Sentenza della Corte Suprema. Bavaglio agli attivisti Pro Life che organizzano sit in davanti a cliniche per le interruzioni di gravidanza
La Corte suprema inglese, ha confermato il divieto di organizzare veglie di preghiera dinanzi all’ingresso delle cliniche abortiste.
Il divieto era stato già emesso in prima istanza dal consiglio comunale del distretto di Ealing, Londra, per disperdere i manifestanti davanti all’ospedale “Marie Stopes” e creare attorno alla struttura una sorta di “zona di esclusione”di almeno cento metri.
La notizia è stata diffusa dalCatholic Herald (2 luglio) e rilanciata da Corrispondenza Romana (4 luglio).
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Evitare il “contatto”
Il provvedimento è stato voluto, per impedire alle donne, che abbiano scelto di interrompere la propria gravidanza, di entrare in contatto coi volontari dei gruppi pro-life, perchè potrebbero distoglierle dal loro proposito e convincerle ad accogliere la vita, che accolgono in grembo.
La storia di Alina
Insomma, chi si batte contro l’aborto, a Londra, è uno spettro da evitare! Eppure, riporta In Terris (10 luglio), grazie alla sensibilizzazione delle associazioni pro life, ci sono storie come quella della 34enne, Alina Dulgheriu, che hanno avuto un lieto fine.