pellegrini si fece notare un gruppo di francescani che sembrava uscito da un libro di storia. I loro abiti erano marroni, però di un tessuto rustico e molto umile. Alla vita avevano un cordone dal quale pendevano grossi rosari di legno. Nonostante il freddo e la persistente pioggia, i frati calzavano i sandali e avevano la tonsura che caratterizzò il poverello di Assisi. Uno di loro si notava in mezzo agli altri. Indossava un saio ancora più grezzo, portava un bastone, uno zaino sulle spalle ed era scalzo.

Il “sosia” di San Francesco

Era arrivato a piedi da Assisi, percorrendo 180 chilometri, in giornate che registravano temperature sotto lo zero durante la notte. Aveva i piedi gonfi. Umile e paziente, si inginocchiò in mezzo a Piazza San Pietro, sopra un tombino, sotto la persistente pioggia, la grandine e il freddo, e pregò per ore. Sembrava che lo stesso san Francesco d’Assisi stesse pregando lì, aspettando il nuovo Papa.

La sua immagine era identica a quella del poverello, il santo patrono d’Italia, però lui aveva un altro nome: Massimo Coppo, un italiano di sessantaquattro anni, membro di una comunità francescana da trentadue anni, che si convertì al cattolicesimo e lasciò tutto, compreso il suo lavoro come docente.




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La Misericordia tanto evocata da Bergoglio

Il 12 marzo, qualche ora prima che eleggessero il nuovo papa, il frate in preghiera spiegò ai giornalisti perché pregava: «Se ci inginocchiamo davanti a Dio Lui provvede, Lui ci da tutto. Soprattutto è importante rimanere uniti per chiedere a Gesù che abbia misericordia. In questi tempi tante persone soffrono, tante persone, veramente vivono in difficoltà e non sanno come uscirne fuori… la Chiesa ha tanto da dare, è più che un’istituzione umana, solo che a volte la gente fa confusione».

“Habemus Papam”

Quel giorno la fumata fu nera. Ma alle 19:06 del 13 marzo 2013 fu finalmente eletto il 266° Papa della storia. Furono sessantacinque minuti interminabili fino a che il cardinale protodiacono, il francese Jean-Louis Tauran, uscì dal balcone per leggere, in latino, la classica formula: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam”.

Chi era il nuovo pontefice? Il cardinale argentino Bergoglio, gesuita, è il nuovo papa della Chiesa Cattolica!”. Il suo nome? Francesco I. Il suo stile di pontificato? Francescano. Così si sono compiute le “profezie” del mendicante e di fra’ Massimo.


DOMINIQUE WOLTON

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