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Business delle Catacombe di San Gennaro. Il Vaticano smentisce il prelievo di metà degli incassi

CATACOMB

Catacombe di Napoli-(CC BY-SA 4.0)

Catacumbas de san Jenaro

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 07/11/18

Incontro tra Sepe e Ravasi per cercare un accordo sulla gestione degli introiti record. Da Roma non sono visti di buon occhio i costi (troppo alti) del folto personale

Oltre 100 mila visite all’anno nel cuore del Rione di Sanità, uno dei più antichi quartieri di Napoli. Un giro d’affari che in dieci anni è arrivato ad un milione e mezzo di euro ed è destinato a crescere. Decine di giovani assunti tramite la cooperativa “La Paranza” per lavorare a questo progetto. Il tutto sotto la regia della Chiesa di Napoli.

Sono i numeri della Catacombe di San Gennaro e San Gaudioso. In questi giorni Curia e Vaticano stanno discutendo il rinnovo della convenzione per la gestione delle Catacombe, e la vicenda ha ricevuto una inattesa eco mediatica.

L’incontro in Episcopio

Questi i fatti. Domenica 4 novembre il Cardinale Crescenzio Sepe, in Episcopio, ha avuto un incontro con il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Dopo quell’incontro è stata diramata una nota ufficiale della Curia di Napoli, che rappresenta la voce di Sepe e Ravasi.

«Nel corso della conversazione – si legge – sono state esaminate alcune situazioni riguardanti il settore e particolare riferimento è stato fatto alle Catacombe di San Gennaro e San Gaudioso per la cui gestione, nel 2009, venne sottoscritta apposita Convenzione tra la predetta Commissione e l’Arcidiocesi di Napoli».


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“Gli orientamenti di Papa Francesco”

«Attesa la prevista scadenza di detta Convenzione – prosegue la nota – e tenuto conto della particolare attenzione che la Commissione Pontificia sta riservando alle numerose Catacombe esistenti in Italia, tanto che di recente è stata anche celebrata, a Roma, la Prima Giornata delle Catacombe, si è addivenuti alla determinazione di rinnovare il rapporto di collaborazione attraverso una nuova Convenzione, che tenga conto delle attuali esigenze e consenta una migliore gestione e fruizione delle Catacombe, seguendo gli orientamenti dettati da Papa Francesco» (www.chiesadinapoli.it, 5 novembre).

La richiesta per il nuovo accordo

Fin qui la voce ufficiale di Curia e Vaticano. Secondo il quotidiano La Repubblica (6 novembre), il Vaticano, attraverso la pontificia Commissione per l’archeologica sacra e il pontificio Consiglio per la cultura entrambi presieduti da sua eminenza Ravasi, si aspetterebbe che il cinquanta per cento degli incassi degli ultimi undici anni finisse nelle proprie casse.

In sostanza la richiesta, secondo La Repubblica, sarebbe di quasi 700 mila euro, ovvero la metà degli incassi della biglietteria (rigorosamente elettronica, a differenza di altre catacombe italiane) conteggiati dall’estate del 2006 al 31 dicembre 2016 – pari ad un milione e 492mila e 571 euro.




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I costi del personale

“La Paranza” dal canto suo, sottolinea che «la spesa totale sostenuta delle Catacombe, finora, è arrivata a 2 milioni e 309mila euro» è molto superiore all’intero incasso dei biglietti.

Soldi integrati dal sostegno ricevuto sia dal manager Ernesto Albanese con la onlus Altra Napoli, sia dalla Fondazione Con il Sud. Chiaro che pesi più di tutto il costo del personale, che vale quanto il 90 per cento dei ricavi.

Da Roma, storcono il naso: «Altrove non si fa così». Perché in effetti altrove chi lavora riceve un contributo da volontario e non un regolare stipendio su cui quei ragazzi, alla Sanità, hanno costruito le loro vite.


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“Prematuro parlare di cifre”

Monsignor Pasquale Iacobone, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra a La Repubblica (7 novembre) ha chiarito:«Noi al momento non abbiamo chiesto nulla alle Catacombe. Le cifre uscite sulla stampa non so da dove vengano e non ci risultano. Non abbiamo mai chiesto quei soldi alle catacombe».

Al giornalista che ha chiesto: «Non intendete applicare la Convenzione per la quale metà cifra dell’incasso dei biglietti di entrata spetta a voi?»; Iacobone ha replicato così: «Sì, ma non conosciamo ancora i bilanci né le entrate, per cui parlare di certe cifre al momento non ha senso e ritengo sia ancora prematuro».

Un dato è certo: il segretario ha parlato delle tante persone assunte dalla cooperativa “La Paranza” come spese «insostenibili» per la buona gestione delle Catacombe. Entrambe le parti sono consapevoli che qualcosa è da cambiare. La trattativa procede.




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