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Donne da tutto il mondo hanno condiviso storie laceranti sulla perdita del loro bambino

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Anna O'Neil - pubblicato il 17/10/18

La Giornata del Ricordo della Gravidanza e della Perdita di un Figlio ha permesso a molte persone di condividere apertamente il proprio dolore

Quando si parla di dolore, tragedia e traumi, è particolarmente difficile trovare le parole per esprimere ciò che abbiamo nel cuore. È allora che un evento come la Giornata Mondiale del Ricordo della Gravidanza e della Perdita di un Figlio, celebrata questo lunedì, diventa potente – soprattutto per chi porta nella propria vita questo dolore segreto.

Gli hashtag su Instagram esortavano a #BreakingTheSilence, riferendosi al tabù che ci scoraggia dal parlare del nostro dolore comune ma devastante.

La gente ha postato foto delle ecografie di bambini che non ha mai conosciuto, o test di gravidanza positivi mai seguiti da un battito cardiaco.

https://www.instagram.com/p/Bo999lUAqda/

Le famiglie hanno partecipato alla #WaveOfLight quando alle 19.00 di lunedì sera hanno acceso delle candele in ricordo dei bambini che hanno perso. Hanno anche ricordato al mondo #Iam1in4, riferendosi alla statistica relativa a quanti bambini vengono persi a seguito di aborti spontanei.

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La star del calcio e mamma Sydney Leroux ha twittato:

“Un paio di mesi fa ho perso un bambino. Sono stata ingenua riguardo al dolore che poteva provocare una situazione del genere. C’è stato un momento in cui ero distesa sul lettino e mi sono chiesta se il dolore emotivo mi avrebbe uccisa”.

Quando è accaduto non lo ha raccontato:

“Nella seconda metà della stagione, quando ero fuori per ‘malattia’, avevo perso il nostro bambino. Odio il fatto di non averne potuto parlare. Odio aver pensato di non poterlo fare perché provavo un senso di vergogna e imbarazzo per aver perso un figlio. Scondo le statistiche si perde un bambino su quattro, il che vuol dire che ci sono tantissime persone che vanno avanti cercando di seppellire il lutto e il dolore. Oggi infrangiamo il silenzio e onoriamo tutti quei bambini che abbiamo perso troppo presto”.

Su Scarymommy, Amanda Czerniawski racconta la storia di sua figlia, che ha perso alla 22ma settimana:

“Per un breve istante l’ho tenuta tra le braccia. Non era un ‘prodotto del concepimento’, come un medico l’aveva descritta un giorno prima. Aveva il profilo di mio marito. La causa della sua morte non è mai stata determinata, ma so che era perfetta. Dopo il parto mi sono ripresa in fretta – a livello fisico, ovviamente. La morte di mia figlia mi ha distrutta a livello emotivo e spirituale. Anziché comprare una culla, ho comprato una bara e una lapide. Sono passati cinque anni dalla morte di mia figlia. Ho taciuto il mio dolore per cinque anni perché era sconveniente, scomodo e brutto, ma non resterò più in silenzio”.

La blogger e imprenditrice ha celebrato la Giornata in modo splendido su Instagram:

Ha scritto: “Sarei onorata di ricordare un bambino con voi se avete voglia di condividere qualcosa – un nome, una data, un cuore – nei commenti. Lo abbiamo fatto l’anno scorso, ho letto tutti i nomi, ho pianto e ho inviato tutto il mio amore a quelle piccole anime, e quest’anno farò lo stesso perché fa bene essere tristi per qualcosa per cui vale la pena di esserlo… Unitevi a noi se volete – accendete delle candele, dite i loro nomi, sappiate che i vostri (e i miei) bambini sono amati e sentiamo davvero la loro mancanza”.

La Ostrom ha riconosciuto che non è facile parlare di una perdita di questo tipo. La Giornata Mondiale del Ricordo della Gravidanza e della Perdita di un Figlio è “solo una giornata in cui è un po’ meglio parlarne” rispetto al solito. Centinaia di followers hanno risposto al suo post, ricordando bambini persi di recente e altri persi decenni fa, o fratelli e nipoti mai conosciuti.

L’aborto influisce su tutti noi. La maggior parte delle famiglie ricorda un bambino, un fratello o un cugino che manca all’appello. Ottobre è il mese del ricordo della gravidanza e della perdita di un figlio, ma camminiamo insieme tutto l’anno e non vergogniamoci delle nostre storie.

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