Un'informativa rivelava i nomi dei potenziali successori di Giovanni Paolo II. Ma che errore su Ratzinger!
Chi sono i cardinali “papabili” monitorati dai vertici istituzionali degli Stati Uniti d’America? Chi sono i porporati che meritavano un’attenzione particolare al Conclave del dopo Wojtyla?
E’ lunedì 18 aprile 2005. Sono le 16:42. Sui tavoli dei vertici del Dipartimento di Stato Americano c’è un documento riservato, poi svelato da Wikileaks, che parla dell’imminente Conclave.
C’è attesa per il successore di Giovanni Paolo II e gli americani cominciano a monitorare senza sosta alcuni cardinali più di altri. Vediamo le loro previsioni.
Nonostante «le divisioni e le diverse prospettive – si legge nell’informativa – ci sono un certo numero di forti candidati italiani, in particolare il cardinale Dionigi Tettamanzi di Milano (scomparso nel 2017 ndr) e il cardinale Camillo Ruini».
Tettamanzi: migliore profilo, ma…
Di Tettamanzi si legge: «E’ un moderato che può essere in grado di ottenere il supporto e la mediazione tra conservatori e liberali. Un intellettuale con un tocco pastorale», che «gode di una reputazione per essere discernente e perspicace. Parla inglese limitato. Dopo una partenza ad alta visibilità a Milano che gli è valsa il rimprovero degli addetti ai lavori del Vaticano che credevano di promuovere le sue credenziali papali troppo vigorosamente, Tettamanzi ha più di recente mantenuto un profilo più basso».
A Milano, «Tettamanzi ha impressionato le persone con la sua sensibilità pastorale, l’apertura ai giovani della città e la capacità di cimentarsi con complicate questioni morali e sociali, collocandole in un contesto moderno comprensibile. Probabilmente è il miglior candidato italiano».
Ruini: attira di più del “tedesco non carismatico”
Ruini viene etichettato come un «conservatore» di alto profilo in Italia. E’ considerato un uomo vicino alle istituzioni politiche e di recente è stato tra i protagonisti di «un’intensa e complicata battaglia politica sulle leggi italiane sull’inseminazione artificiale».
«Ha una comprensione ben sviluppata degli affari internazionali e ha chiarito ai suoi funzionari statunitensi forte sostegno a una stretta collaborazione transatlantica con il Stati Uniti, dove ha trascorso del tempo per migliorare il suo inglese. Ruini potrebbe emergere come candidato del gruppo pro-Ratzinger», perché «potrebbe attirare un seguito più ampio del tedesco non carismatico».
Altri profili considerati papabili sono quelli di Scola e Bertone. Scola è considerato «un fedele difensore della Dottrina cattolica, ma senza lo svantaggio di essere un demagogo – preferendo impegnare gli altri con la ragione e il dialogo. Alcuni osservatori vaticani hanno descritto Scola come intellettualmente arrogante, citando la sua pratica di trasformare semplici eventi pastorali, come le visite parrocchiali, in conferenze magistrali su temi teologici e filosofici sofisticati».