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Noi “cristiani Ikea”

ASSEMBLY

By Monkey Business Images | Shutterstock

Alain Noël - pubblicato il 25/09/18

Sul piano pratico, forse tendiamo troppo a vivere la nostra fede allo stesso modo in cui si fa quando c’è da montare un mobile Ikea: senza darsi la pena di leggere il foglio di montaggio.

È un consiglio dato nel Manuale di combattimento spirituale; consiglio direttamente venuto dal cielo una sera in cui andavo a fare una catechesi a un gruppo di preghiera che si preparava per la Pentecoste… Tutto era pronto, avevo lavorato con cura alla mia catechesi quando, passando in macchina davanti a un negozio Ikea, una parola interiore s’impresse nel mio spirito: «Siete dei cristiani Ikea». Quale fu la mia sorpresa davanti a una tale associazione di idee. Durante il corto tragitto che mi restava da fare, ecco cosa mi fu dato di comprendere, ed ecco quale fu il messaggio dato durante la serata.


ALAIN NOËL

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Più o meno tutti abbiamo fatto l’esperienza di fiondarci su un mobile in un negozio e di apprendere in seguito che è fornito in kit, ovvero che bisogna montarselo da sé. Diamo un’occhiata, torniamo a casa, apriamo l’imballaggio e là – prima spia che dovrebbe risvegliare la nostra diffidenza – sulla scatola troviamo l’indicazione di un tempo di montaggio: 30 minuti. Alla fine del pomeriggio siamo ancora lì. Restano dei pezzi, la porta è montata (un poco) di traverso… Con la fortuna che ci ritroviamo ci è toccato un esemplare con un piccolo difetto… e per non farci mancare nulla viene il nostro coniuge a vedere come procedono i lavori. Quando alla fine abbiamo terminato – qualche ora più tardi – ci tocca l’osservazione: «Non trovi che gli sportelli siano un po’ di traverso?». E tutto questo perché? Perché non ci si è dati la pena di studiare il foglio di montaggio. Credevamo di sapere… Ebbene, sul piano spirituale facciamo lo stesso.

Teresa d’Avila dice, ne Il castello interiore, che soffriamo molto la mancanza di conoscenze.

O Dio, tenete conto di tutto ciò che la mancanza di conoscenze ci porta a patire, in questo cammino spirituale. Da lì provengono certe afflizioni…

4D 1,9

Noi non sappiamo come funzioniamo. Come “montare” e far crescere la nostra fede. Cristo ci ha dato nei Vangeli un foglio d’istruzione, ma noi non lo leggiamo. Eppure Gesù ha dispiegato un tesoro di pedagogia in rapporto ai suoi discepoli. C’è un ordine, nella maniera di gestire la nostra vita. E invece noi ci ostiniamo a gestirla come ci pare, in base alle pulsioni e agli appetiti.




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Quali sono le due operazioni essenziali del nostro foglio di istruzioni secondo il Vangelo? Anzitutto mettere Gesù al primo posto nella nostra vita.

Se qualcuno viene a me e non odia suo padre, sua madre, sua moglie, i suoi bambini, i suoi fratelli e le sue sorelle e anche la propria vita… non può essere mio discepolo.

Lc 14, 26

Davanti allo scarso interesse che si accorda a questa domanda, dobbiamo dirci che Gesù era di luna storta quel giorno, quando la suocera di Pietro non aveva preparato la colazione, oppure che stava attraversando una crisi affettiva e che gli sarebbe passata? E questa scelta è fondamentale perché mettendo Gesù al primo posto nella nostra vita la sua azione può estendersi in “tutta” la nostra vita e su tutte le persone con le quali siamo in contatto.

In secondo luogo, lavorare anzitutto per Dio.

Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù.

Mt 6, 33

Invece noi passiamo il nostro tempo a occuparci del sovrappiù. Cioè del cibo e del vestiario. In fin dei conti, Gesù ci fa comprendere che abbiamo una mentalità da pagani (6, 32). Dunque è essenziale cambiare il motivo per cui andiamo al lavoro ogni mattina. Il consiglio del frate carmelitano Laurent de la Resurrection, cui danno il nomignolo di “il cuoco mistico”, ci viene in soccorso: «Fare per Dio quello che attualmente facciamo per noi stessi».




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Se non mettiamo le cose in fila, non bisogna stupirsi che i ripiani della nostra anima siano sbilenchi e che regolarmente tutto scricchioli, nella nostra vita spirituale (e sfortunatamente talvolta anche in quella materiale). Allora buon montaggio o buono smontaggio… ma soprattutto buon (ri)montaggio.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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