“Ci siamo sposati in chiesa perché non c’è gioia piena, gioia vera senza Cristo di mezzo”.Perché sposarsi in Chiesa? Perché organizzare tutta la cerimonia? Non basta volersi bene, mettersi un abito bianco, un bel bouquet e offrire due pasticcini? Tanto il matrimonio non è altro che un contratto fra un uomo e una donna, no?!
All’ultima domanda so che non tutti saranno d’accordo e non per la parola “contratto” ma per “uomo e donna”, ma questa è un’altra storia. Io non so che ne pensate del matrimonio, ma la maggior parte delle mie amiche tedesche (viviamo a Friburgo) non è sposata. Loro hanno figli e sembrano felici. Sono persone da cui davvero sto imparando molto. Ma allora che cosa c’è di diverso, cosa cambia se sei sposato in chiesa?
Non sono teologa e non conosco bene il magistero della chiesa (so che dovrei…!!!) ma qualche giorno fa è stato il nostro anniversario di matrimonio e so bene perché l’ho fatto. Otto anni fa, in una cappellina ad Assisi, sposavo il mio principe azzurro. Ero emozionata. La chiesina bella e suggestiva, la pioggia battente e la fisarmonica di un amico. Un giorno molto bello e memorabile che metteva il sigillo al nostro amore.
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Eravamo in tre. In tre?! obietterà qualcuno. Sí, eravamo in tre e non ero incinta. Eravamo in tre perché il Signore si è sposato con noi. Egli ha fatto un alleanza con noi, si è sporcato le mani con il nostro misero volerci bene.
Perché in chiesa?
Perché il matrimonio è una vocazione, è una chiamata, è la chiamata alla gioia, alla felicità, alla santità (soprattutto per chi sposa un uomo-orso che parla solo quando è strettamente necessario oppure un rompiscatole come mio marito!). I santi prima di essere proclamati tali sono proclamati beati in francese heureux cioè felici. Ci siamo sposati in chiesa perché non c’è gioia piena, gioia vera senza Cristo di mezzo. Lo dico davvero con presunzione e per cognizione di causa.
La differenza fra me e le mie amiche sta nel fatto che loro devono contare solo sulle loro forze, noi abbiamo il Signore. La differenza è enorme perché se avessi dovuto contare solo sulla mia sopportazione o solo sulla mia pazienza non penso neanche che ci sarei arrivata a sposarmi uno come Francesco. Soprattutto nei momenti di crisi non avrei pensato “E se fosse una grazia?!” oltre a “Ma chi me la fatta fare a me!” ma lo avrei lasciato, era sicuramente la cosa più semplice e meno faticosa in quel momento di buio totale. Se non avessimo avuto il Signore saremmo stati ancora a correre dietro la carriera. Se non avessimo avuto il Signore avremmo preso scelte tutte in base alla sicurezza e non alla Sua provvidenza e quindi, ad esempio, non ci saremmo mai sposati con un mezzo lavoro precario mal pagato, senza una casa e a vent’anni. Non avremmo fatto tre figli e neanche 5pani2pesci. Insomma, se immagino questi otto anni insieme con una firma in comune vedo otto anni abbastanza tristerelli, pieni di sforzi e di false sicurezze.
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Ma tu su cosa ti vuoi poggiare? Chi vi sostiene come coppia? Ma voi due su cosa e da chi attingete sostegno, forza, libertà? Chi fa verità nella vostra affettività, nella vostra relazione? Se non fate entrare il Signore nella vostra storia invano faticano i costruttori. Se lo Spirito Santo non è con voi ma ‘ndò annate? Se dal Signore non attingete sapienza e da Lui provvidenza faticherete tanto come gli altri e non avrà neanche senso.
Non sto dicendo che chi non si sposa in chiesa non è felice e nemmeno che i loro matrimoni non durano. Dico però che amarsi da Dio è un’altra cosa, è secondo un’altra logica, è secondo un altro modo di intendere la libertà, dico solo che è più bello.
Provare per credere.
E poi … si invita tanta gente a sto matrimonio e invitalo pure il Signore no! Uno in più che te costa?
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